Sono sempre più frequenti gli incidenti stradali che hanno come involontari e sfortunati protagonisti gli animali, tanto da indurre il legislatore ad apportare una modifica al codice della strada
Avv. Claudio Ruggieri
Ancora oggi, purtroppo, malgrado le numerose campagne informative e di sensibilizzazione pubbliche di associazioni e movimenti, spesso promosse con la collaborazione di personaggi famosi che si dimostrano sensibili al problema, e l’inasprimento delle sanzioni previste dal nostro ordinamento, il barbaro e incivile fenomeno dell’abbandono degli animali continua puntualmente a verificarsi.
I dati statistici sull’ abbandono sono a dir poco allarmanti: durante il periodo estivo, quando la partenza per le vacanze pone il problema della presenza di un quattrozampe, vengono abbandonati circa il 25 – 30% degli animali, sono più di 100.000 gli animali che ogni anno vengono abbandonati in seguito alle vacanze estive.
Ma non è l’estate l’unica causa di abbandono, oltre il 30% dei cani viene abbandonato subito dopo l’apertura della stagione venatoria, perché il cane non è bravo a cacciare.
A questi devono aggiungersi gli animali utilizzati per i combattimenti clandestini, spesso abbandonati per strada in precarie condizioni di salute dopo essere stati utilizzati da gente senza scrupoli per alimentare il giro delle scommesse o peggio, per puro divertimento.
Si stima che ogni anno in Italia siano abbandonati una media di 80.000 gatti e 50.000 cani, più dell’80% dei quali rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti.
Ricordiamo che l’abbandono è un reato, punito ai sensi dell’ art. 727 c.p. con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Inoltre, capita spesso che gli animali, disorientati e impauriti, vaghino per le strade costituendo un grave rischio per se stessi e per gli automobilisti.
Sono sempre più frequenti, infatti, gli incidenti stradali che hanno come involontari e sfortunati protagonisti gli animali, tanto da indurre il legislatore ad apportare una modifica al codice della strada, introducendo, con la L. 29 luglio 2010, n. 120, il comma 9-bis dell’ art. 189 del Codice della Strada, il quale prevede l’obbligo per l’utente della strada di fermarsi in caso di incidente da cui derivi danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subito il danno.
La stessa norma prevede, per il conducente una sanzione amministrativa da 419 a 1.682 euro, e per chiunque non ottempera al suddetto obbligo una sanzione da 82 a 328 euro, imponendo così anche ai terzi convolti nell’ incidente di prestare i dovuti soccorsi.
In base alle leggi speciali ‘d’affezione’ sono cani e gatti, ‘da reddito’ sono gli animali tenuti a scopo di lucro e sostanzialmente animali d’allevamento, ‘protetti’ sono le specie di fauna omeoterma. Ma la volontà del Legislatore di circoscrivere l’area di applicazione della norma è caduta con l’utilizzazione del termine ‘protetti’ poiché tutti gli animali in base al titolo IX-bis del Codice penale sono protetti dai maltrattamenti e la mancata somministrazione di cure ad un animale è stato identificato da sentenze della Corte di Cassazione come un vero e proprio maltrattamento.
Cosa fare in caso di incidente
Innanzitutto è sempre necessario fermarsi per prestare soccorso, sia per non incorrere nella sanzione di cui sopra, sia soprattutto in segno di civiltà e di rispetto, essendo l’animale un essere vivente che in quel momento ha bisogno di aiuto!
Come già detto l’obbligo vale per tutti gli animali.
Dopodiché bisogna mettersi in contatto con un soccorso veterinario o una Forza di Polizia così come previsto per gli incidenti in cui sono coinvolte persone. Se, malauguratamente, l’animale dovesse morire all’impatto con il veicolo, sarà sufficiente chiamare soltanto una Forza di Polizia e andrà certificata la morte da parte di un medico veterinario.
Il soccorritore ha, inoltre, l’ onere di pagare le spese veterinarie non essendo prevista nessuna forma di partecipazione alla spesa da parte del Servizio Sanitario Nazionale.
Infatti la prestazione veterinaria d’urgenza o in emergenza è a pagamento, il Legislatore, nel riformare il Codice della strada, non si è posto il problema dell’obbligo ‘oneroso’; l’ atteggiamento della norma va più nella direzione di ‘chi sbaglia paga’: o si pagano le conseguenze dell’incidente o la multa.
Proprio questo aspetto rischia di vanificare tutti i buoni propositi e i progressi in tema di diritti degli animali che la Legge si era prefissata di raggiungere, poiché dinnanzi alla prospettiva di dovere affrontare spese il cui ammontare non è quantificabile fino all’ arrivo dei medici veterinari (si pensi al caso in cui l’ animale dovesse essere sottoposto ad un’ operazione) è altamente probabile che il conducente del veicolo si dia alla fuga nel tentativo di “farla franca”, soprattutto nella consapevolezza che la possibilità di essere identificato e sanzionato in determinate situazioni (per esempio lungo i tratti autostradali o in strade scarsamente frequentate in ore notturne) in assenza di testimoni è veramente molto bassa, omettendo di soccorrere l’ animale ferito ed abbandonandolo, così, quasi sicuramente ad un triste destino.
Per questo motivo sarebbe auspicabile che lo Stato si facesse carico del problema istituendo all’interno delle ASP delle apposite unità di pronto intervento gratuite e predisponendo un numero verde in servizio 24 h su 24.