A proposito di questi quattro…
Segnalazioni cinematografiche
di Massimo Arciresi
Animali selvatici (R.M.N., Romania/Francia/Belgio/Svezia, 2022) di Cristian Mungiu con Marin Grigore, Judith State, Macrina Bârlădeanu, Andrei Finţi
Le mini-comunità ostili agli “intrusi” finiscono spesso sotto la lente di autori acuti come Mungiu, il regista rumeno che, per le sue induttive analisi socio-politiche, gode di maggior visibilità. Qui ci porta in un composito paese transilvano, dove ritorna l’inaffidabile operaio Matthias, desideroso di ricongiungersi al figlio, ammutolito da uno shock, e all’ex-amante Csilla, quadro nell’industria locale; l’assunzione regolare di tre cingalesi nella struttura provoca una rivolta popolare, alimentata dai radicati pregiudizi che tengono al palo l’Europa, rappresentata da un osservatore francese. Sequenze magistrali (la brutale interruzione d’una spontanea armonia conviviale, la lunga, animata riunione della cittadinanza, pronta a sfociare in “guerra civile”), fino a una chiosa che più allegorica non si può.
Hypnotic (id., USA, 2023) di Robert Rodriguez con Ben Affleck, Alice Braga, William Fichtner, JD Pardo
Matrix, Identità, Se mi lasci ti cancello,The Truman Show (doppio Carrey…), Paycheck (a rinsaldare invece la presenza d’un pietroso Affleck), Inception… Prestiti, omaggi, evocazioni, criptocitazioni, scopiazzature, scimmiottamenti, fate voi: sta di fatto che il factotum Rodriguez (ancora sceneggiatore, produttore, operatore, montatore) confeziona un altro godibile film di serie B (incentrato su un agente disperato per la sparizione della sua bambina e a caccia d’un enigmatico ipnotista), solo più sfacciato nelle somiglianze. Spiacciono giusto il finale sbrigativo e l’auto-suggerimento per una nuova saga.
Come pecore in mezzo ai lupi (Italia, 2023) di Lyda Patitucci con Isabella Ragonese, Andrea Arcangeli, Clara Ponsot, Tommaso Ragno
Ce lo aveva già suggerito l’ottimo L’ultima notte di Amore: qualcosa (di buono) si muove all’interno del genere nostrano, desideroso di rispolverare i serrati e imitati polizieschi (o crime movies, dipende dall’angolo d’osservazione) che furono e contaminarli di noir internazionale odierno. In quest’opera prima per il grande schermo d’una regista da seguire, un’agente dai nervi logori (Ragonese, bravissima) infiltrata in una banda serba senza scrupoli si ritrova a organizzare un colpo con il fragile fratello minore (Arcangeli, per contro sempre più solido), votato unicamente ad assicurare un futuro alla figlioletta. Si distingue la grana di una sceneggiatura pressoché impeccabile (di Filippo Gravino), che mette a fuoco da subito la ferocia dell’ambiente e la psiche compromessa della doppiogiochista.
Mission: Impossible – Dead Reckoning: Parte uno (Mission: Impossible – Dead Reckoning: Part One, USA, 2023) di Christopher McQuarrie con Tom Cruise, Hayley Atwell, Rebecca Ferguson, Vanessa Kirby
Ogni gran finale che desideri farsi notare non può prescindere dallo sdoppiamento (che nelle vicende spionistiche dell’irriducibile Hunt, alias lo spericolato Cruise, ci può perfino stare). Quindi, teniamoci per un anno (scarso) questo cliffhanger, in attesa di capire meglio il passato remoto del nostro e se, con la fedele squadra, la spunterà su un’intelligenza artificiale e sul suo scagnozzo vero (un resuscitato Esai Morales) nella conquista d’una preziosa chiave. Quota aumentata di sentimenti e partner femminili (torna Ilsa, entra – per restare – Grace). Corposo, scorrevole, s’inchina al primo capitolo.