Più di un centinaio di istituti scolastici palermitani e della provincia apre il nuovo anno scolastico all’insegna del disastro. Le cause? Carenza organica di collaboratori addetti all’igiene e al controllo
di Rossella Scimeni
Insufficienza organica, carenza igienica, riduzione dell’orario delle lezioni. E’ all’insegna di questi fattori che si apre il nuovo anno scolastico per un centinaio di istituti palermitani e della provincia dove prestavano servizio gli oltre 500 collaboratori scolastici tagliati fuori dalle procedure di stabilizzazione.
Ben 519 persone che non solo hanno perso il proprio posto di lavoro, ma che non percepiscono lo stipendio dallo scorso marzo. Insomma, intere famiglie sul lastrico. Si tratta di lavoratori dipendenti delle cooperative convenzionate, dal 2000 al 2013, con l’Ufficio scolastico provinciale, e senza retribuzione ormai dal mese di marzo. Molti di questi collaboratori scolastici sono ex Lsu (lavoratori socialmente utili) che prestano servizio nelle scuole da oltre 20 anni.
La mancanza di queste unità lavorative, addette alla pulizia e al controllo, ha costretto parecchie scuole a ridurre le ore di lezione. Le ore minime necessarie per consentire lo svolgimento normale delle ore di lavoro è di 200 ore. In questo modo si rischia, invece, di invalidarlo totalmente, riducendolo molto al di sotto del minimo. A Palermo, in particolare, due scuole su tre hanno dovuto dimezzare il proprio orario. Così, l’anno scolastico, già deficitario di personale docente, con questa carenza pure di collaboratori corre seri rischi. Dopo essere iniziato male rischia di proseguire peggio. Se il problema non trova una soluzione immediata, il pericolo peggiore è di avere un anno scolastico che non raggiunga le ore minime di durata.
A fronte dei tanti precari che potrebbero garantire alle scuole di funzionare in piena sicurezza e igiene è evidente che la scelta del Governo di continuare a tagliare, crea un vero e proprio disastro.
Nel frattempo a pagarne le conseguenze sono prevalentemente le scuole sommerse dalla sporcizia.
La situazione ha raggiunto, ormai, livelli di emergenza. Non solo è urgente garantire la continuità lavorativa ai 519 collaboratori, ma è altrettanto urgente una nuova dotazione organica con le figure necessarie al reale funzionamento delle scuole di Palermo e provincia.
Giunti al punto in cui siamo, è indispensabile creare una forte sinergia fra amministrazione comunale, Prefettura, assessorato regionale all’Istruzione e Ufficio scolastico regionale che richiami il governo nazionale affinché individui subito le soluzioni alle vertenze, i precari della scuola e gli ex Lsu, dalle quali dipende il funzionamento dell’intero sistema scolastico. Certo la politica più semplice perseguita sino a ora è stata quella del taglio di organico. Ma ciò che occorre, invece, è rideterminare gli organici di collaboratori scolastici, assistenti tecnici, personale di segreteria, ampliare i posti, assicurando lavoro ai precari e, di conseguenza, una scuola che funzioni.
La stabilizzazione di questo personale potrebbe essere garantita attraverso una normativa che ha consentito l’inquadramento di analoghe figure professionali dei comuni siciliani grazie alla legge finanziaria del 2007. Quindi, gli estremi legislativi, come suggeriscono tutti i sindacati, esistono.