Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Anoressia. Belle e magre a tutti costi

Cercare la perfezione del proprio fisico fino a farsi del male. Protagoniste involontarie di una storia molto spesso al femminile che, da qualche anno, si ripete di famiglia in famiglia, di paese in paese. La storia di Rossella e Aurora e della loro battaglia contro l’anoressia

di Patrizia Romano

Anoressia. Useremo nomi di fantasia. Il solito escamotage usato dai media per tutelare, in qualche modo, le persone di cui non si vogliono e  non si possono fornire le generalità.

Storie di vita


Le chiameremo Rossella e Aurora, le protagoniste involontarie di una storia molto spesso al femminile che, da qualche anno, si ripete di famiglia in famiglia, di paese di paese, magari con qualche piccola variante a seconda della personalità, del contesto familiare e del contesto culturale in cui si cresce.
Fino a qualche anno fa, Rossella era una ragazza come tante. Capelli ondulati che lasciava cadere liberi sulle spalle e che, ogni tanto, illuminava con qualche colpo di sole rosso fuoco. Carnagione bianca, occhi intensi e qualche brufolo sul viso quando eccedeva con la cioccolata.
Magra no. Ma nemmeno grassa. In carne, forse. Con un bel seno e delle forme delineate, con quell’andatura fluida e di classe che non puoi crearti artificialmente e che fa girare uomini e donne quando passi per strada.
Problemi di linea? Quelli ci sono sempre. C’è quel top che vorresti comprare, ma che non ti entrerà mai, e quella gonna che lascia intravedere l’obelico…..

Come resistere alle tentazioni di gola?

Però, alla fine, come fai a resistere alla pizzetta calda calda del panificio? Rinunciare alla pizza o rinunciare alla gonna?
Meglio alla gonna.
Così pensava Rossella qualche anno fa.

Più magre più belle

Adesso, invece, preferisce rinunciare alla pizza e privilegiare la gonna che le lascia l’ombelico scoperto. E pure il top aderente, magari due taglie più piccolo.
Adesso, però, la sua bella faccia diafana è ridotta a uno spigoloso  triangolo  che comprende zigomi e mento. Il seno si è ristretto, e di molto. E’ cascato e penzola. A Rossella si contano le costole.
Adesso Rossella non fa più le corse per la pizzetta calda calda di forno. Preferisce il thè, e ogni tanto. E la sera, quando esce, ordina un’acqua minerale. Perché non fa ingrassare. Zero calorie. Zero problemi con la bilancia. Wow!

“So badare a me stessa”

E con chi le fa notare che l’anoressia non perdona, che i provvedimenti sono necessari prima che sia davvero troppo tardi, che a proseguire su questa strada si finisce veramente male, Rossella preferisce tagliare i ponti. Di netto e senza un perché che non sia quel brusco “Occupati dei fatti tuoi. So badare a me stessa”.
Ma se la battaglia contro l’anoressia di Rossella è ancora tutta da combattere, quella di Aurora si è conclusa. Bene.

La lotta alla fame

Aurora ha conosciuto l’anoressia e ha preso come una sfida la lotta alla fame. Ha scoperto che si può vivere con una mela al giorno. Questione di sacrificio e di sforzo, ma anche di allenamento a sopportare la fame che ti attanaglia. E ti senti forte.
Per l’anoressia è finita in ospedale, dopo un lungo periodo di abulia in cui non le andava di fare niente, non si emozionava per niente.
“Vivevo soltanto per vedere l’alba” – racconta -.
Adesso Aurora sta bene, ha messo su qualche chilo. Vuole fare l’Università, provare a recitare.
Tutta un’altra musica, la vita.

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