Alla vigilia del secondo seminario del ciclo "Gioco o dipendenza?", che si terrà online venerdì alle 15, vi raccontiamo la drammatica storia della dipendenza di un bambino dai videogiochi che lo hanno ormai immerso in una realtà distorta. Importante intervenire tempestivamente, ai primi segnali.
Promossi dall'associazione Elementi creativi Aps, iniziano venerdì 4 febbraio i seminari che mirano a fornire strumenti per intercettare e contrastare le dipendenze. Nostra intervista a uno dei relatori.
Inizierà la prossima settimana il ciclo di seminari che, promosso dall'Associazione Elementi Aps, mira a fornire ai docenti gli strumenti per intercettare e contrastare la ludopatia nei ragazzi. Dalle 15 alle 17, il venerdì, a partire da venerdì 4 febbraio, l'appuntamento è online per parlare de “Il disturbo da gioco d’azzardo: inquadramento, epidemiologia del fenomeno, diagnosi e terapie”. La partecipazione ai seminari è gratuita.
Individuare la dipendenza da gioco si può. Con questo fine partirà dal prossimo 4 febbraio un ciclo di seminari gratuiti che vuole fornire metodo e strumenti ai docenti delle scuole per aiutare i ragazzi travolti dalla ludopatia. I seminari si terranno online il venerdì pomeriggio.
Il CNDDU vuole soffermarsi sul valore della solidarietà come baluardo di difesa dei diritti umani, proprio perchè la solidarietà è trasversale a culture, colore politico, religione.
In ogni incontro, della durata di quattro ore, si propongono ai bambini dei “giochi” che hanno lo scopo di stimolare le capacità coordinative del corpo e della mente. La partecipazione, per la quale bisogna prenotare, è gratuita.
Si comincia domenica con la festa di Santa Lucia per bimbi da 5 a 10 anni e già da domani sarà possibile consegnare le Scatole Scaldacuore.
Nel docufilm prodotto da Ficarra e Picone, Giovanni Cupidi racconta le mille difficoltà quotidiane affrontate da un disabile che vive in provincia di Palermo
Viaggio nei luoghi di Montalbano, così suggestivamente descritti dalla penna di Andrea Camilleri (Nella foto di copertina uno scorcio di Ibla)
Tra le violazioni dei diritti umani, la violenza contro le donne donne è tra le più complesse. La sua manifestazione è duplice, perché tocca sia la sfera fisica sia la sfera psicologica. In molti casi, sono le persone più vicine alle vittime a commetterla. Per tenere viva l’attenzione sul tema della violenza di genere, nel 1999 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una data non casuale, la cui scelta deriva da un grave evento avvenuto 60 anni fa e che vede coinvolte tre sorelle, Patria, Minerva e María Teresa Mirabal. Tre attiviste politiche, uccise a causa delle loro idee. Con questa giornata si rinnova l’invito ai governi e alle organizzazioni internazionali a cogliere quest’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito ad un tema che diventa sempre più allarmante. L’Inchiesta Sicilia ha voluto cogliere il parere di quella categoria che ogni giorno accoglie il grido di dolore di decine, centinaia, migliaia di donne mortificate nel proprio “genere”. Stiamo parlando dello psicoterapeuta. Una figura sempre presente accanto alle donne. Ancora di più, durante la pandemia e, dunque, durante i vari lockdown, in cui la violenza tra le mura domestiche si è acuita. Abbiamo chiesto l’autorevole opinione dell’ordine degli psicologi della Sicilia, che ha parlato attraverso la dottoressa Vania Blanco, psicologa, psicoterapeuta e consigliere dell'Ordine, che ha tracciato un quadro sintomatico del fenomeno.