Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

“ Arte e Terapia … Arte è Terapia ”

“Nell'atto di creazione di ciascun individuo l'arte nutre l'anima, coinvolge le emozioni e libera lo spirito, e questo può incoraggiare le persone a fare qualcosa semplicemente perché vogliono farlo. L'arte può motivare tantissimo, poiché ci si riappropria, materialmente e simbolicamente, del diritto naturale di produrre un'impronta che nessun altro potrebbe lasciare ed attraverso la quale esprimiamo la scintilla individuale della nostra umanità…" ( Bernie Warren) Arte e Terapia

di Redazione

Arte e terapia. Il valore catartico dell’Arte, fin dall’antichità oggetto di discussione, pare oggi un assunto certo e si annovera fra le poche verità del nostro “travagliato” secolo.

Arte e terapia

In tutte le epoche, l’uomo ha avuto necessità di esprimersi, di comunicare. Attraverso l’arte, ha potuto dare forma ad immagini, paure, sogni, emozioni e persino desideri non rivelabili ad altri.

E’ a partire da tali mondi immaginari rappresentati, dipinti o scolpiti, che nel tempo, si è accostata la figura dell’artista con quella dell’uomo psichicamente “instabile”. Ed è a partire da tali “squilibri” che sono nate le opere di Michelangelo,  Richard Dadd, Vincent Van Gogh, James Ensor,  Camille Claudel, Jackson Pollock.

Mostri sacri delle Arti Visive che, pur sconoscendo l’aspetto “terapeutico”, hanno prodotto, lasciandoci testimonianza del tormento interiore che il canale “Arte” ha permesso di esprimere.

Se da un lato, l’Arte prodotta dagli addetti ai lavori è una forma di comunicazione, dall’altro, è l’accoglienza di chi la fruisce a tradurla in stati d’animo. Però, attraverso il rispecchiamento di moti interiori, piacevoli o meno, consapevoli o meno. Edith Kramer considerava l’opera d’arte come un “contenitore di emozioni” e l’atto stesso del creare come di per sé terapeutico.

L’arte tradizionale e l’arte terapia

Ma cosa distingue allora l’Arte, come tradizionalmente intesa, dall’Arte Terapia?

Una moltitudine di fattori.

E’ vero che l’Arte Terapia affonda le sue radici nel campo dell’arte, ma è anche vero, che con lo stesso slancio, indaga quello della psicoanalisi. Ricavando, comunque, da ambedue meccanismi funzionali al processo terapeutico. E, inoltre, costituendo uno spazio intermedio in cui le due discipline si riflettono e si integrano, attraverso il lavoro simbolico.

La produzione all’interno di un laboratorio di ArteTerapia non hanno finalità tecniche o estetiche. Esse sono il principale strumento di relazione con se stessi e con l’altro; il linguaggio artistico è inteso come mezzo per raggiungere il fine terapeutico.

L’Arteterapeuta, adeguatamente formato a competenze sia artistiche che psicologiche, deve saper accogliere, legittimare, amplificare il messaggio del paziente-utente nell’atto del fare (processo creativo). Però, cogliendone non la bellezza, il gradevole o il piacevole, ma il significativo, il comunicativo e lasciando che le immagini parlino per loro.

La sfera emotiva

E’ dunque un percorso terapeutico. Un intervento di aiuto e di sostegno a mediazione non-verbale, attraverso l’uso dei materiali artistici. Ciò si fonda sul presupposto che il processo creativo messo in atto nel “fare arte” produce benessere e salute. Inoltre, migliora la qualità della vita, attraverso il recupero e la crescita  della sfera emotiva, affettiva e relazionale.

L’arte terapia in ambito clinico

E’ per tali ragioni che le artiterapie vengono da tempo utilizzate sia in ambito clinico che in ambito socio-educativo. Dalle scuole ai servizi psichiatrici, dagli ospedali alle comunità di recupero, a favore di bambini e adolescenti, adulti e anziani.

Assistiamo ancora ad oggi ad una grande confusione del pubblico circa i confini che distinguono l’Arte. L’arte, prodotta dai professionisti, dagli elaborati creati in un laboratorio di ArteTerapia.

Il linguaggio dell’arte

Il linguaggio di un professionista dell’Arte, dando per scontato un pregresso bagaglio culturale, normalmente, parte da ricerche di natura tecnica, estetica, formale … e quand’anche così non fosse, è frutto di una scelta stilistica, di ricerca o altro.

Nell’ArteTerapia questo “bisogno di competenza”, tecnica, estetica, formale, non sussiste ed è a partire da queste ragioni che può essere somministrata a chiunque; l’intento, dunque, non è quello di produrre opere d’Arte (anche se, non di rado, la potenza comunicativa di alcuni elaborati ha dimostrato pari dignità).

La materia fluisce senza arrestarsi

Francis Bacon scriveva che “La materia fluisce senza arrestarsi mai. Solo le cose che restano costanti e immutabili impediscono che gli individui abbiano la durata di un attimo”.

L’arte lascia un segno

Insita in ciascun individuo vi è, dunque, una necessità di lasciare segni del proprio passaggio. Ma anche tracce del proprio cammino o, addirittura,  tradurre la sofferenza in qualcosa di più tangibile delle parole.

Assodato che il vecchio concetto di “L’Arte per l’Arte” appare da secoli ormai superato. Consolidato pure che l’innata sensibilità di alcuni Artisti li ha portati a sconfinare oltre le pareti del proprio atelier. Si rintraccia nell’Arteterapia una dimensione decisamente più sociale, che mette a disposizione di chi soffre gli strumenti per esprimere il proprio mondo interiore.

Persone che non possono, non vogliono e non sanno esprimere con mezzi altri il proprio vissuto hanno, attraverso il setting arteterapeutico, la possibilità di farlo.

Arte e psicoanalisi

E allora, perché non offrire questi strumenti che hanno padri tanto nobili, quali possono essere Arte e Psicoanalisi, per alleviare il dolore altrui?

Si tratta di credere, senza confusioni di categoria, alle parole di Rudolf Arnheim e abbandonarsi ad esse. In questo modo sarà possibile riscoprire la bellezza di incontrare o ri-incontrare la vera essenza, l’unicità e la preziosità dell’essere umano. La funzione benefica dell’ Arte ci permette di tollerare l’intollerabile della vita.

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