Quando la voglia di cibi salutari diventa un’ossessione. I consigli della nutrizionista per una sana alimentazione.
di Arianna Zito
Come è cambiato negli anni il nostro approccio al cibo? Stiamo diventando tutti più attenti a ciò che mangiamo? Del resto medici ed esperti ripetono, senza sosta, che un’alimentazione sana ed equilibrata previene moltissime malattie anche gravi. Pochi anni orsono bastava sostituire il pane bianco con quello integrale per entrare già in una dimensione salutista. C’era anche chi si avvicinava alla cucina macrobiotica o chi diventava vegetariano. Ma erano in pochi. Oggi, invece, fortunatamente sembrano farsi largo sul tema dell’alimentazione scelte più consapevoli, voglia di cibi integrali e naturali, verdura e frutta a chilometro zero.
Ma quando tutta questa voglia di cibi salutari diventa un’ossessione?
“In questo caso – afferma la dottoressa Daniela Maggio, specialista in Scienza dell’Alimentazione all’Ospedale Villa Sofia di Palermo – siamo di fronte ad una vera e propria patologia, l’ortoressia. Se dovessimo fare attenzione a tutto ciò che irradiato, conservato, colorato noi dovremmo assolutamente digiunare o vivere in un’isola deserta. Allora credo che la cosa più razionale da fare sia far nostra la locuzione latina in media stat virtus.
Nel mio lavoro di nutrizionista, infatti, sono molto moderata, detesto gli eccessi. Purtroppo la tecnologia in questo caso non sempre ci viene in aiuto, anzi, da questo punto di vista è negativa, perché chiunque può scrivere su internet anche cose non validate scientificamente e ci sarà sempre qualcuno che, alla fine, ne verrà sicuramente condizionato. Penso che tutti gli estremismi siano da bandire”.
È il caso della campagna contro l’olio di palma?
“Che si sia posta l’attenzione su un olio, che ha una percentuale di grasso saturo che sicuramente non fa bene ed è estremamente utilizzato, è certamente positivo poichè – sottolinea Daniela Maggio – si svegliano le coscienze ma, insieme all’olio di palma, ci sono una quantità di conservanti, coloranti e dolcificanti che, con studi certificati, sappiamo che fanno sicuramente male. Ci sono gli antibiotici, l’anidride solforosa o i nitriti della carne che sono – scientificamente provato – cancerogeni. Sostanze che sono molto più dannose e molto più presenti dell’olio di palma. Non possiamo fare una campagna mediatica solo sull’olio di palma”.
Cosa dovremmo mangiare per mantenerci in linea e in salute?
“Partendo dall’assunto che – effettivamente – andando avanti con l’età le calorie devono essere diminuite e quindi si deve realmente mangiare in maniera molto più misurata ma molto bilanciata, bisogna comunque evitare le esasperazioni nelle diete. Ad esempio, queste diete iperproteiche ad oltranza che poi ti ripagano di interessi in negativo nel senso che poi accumuli, invece, massa grassa. Io trovo dannose anche quelle diete totalmente squilibrate come, ad esempio, come la dieta Lemme che fa mangiare la pasta la mattina o la Dukan che potrebbe provocare un danno renale significativo. Allora da un punto di vista nutrizionale bisogna, sicuramente, optare per una dieta ricca di fibre con i famosi 5 pasti di frutta e verdura al giorno. Stando rigorosamente attenti alla stagionalità e alla provenienza. L’ideale sarebbe avere un orto personale o comunque conoscere la filiera della produzione. Dunque una maggiore attenzione e consapevolezza dei prodotti acquistati ma con un approccio sereno nel fare la spesa, altrimenti c’è il rischio di farla diventare una sorta di indagine burocratica”.
Poi, cos’altro?
“Io continuo a sostenere la dieta mediterranea e sostengo l’utilizzo della carne rossa, almeno ogni due settimane. La carne rossa contiene vitamina b12 e soltanto dalla carne rossa possiamo assimilarla al meglio. Le diete che propongo ai miei pazienti, sono diete assolutamente bilanciate. Con il vecchissimo metodo che ci ha insegnato il Ministero della Salute: 55 % di carboidrati, 15 % di proteine e 30 % di grassi, bilanciando questi grassi chiaramente con una maggiore prevalenza di acidi grassi polinsaturi, gli omega 3 e gli omega 6 che sono sicuramente benefici e mantengono sotto controllo trigliceridi e colesterolo”.
Senza l’ausilio delle statine
“Le statine – sostiene la nutrizionista – dovrebbero essere proprio l’ultima spiaggia. Quando c’è, ad esempio, un paziente con problemi cardiovascolari e quindi i problemi causati dalle statine sono sicuramente minori di un possibile accidente cardiovascolare. A quel punto se il medico impone la statina perché ha valutato il problema cardiovascolare non posso fare altro che accettare. Però quando c’è quella dislipidemia iniziale, banale, è chiaro che l’approccio deve essere attività fisica, correzione della dieta e integratori.
Ai miei pazienti dislipidemici una delle prime cose che consiglio è ovviamente l’attività fisica, l’unica cosa che agisce sul colesterolo endogeno. Per quanto riguarda il colesterolo esogeno, invece, bisogna sfatare un mito: le uova, demonizzate per anni, anche se si è ipercolesterolemici se ne possono mangiare due a settimana. Le uova hanno una quantità enorme di proteine ed è un alimento quasi completo. Ai miei pazienti, ad esempio, faccio fare delle frittate anche con molti albumi e, poi, il colesterolo si può tenere a bada anche con degli integratori“.
In quest’ultimo periodo si parla molto della cosiddetta dieta del digiuno.
“Una sorta di purificazione. È indubbio che siamo intossicati da tante sostanze presenti negli alimenti. Queste sostanze “insultano” il nostro sistema immunitario e quindi stimolano la produzione di anticorpi e quindi una cascata tossica, in qualche modo, per l’organismo. Rispetto ai nostri nonni abbiamo un sistema immunitario compromesso e, di conseguenza, siamo tra virgolette intossicati. Quindi un digiuno limitato, sotto controllo medico, non credo sia affatto dannoso penso anzi che possa disintossicare”.
Qualche consiglio per prepararsi alla prova bikini
“Un’alimentazione bilanciata con 5 pasti al giorno. Non lasciare passare più di tre ore tra un pasto e l’altro per ovviare il problema dell’insulino-resistenza. Quindi colazione, spuntino, pranzo, merenda, cena. Dividere i carboidrati dalle proteine e quindi, ad esempio, un piatto di pasta a pranzo e sempre la presenza delle fibre, quindi dell’insalata a pranzo e delle verdure bollite o grigliate a cena o viceversa. La presenza delle verdure ai pasti fa sì che le fibre inibiscano l’assorbimento dei grassi e degli zuccheri. Bere molta acqua perché chiaramente l’acqua drena e aiuta a mantenere l’intestino pulito. Se c’è un carboidrato da privilegiare ad un altro, in questo momento per perdere un po’ di peso, è la pasta rispetto al pane perché il lievito comunque è più difficile da metabolizzare e, in qualche modo, gonfia. Non togliere nessun alimento e fare attività fisica.
Il mio consiglio – conclude la nutrizionista Daniela Maggio – è sempre quello di fare l’attività fisica più economica e più facile da compiere, ossia, i 10 mila passi al giorno. Una camminata a passo veloce almeno 3 volte alla settimana. Non meno di 30/35 minuti di seguito, senza fermarsi a parlare con l’amico o a guardare le vetrine, perché i primi 35 minuti si bruciano gli zuccheri e si incominciano a bruciare davvero i depositi di grasso“.
Articolo tratto da: www.medisalute.it