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Autenticazione a due fattori: quanto è importante?

Continua la carrellata di articoli per aiutarci a difenderci dagli attacchi hacker e tutelare i nostri dati sul web.

di Federconsumatori Sicilia

Sempre più spesso, quando proviamo ad entrare nella nostra casella email, sul sito della banca, nei nostri profili social, ci viene chiesto di attivare e di usare la cosiddetta “autenticazione a due fattori”, in inglese 2 Factor Authentication (2FA).

Con questa definizione si intende un modo più sicuro per proteggere i nostri dati personali, che è molto più difficile da violare rispetto alla classica combinazione semplice di nome utente e password.

Ma cos’è esattamente l’autenticazione a due fattori e, soprattutto, come usarla al meglio per proteggere i nostri dati online?

Autenticazione a due fattori: cosa vuol dire?

Per autenticazione a due fattori si intende un processo tramite cui un sito riconosce l’utente e gli permette di accedere al suo profilo. Per farlo, però, non si limita a chiedere il nome utente e la password: chiede anche qualcosa in più, che è proprio il secondo fattore di autenticazione.

Ciò vuol dire che, quando c’è l’autenticazione a due fattori attiva, quasi sempre c’è comunque la necessità di inserire username e password. Il secondo fattore, invece, varia dal sistema di autenticazione scelto da quel sito o app.

Molte volte viene chiesto di registrare il proprio numero di telefono come secondo fattore. In questi casi, dopo aver inserito nome utente e password, l’utente riceve un SMS sul proprio cellulare con un codice che deve inserire per accedere al sito. Questo codice viene chiamato OTP: One Time Password, cioè password usa e getta.

In alternativa, come secondo fattore è possibile usare un’app specifica, che genera dei codici casuali della durata di pochi secondi. Quando viene richiesto il secondo fattore, l’utente apre l’app e legge in tempo reale il codice da inserire.

Recentemente, con la diffusione delle cosiddette passkey, è possibile usare la 2FA con la propria impronta digitale, o anche il volto: quando il sito o l’app chiederanno di inserire il secondo fattore basterà sbloccare il telefono con l’impronta o inquadrando il volto.

Perché la 2FA è importantissima

Rubare un nome utente e una password, ormai, è qualcosa di molto facile e, purtroppo, il dark web è pieno zeppo di database in vendita con migliaia e migliaia di credenziali al loro interno.

Con una autenticazione classica ad un solo fattore, quindi, è assolutamente possibile violare una casella di posta, un profilo Facebook o Instagram, un conto online. Con l’autenticazione 2FA, invece, è molto più difficile.

Innanzitutto perché il secondo fattore è molto più difficile da rubare: gli hacker devono entrare in possesso fisicamente del nostro telefono per leggere il codice OTP inviato dal sito. Se poi il secondo fattore è l’impronta non basta nemmeno avere il nostro telefono in mano, serve anche il nostro dito.

Poi c’è anche da considerare che, quando qualcuno prova a violare un account protetto da 2FA l’utente riceve sul telefono la richiesta di inserire il secondo fattore. E se non è stato lui a fare l’accesso, come in questo caso, capisce subito che qualcuno sta provando a farlo da qualche parte nel mondo.

Così ha più tempo per intervenire, cambiando password e togliendo anche il primo fattore all’hacker.

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