di Marcello Cardella*
Dopo la scoperta da parte della Guardia di Finanza di call center, in cui operavano giovani lavoratori, i sindacati incalzano con le richieste a tutte le società di telecomunicazioni dati concernenti le attività conferite in appalto, alle delocalizzazioni, nonché al numero dei lavoratori interessati dipendenti delle ditte appaltatrici e delle attività eventualmente soggette a subappalto.
La scoperta da parte della Guardia di Finanza di Palermo di un call center nel quale operavano giovani lavoratori in nero, è l’amara conferma di quanto il sindacato siciliano sospetta da qualche tempo, e, purtroppo, temiamo rappresenti solo la punta di un iceberg.
Tutto ciò ci incoraggia a proseguire la nostra battaglia per sconfiggere ogni tentativo di ‘drogare’ un mercato nel quale il lavoro cattivo rischia di schiacciare quello buono, facendolo perdere a migliaia di giovani.
Non a caso, in questi mesi abbiamo richiesto a Telecom Italia, dati concernenti le attività conferite in appalto, alle delocalizzazioni, nonché al numero dei lavoratori interessati dipendenti delle ditte appaltatrici e delle attività eventualmente soggette a subappalto.
Riteniamo prioritario, a questo punto, estendere la richiesta a tutte le Aziende di Telecomunicazioni che operano sul nostro territorio, per bloccare un fenomeno in aumento.
È necessario, però, che le Aziende cosiddette committenti facciano la propria parte, intensificando la vigilanza e i controlli e agendo eventualmente con le denunce che la legge e i loro codici Etici prevedono, senza se e senza
*coord.re reg. Slc-Cgil Sicilia