Ammontano a 371.000 le diagnosi di tumore nel solo 2019 (196.000 uomini e 175.000 donne), con 53.500 casi di tumore alla mammella, quale tumore più frequente: questi i dati che emergono dal Rapporto Aiom – Airtum denominato “I numeri del cancro in Italia 2019”, presentato nel Settembre 2019, e che ben delinea la dimensione di un problema mai tramontato.
Una malattia invalidante, ma combattuta con determinazione dal mondo della medicina: grazie all’avanzamento della ricerca, infatti, si assiste infatti a un progressivo amento della sopravvivenza nel tempo, come riporta il Rapporto sopra citato, con il 63% delle donne e il 54% degli uomini vivi a cinque anni dalla diagnosi, sempre nel 2019.
Da qui l’importanza di una diagnosi tempestiva ed efficace e di una terapia all’avanguardia per sondare le quali abbiamo sentito il parere autorevole del Dottor Giuseppe Imbornone, Medico – Chirurgo presso Breast Unit ARNAS Civico di Palermo che, da anni, si batte per la prevenzione dei tumori, anche attraverso la costituzione dell’Associazione Onlus Il Quadrifoglio Rosa che si occupa proprio di educare alla prevenzione primaria e secondaria.
Cos’è il cancro al seno
Dottor Imbornone, può dare una definizione di cancro al seno?
“Il termine cancro indica generalmente una neoplasia maligna, nel caso specifico della ghiandola mammaria si tratta di una proliferazione incontrollata di cellule ghiandolari mammarie. Queste, oltre ad aumentare progressivamente di numero, formando nel tempo un tumore (dal latino tumor, rigonfiamento), arrivano a infiltrare organi a distanza, dando origine a quelle che chiamiamo metastasi. Il carcinoma della mammella è la neoplasia più frequente che interessa il sesso femminile e rappresenta la principale causa di morte femminile per neoplasia”.
Fondamentale la diagnosi precoce
“Una malattia con aumentata incidenza, ma con una diminuita mortalità, grazie alla diagnosi precoce o, sarebbe meglio dire, preclinica, cioè prima che si manifesti il tumore stesso. Ecco perché, a mio avviso, il messaggio cruciale che deve passare è che prima si fa la diagnosi e più probabilità di guarigione esistono per i pazienti e le loro famiglie.
Alla luce dell’importanza della diagnosi precoce, quali tecniche diagnostiche sono più indicate?
“L’esame principe è la mammografia con cui si fanno i controlli già dopo i quarant’anni, una volta l’anno, con la visita integrata dall’ecografia. Nel caso di dubbi diagnostici esistono altri esami e procedure che integrano e facilitano la diagnosi, come le biopsie chirurgiche. La diagnosi precoce, come dicevo, è molto importante perché il cancro al seno, se diagnosticato in una fase iniziale, è trattato in maniera chirurgica meno demolitiva. In questo caso può essere debellato definitivamente, sempre con l’avvertenza di sottoporsi a controlli periodici”.
Diagnosi e terapie
Quali sono i trattamenti più IDONEI e quali i tassi di sopravvivenza dei pazienti?
“Se la diagnosi precoce è importante per curare la malattia, il trattamento dipende dal concetto di stadiazione. Questo è il momento diagnostico che permette di poter formulare una prognosi e scegliere il tipo di trattamento migliore per il paziente. Esemplificando, lo stadio 1 si riferisce a tumori in fase iniziale, che misurano meno di due centimetri e non si sono diffusi ai linfonodi né ad altre parti del corpo. Il trattamento per queste forme tumorali consiste nella rimozione chirurgica della formazione, attraverso per esempio la tumorectomia, cioè l’asportazione del solo tumore e di un piccolo bordo di tessuto normale che lo circonda. In caso di tumori allo stadio 1 i tassi di sopravvivenza a cinque anni sono prossimi al 100%. Per i tumori allo stadio 4, ovvero i tumori metastatici che si sono diffusi ad altri organi, come ossa, fegato, polmoni, dobbiamo dire che si tratta di una diagnosi grave. Ma mai, comunque, una sentenza di morte: in questo caso le terapie possono comprendere chemioterapia, radioterapia, terapia ormonale, farmaci biologici”.
Autopalpazione e cancro al seno
Si parla tanto di autopalpazione al seno in termini di prevenzione: come si effettua e quando è consigliata?
“L’autopalpazione è una parte importante dell’autoesame che inizia con l’ispezione propria davanti allo specchio. Va fatto sia frontalmente che lateralmente, osservando eventuali anomalie delle linee e delle forme. Dopo un’attenta osservazione, ci si deve sottoporre alla palpazione, magari meglio eseguita se sdraiate con un cuscino sotto l’emilato da palpare”.
Come fare
“Si usa la mano destra con i polpastrelli uniti per la mammella sinistra e viceversa, spostandosi dal centro alla periferia. Non bisogna tralasciare di palparsi sotto le ascelle, effettuando anche la spremitura delicata dei capezzoli, osservando l’eventuale presenza di secrezioni chiare o lattescenti. Un segreto è quello di fare l’autoesame subito dopo la visita medica e farlo regolarmente; se mestruate, il periodo ideale è dal settimo al dodicesimo giorno dall’inizio delle mestruazioni”.