Prosegue l’informazione e la sensibilizzazione contro il caporalato in Sicilia e lo sfruttamento dei lavoratori stranieri nel settore agricolo promossa dalla Regione.
Come sappiamo, la Regione Siciliana, attraverso l’Ufficio speciale immigrazione dell’assessorato della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, ha avviato una serie di azioni finalizzate alla prevenzione e al contrasto al caporalato nel settore agricolo. Tali azioni, rivolte ai lavoratori stranieri, mirano a fornire loro, assistenza alloggiativa, integrazione, salute e mobilità.
Programma Su.Pr.Eme. Italia
L’iniziativa, che ha destato molto clamore, rientra all’interno del programma Su.Pr.Eme. Italia (Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle cinque regioni meno sviluppate), inserito nell’ambito del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato, approvato in seno allo specifico Tavolo Caporalato promosso dalla direzione generale Immigrazione del ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
Finanziamenti
Su.Pr.Eme. è finanziato dai fondi Amif- Emergency Funds della Commissione Europea – DG Migration and Home Affairs e ha dei costi considerevoli. Il partenariato è guidato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali – Direzione generale Immigrazione (capofila) coadiuvato dalla Regione Puglia (coordinatore) insieme alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Siciliana e l’Ispettorato nazionale del lavoro, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e Nova consorzio nazionale.
Informazione e sensibilizzazione sul fenomeno del caporalato in Sicilia
Tra le azioni promosse dall’Ufficio speciale immigrazione sul territorio regionale nell’ambito di Su.Pr.Eme. e P.I.U. Su.pr.Eme, la sensibilizzazione dei giovani è tra le più importanti. Prosegue, quindi, l’informazione e la sensibilizzazione rivolta alla popolazione.
Un proliferare di iniziative all’interno della campagna di sensibilizzazione
Oggi è una giornata molto intensa sul piano dell’informazione e della sensibilizzazione. Infatti, alle 9.00, al cinema Grivi di Enna, la campagna della Regione Siciliana “Diritti negli occhi” sarà presentata agli alunni delle scuole superiori dei territori di Enna e Caltanissetta. Nel pomeriggio, l’assessore regionale alla Famiglia, alle Politiche Sociali e al Lavoro, Antonio Scavone presiederà un workshop che coinvolge Istituzioni pubbliche, rappresentanze sindacali, realtà del terzo settore e associazioni datoriali.
Dopo i saluti istituzionali, si darà il via ai lavori dedicati alle scolaresche. A seguire, proiezioni di reportage, nonché dibattiti.
Poi, ci sarà pure l’intermezzo musicale e spettacolo finale, cui seguirà un momento di riflessione con i ragazzi e il lancio del contest “Diritti negli occhi. Partecipa anche tu”.
E la propaganda prosegue
Nel pomeriggio, visita al Polo sociale integrato per stranieri di Enna, al Centro polifunzionale di viale delle Olimpiadi 155, punto di riferimento per i cittadini extra Ue; che nessuno, normalmente, si fila neanche di striscio.
Sempre nel pomeriggio, altro workshop presso l’Università Kore di Enna, cui parteciperanno Istituzioni pubbliche, rappresentanze sindacali, del terzo settore e associazioni datoriali.
Insomma, niente male.
Tanto clamore sulla campagna di sensibilizzazione
La campagna, promossa dalla Regione in lungo e in largo, per informare e sensibilizzare la popolazione sul fenomeno del caporalato in Sicilia nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme., continua a destare tanto clamore.
E’ stata presentata e continua ad essere presentata dall’assessore Scavone e da tutto il suo seguito, come una campagna di comunicazione di grande significato sociale.
Una campagna che osanna l’operato della Regione
Una campagna che racconta quello che è stato fatto dalla Regione contro il caporalato in Sicilia in tutti questi anni di Giunta Musumeci. La sensibilità delle Istituzioni nei confronti di una parte di popolazione meno fortunata, che è quella che spesso subisce fenomeni di illegalità come, appunto, quello del caporalato nelle campagne. Per non parlare dei continui interventi fatti dalla Regione nell’ambito dell’accoglienza, della prevenzione, della tutela della legalità, della formazione.
Ci chiediamo come sia possibile, quindi, che nonostante questi continui interventi e questa accorata campagna di sensibilizzazione, sulle aree agricole siciliane insista più di mezzo milione di persone coinvolte nello sfruttamento, di cui 180 mila che vivono in condizioni disumane.
Il capolarato in Sicilia
In Sicilia, l’agricoltura si è riprodotta attraverso processi di delocalizzazione, riducendo i costi di produzione attraverso lo sfruttamento della forza lavoro degli immigrati. La loro presenza nelle aree rurali del Sud, e in particolare in quelle siciliane, sta contribuendo in modo molto significativo a produrre importanti stratificazioni social
Ed è proprio tra queste pieghe sempre più sinuose che si fa strada il caporalato in Sicilia. Un fenomeno crescente dove l’attività di intermediazione, svolta dalla figura del caporale, rappresenta un vero e proprio dominio sui lavoratori. Un dominio esercitato attraverso minacce, ricatti, violenze fisiche e psichiche, abusi sessuali.
Chi coinvolge
Si tratta prevalentemente di migranti regolari, molti dei quali in attesa di rinnovo del permesso di soggiorno. Altri, invece, sono rifugiati, richiedenti asilo ai quali, però, non viene riconosciuto il diritto a lavorare. Ed è così che diventano preda dei caporali, sempre in agguato.
La loro giornata lavorativa dura in media 10/12 ore e comincia alle 5.00 del mattino. Mentre il salario giornaliero si aggira intorno ai 30 euro per 100 cassette di raccolto al giorno.
Cosa prevede il contratto
Secondo le norme contrattuali, la loro assunzione dovrebbe avvenire tramite uffici preposti. La paga dovrebbe essere di 6,20 euro e la giornata lavorativa di 6 ore e trenta minuti.
Tutto questo è possibile perché mancano i controlli.
La Sicilia dispone di 94 ispettori in tutto. L’Inps, 99. Mentre i carabinieri del gruppo tutela del lavoro in tutta l’Isola sono appena una settantina.
Non c’è campagna di sensibilizzazione che tenga
Di fronte a tutto questo, non ci sono campagne di sensibilizzazione che la Regione potrà promuovere per combattere il caporalato in Sicilia. Il fenomeno persisterà, continuando a mietere vittime in ogni loco all’infinito.