Con il ruolo di Adalgisa nella Norma di Bellini, Carmela Remigio torna al Teatro Massimo di Palermo, dove nel ’93 fece il suo debutto in un’opera lirica
di Clara Di Palermo
La Norma di Bellini riporta al Teatro Massimo di Palermo Carmela Remigio, soprano bella e raffinata che proprio al Massimo debuttò in un’opera lirica, dopo essere arrivata prima, appena ventenne, al “Luciano Pavarotti International Voice Competition” di Philadelphia.
Quanto ha trovato cambiata questa città rispetto al giorno del suo debutto?
“Il mio debutto assoluto in un’opera lirica è avvenuto proprio a Palermo, nel 1993. Allora avevo appena vent’anni e venni scritturata da Giampaolo Testoni per la parte della protagonista nell’Alice, un’opera contemporanea. Da allora sono tornata al Massimo varie volte (con I capuleti e i Montecchi di Bellini, Dido and Æneas di Purcell, La bohème di Puccini, The Rake’s Progress di Stravinksij, nonché il Requiem di Faurè e la Messa in do minore di Mozart, ndr). Sicuramente, negli anni, Palermo è cambiata: oggi è più moderna, dinamica, una città ben proiettata verso il futuro, con giovani pieni di entusiasmo, energie, idee e, soprattutto, molto determinati a costruire realtà diverse da quelle in cui sono nati”.
Cosa le piace di più e cosa cambierebbe di Palermo?
“Quando si prepara un’opera si lavora moltissimo in teatro, quindi non ho tutto il tempo che vorrei per godermi pienamente Palermo. Cerco comunque, tra una prova e un’altra, di concedermi delle passeggiate senza una meta precisa attraverso i vicoli e gli scorci più suggestivi e decadenti di questa città. Basta poco per ritrovare la serenità e la concentrazione in questi luoghi: il sole pieno, caldo, con la sua luce quasi del colore delle arance, i profumi e i colori del Mercato del Capo, per non parlare delle grandi meraviglie architettoniche e artistiche che si nascondono dietro ogni angolo. E per finire, una fetta di cassata e un buon caffè prima di tornare in teatro!”.
Una carriera lastricata di successi quella della Remigio, appassionatasi da giovanissima alla musica (a 5 anni già studiava violino, la passione per il canto arrivò a 15 anni), e che la porterà,dopo Norma, a interpretare Elisabetta nella Maria Stuarda al Teatro dell’Opera di Roma (22, 24, 26, 28 marzo, 1 aprile), Elettra in Idomeneo a Pistoia, nell’ambito dell’ottantesimo Maggio Musicale Fiorentino, dal 25 aprile, Donna Anna nel Don Giovanni al Gran Teatre del Liceu di Barcellona dal 19 giugno.
Palermo ha ottenuto il riconoscimento di capitale della Cultura 2018. Che ruolo può avere la musica in questo percorso?
“Avete un teatro tra i più belli del mondo, con una viva programmazione musicale, oltre che un’acustica perfetta. La musica è parte integrante della vita artistica e del patrimonio culturale di ogni città, alla stregua di tutte le altre forme d’arte. Sono certa che Palermo e il Teatro Massimo riusciranno a sfruttare questa occasione nel 2018 per avvicinare sempre più persone e sempre più giovani alla musica e al teatro. Per me la musica ha una grande forza nell’unire le persone, anche perché per fare musica è necessaria la cooperazione e la sinergia tra tanti. Ad esempio, sono tante le persone coinvolte nella realizzazione di un’opera lirica, dai cantanti, ai musicisti, dai registi a tutte le maestranze, ai sarti e così via. E dal palcoscenico si arriva alle centinaia di persone che stanno dall’altre parte della sala, il pubblico, che assiste silenziosamente allo spettacolo.
La prova generale della Norma al Teatro Massimo ha regalato una generosa donazione all’Airc (l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro): vogliamo dare un messaggio a tutte le donne che lottano contro il tumore?
“La mia solidarietà va a tutte le donne che lottano ogni giorno contro questa terribile malattia. Le parole non sono mai sufficienti per dire qualcosa di giusto. Le donne hanno una grande forza interiore, sanno essere madri, figlie, mogli, gestiscono la vita della famiglia e la propria. Non è facile caricarsi di così tante responsabilità. Ho visto mia madre reagire come una leonessa dopo un difficile intervento di tumore al rene e al colon, ma dopo quattro anni molto duri, grazie alla sua forza emotiva e alla sua volontà di reagire, ne è uscita ancora più forte di prima. Solo in quel momento ho capito la vera sofferenza e l’impotenza di un parente che non può fare nulla, se non offrire vicinanza e sostegno ai propri cari colpiti da un male simile”.
La Norma sarà al Teatro Massimo fino al 28 febbraio.
Ph Nicola Allegri