Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Cgil Palermo, Filcams e ufficio migranti incontrano colf e badanti

Colf e badanti, assemblea ore 17,30. Cgil Palermo, Filcams e ufficio migranti incontrano oggi i lavoratori e le lavoratrici domestiche che hanno preso parte alla sanatoria per l'emersione dal lavoro nero. A Palermo presentate 1.099 domande

di Redazione

La Cgil Palermo incontra oggi alle 17, 30, in via Meli, 5,  colf e  badanti che hanno presentato domanda di regolarizzazione del posto di lavoro con la sanatoria  prevista dal  Decreto Rilancio. La predisposizione dei contratti di lavoro è in corso e il sindacato fa il punto con i neo assunti,  per spiegare diritti e doveri.  

Le domande presentate

A Palermo sono state 1.099 le domande presentate, di cui 1.032 da parte di colf e badanti e 67 di braccianti agricoli. Altre città siciliane, come Ragusa, hanno presentato 2.232 domande di emersione (2.005 da lavoratori agricoli e 227 di lavoratori domestici). A Messina il dato è stato di 1.719 domande   (1366 domestici e 353 braccianti) e  Catania sono state 1.088 le domande presentate (791 colf e badanti e 297 in agricoltura). Al Sud è in testa Napoli con  19.239 domande presentate, di cui 17.426 per lavoro domestico e 1.813 per il lavoro subordinato in agricoltura.

Lavoro nero

“In proporzione al numero di abitanti, a Palermo l’emersione dal lavoro nero ha avuto un impatto basso rispetto a città paragonabili, come Napoli – dichiara il segretario Cgil Palermo Francesco Piastra -. Questo dimostra che il problema dell’alta diffusione di  lavoro nero non ha ovviamente trovato soluzione nei comparti per i quali il governo aveva emanato i provvedimenti nei mesi scorsi e che il lavoro nero, nella nostra realtà, continua a essere una grave emergenza in tutti i settori, che va affrontata sia  nei confronti dei lavoratori migranti che dei cittadini italiani.

La cultura del lavoro regolare

Adesso dobbiamo consentire a questo primo nucleo di cittadini emersi con la sanatoria di fare rete per diffondere l’importanza del lavoro regolare e di un contratto che garantisca le tutele ai lavoratori. All’assemblea di oggi  vogliamo spiegare ai lavoratori e alle lavoratrici  che hanno seguito il processo di regolarizzazione  a cosa serve il sindacato e  cosa prevede il contratto.  Occorre rendere consapevoli  i lavoratori e  avvicinarli agli strumenti che il sindacato offre  a garanzia dei diritti”.  

Lavoratori migranti

“Il bilancio è stato deludente, e stata un’occasione persa per quanti lavorano in nero, tra i quali sono tantissimi i lavoratori e le lavoratrici  migranti – dichiara Bijou Nzirirane, responsabile ufficio migranti Cgil Palermo –  Era quasi scontato, perché la  decisione di avviare la regolarizzazione era lasciata tutta  nelle mani dei datori di lavoro.  I lavoratori non sono sono stati nelle condizioni di denunciare e di reclamare il diritto a un contratto regolare. Oggi abbiamo scelto di incontrare lavoratrici e lavoratori domestici, che in questi giorni stanno formalizzando i  contratti di lavoro, per  spiegare diritti e doveri, l’importanza del contratto di lavoro, cosa è il Cud, come si accede alle tutele. Un  migrante che fa la pratica di regolarizzazione  deve sapere che avrà il diritto a un permesso soggiorno e che  potrà accedere al ricongiungimento familiare. Tutte opportunità che spesso disconosce”.    

Il contratto collettivo

E aggiunge Alessia Gatto, segretario Filcams Cgil Palermo: “Il contratto collettivo del lavoro domestico è stato rinnovato da poco e noi spiegheremo le principali novità, cosa è cambiato soprattutto in termini permessi, di durata del lavoro a tempo determinato, e quindi dei rinnovi, nonché dei diritti connessi, di cui spesso il  lavoratore, soprattutto se straniero, non ha consapevolezza. Generalmente,  incontriamo i lavoratori quando hanno chiuso il rapporto di lavoro,  per le conciliazioni, perché cercano di recuperare qualche spettanza arretrata. Adesso, con l’occasione data dalla sanatoria,  stiamo provando a fare un discorso inverso e di aprire con il lavoratore un ragionamento a monte, all’inizio del nuovo rapporto di lavoro”.

Addetto Stampa
Antonella Romano

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