Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Cobas-Codir rispedisce provocazioni al mittente

Il Cobas-Codir ha deciso di rispedire al mittente le provocazioni lanciate dal Governo regionale, per mezzo del suo braccio istituzionale rappresentato dall’ARAN, relative alla proposta presentata sulla riclassificazione del personale che offende le aspettative e la dignità di tutti i lavoratori regionali E CHE, PERTANTO, RISPEDIAMO AL MITTENTE

di Redazione

La proposta voluta dal governo regionale, infatti, azzera, in un sol colpo, mesi di trattative portate avanti, tra molteplici difficoltà, dalle organizzazioni rappresentative che hanno REALMENTE a cuore il futuro giuridico ed economico del personale regionale mortificato da oltre 20 anni di carriere e diritti negati, AL CONTRARIO DI QUALCHE FINTO SINDACALISTA SEDUTO IN QUALCHE POLTRONA DI UFFICIO DI GABINETTO E CHE PARTECIPA SOTTOBANCO ALLA STESURA DI PROPOSTE INDECENTI E OFFENSIVE.

IL COBAS-CODIR DICE BASTA! NON SARÀ COMPARTECIPE DELLE PROVOCAZIONI DEL GOVERNO E NON PARTECIPERÀ AL TAVOLO SULLA RICLASSIFICAZIONE FINTANTOCHÉ NON SARÀ RITIRATA QUESTA PROPOSTA VERGOGNOSA.

Il COBAS-CODIR, al fine di non acuire ulteriormente i gravi ritardi accumulati a causa dall’atavico immobilismo dell’esecutivo di governo, assicurerà unicamente la sua presenza al tavolo relativo alla ripartizione delle somme FORD 2020 (ex FAMP) per consentire a tutti i dipendenti di potere accedere al salario accessorio 2020 nelle sue molteplici forme.

IL COBAS-CODIR ribadisce, comunque, il proprio totale dissenso circa lo scandaloso modus operandi dei vertici dell’ARAN che, convocando i tavoli a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro, nonostante l’importanza e l’urgenza di talune tematiche, la dicono lunga sulla reale volontà di Governo e ARAN stessa dal volere risolvere le varie questioni colpevolmente ancora aperte.

SAPPIANO, PERO’ I MANDANTI DELL’ARAN, CHE NON FINISCE QUI’! Siamo pronti, infatti, a sfidare il Governo nelle piazze siciliane per gridare il nostro diritto alla dignità di lavoratori e denunciando pubblicamente a tutti i cittadini lo stato reale dell’Amministrazione regionale che, ancora oggi, non può decollare per colpa dei vari governi succedutisi, compreso quest’ultimo, che con questo status inducono il cittadino a rivolgersi alla politica per esigere i propri diritti.

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