Con un fatturato che, complessivamente, si aggirava intorno al 5 per cento del Pil, il prodotto ‘tipico’ siciliano, lo scorso anno, rappresentava uno dei settori più trainanti dell’economia isolana.
L’export del made in Sicilia, sempre lo scorso anno, grazie al forte impulso della domanda estera, legata alla qualità del nostro prodotto, sfiorava 1,2 miliardi di euro. Possiamo dire che, nel complesso, l’ultimo decennio ha registrato una forte crescita dell’export. Un aumento del 73 per cento nelle vendite del Food & Beverage e del 63 per cento del prodotto agricolo.
Successo pure nella produzione biologica. La Sicilia, infatti, era la prima regione italiana per superficie agricola dedicata al biologico (427.294 ettari su totale nazionale 1.908.653) e numero di operatori (11.626 su totale nazionale di 75.873).
Covid19 e il prodotto tipico siciliano
Insomma, il prodotto tipico siciliano, fino alla comparsa del ciclone Covid 19 che ha travolto tutto, relativamente alla situazione contingente, sembrava andare alla grande.
E’ inutile ribadire la situazione drammatica che si è delineata negli ultimi mesi. Cosa possiamo fare, invece, per rilanciare il prodotto tipico locale?
Il deputato del Movimento 5 Stelle Dedalo Pignatone lancia una campagna in favore del prodotto tipico locale “compriamo locale, compriamo Made in Italy”.
Una campagna in favore del prodotto tipico siciliano
Sì, perché – sostiene il deputato – per aiutare le filiere produttive
nostrane e sostenere la ripartenza, possiamo fare tutti la nostra parte.
Il messaggio è: compriamo locale, compriamo Made in Italy – dice Pignatone -. Una campagna che ho lanciato già nel Natale
2018, nello specifico “compra siciliano”, e che oggi torna più attuale che mai.
Acquistare i prodotti della produzione locale è una delle leve che tutti noi
consumatori possiamo attivare per scongiurare gli effetti negativi dovuti
all’emergenza Covid-19”.
Le parole chiave per il rilancio del nostro futuro sono, infatti, economia,
territorio e comunità.
Sensibilizziamo il consumatore
“Una campagna di sensibilizzazione che mira, prima di tutto, – continua il deputato – a promuovere i prodotti del nostro territorio, ma diviene un volano fondamentale in considerazione della crisi economica che stanno vivendo i produttori e le varie attività commerciali”.
Le misure predisposte dal Governo
“Il Governo, dalla sua, ha già predisposto diverse misure che vanno incontro al comparto dell’agricoltura e della pesca – chiarisce Pignatone – prima con il decreto Liquidità e adesso con il DL Rilancio. Attraverso quest’ultimo, vengono destinati, tra i numerosi provvedimenti, un miliardo e 150 milioni al settore agricolo, così ripartiti: 250 milioni saranno gestiti da Ismea per il sostegno alle imprese sotto forma di accesso al credito, altri 250 milioni andranno a favore del fondo indigenti per l’acquisto di prodotti del settore ristorazione e alberghiera oggi in estremo affanno, 500 milioni per il settore florovivaistico e le filiere in difficoltà, 100 milioni per il vino e 50 milioni per i consorzi di bonifica.
Contributi a fondo perduto
Previsti, inoltre, contributi a fondo perduto: si tratta di uno stanziamento di 6 miliardi di euro per i titolari di partita Iva, soggetti titolari di reddito d’impresa, di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita Iva, nonché degli enti non commerciali in relazione allo svolgimento di attività commerciali. E ancora, è prevista l’istituzione di un “Fondo emergenziale a tutela delle filiere in crisi”, con una dotazione di 450 milioni di euro per l’anno 2020, finalizzato all’attuazione di interventi di ristoro per i danni subiti dal settore agricolo, della pesca e dell’acquacoltura e indennizzi agli agriturismi ed esenzione IMU per 80 milioni di euro. I provvedimenti emanati, di grande impatto economico, addirittura pari a tre finanziarie, vanno in favore della nostra economia”.
Aiutiamo la micro economia
“Aiutiamo la nostra micro economia – conclude il parlamentare Cinquestelle – facendo acquisti mirati, considerando peraltro l’eccellenza che contraddistingue la nostra produzione enogastronomica. Basta poco e ognuno può fare la propria parte non solo per gli alimentari, ma per tutti i prodotti locali”.