Carenze organiche e strutturali. Ritardi legislativi. Nell’ambito dei controlli alimentari, il caos regna sovrano. Cosa metti a tavola? Viaggio nella giungla dei controlli alimentari in Sicilia
di Patrizia Romano
Formaggio al botulino. Latte alla diossina. Pesce al mercurio. Vino taroccato. Olio di Palma cancerogeno.
Quante insidie si nascondo dietro il bancone di vendita dei prodotti alimentari? Quanti veleni finiscono nella pancia degli italiani? Quanti rischi corre ogni giorno il consumatore medio? Tutti interrogativi inquietanti ai quali è difficile dare una risposta, finché non scoppia il caso eclatante che sta alla ribalta delle cronache fino a esaurimento dell’interesse attorno al caso stesso.
E poi? Poi ritorna tutto come prima. Spenti i riflettori dei mass-media, si ritorna a imbandire la tavola con ogni sorta di cibo, talvolta a rischio. E se i rischi sono uguali per tutti i consumatori italiani, c’è tra questi chi rischia di più, come chi vive nelle regioni in cui il consumatore è un soggetto giuridicamente sconosciuto.
Tra le regioni messe peggio, un posto di rilevo spetta alla Sicilia, dove la confusione regna sovrana sia sotto il profilo legislativo sia sotto quello strutturale.
Ma la Sicilia non emerge soltanto come la regione d’Italia con la maggiore carenza strutturale e legislativa, ma anche come il territorio in cui si registra il maggior numero di truffe e truffatori. La Sicilia, e in particolare le province occidentali, infatti, è la regione con il più alto numero di infrazioni in ogni settore in cui viene svolta l’attività dei Nas (Nucleo antisofisticazioni). In particolare, però, detiene la palma delle regioni con il più alto numero di infrazioni nel settore degli alimenti. I dati relativi ai controlli dei Nas spiegano che i controlli riguardano prevalentemente il settore degli alimenti. Ma il dato più grave è quello che registra in Sicilia un incremento delle infrazioni rispetto ai controlli. Un incoraggiamento ai truffatori alimentari, comunque, va dato. In Sicilia, la frode alimentare, a quanto pare, non costituisce reato. Tant’è vero, infatti, che, nonostante gli innumerevoli casi scoperti dai Nas, soltanto l’1 per cento si becca la galera.
Ai Nas spetta il controllo sulle frodi alimentari. L’ultima riforma del sistema sanitario nazionale ha lasciato alle Aziende sanitarie la vigilanza sulla qualità degli alimenti. Questo ruolo, in realtà, viene rispettato? E come? L’assessorato regionale alla Sanità predispone un calendario sul controllo ufficiale degli alimenti, stabilendone periodicità e modalità. Non sempre, però, queste vengono osservate. Esiste il Lip, il laboratorio di igiene e profilassi, con sezione chimica e medica. Il Lip chimico esamina entro 24 ore gli alimenti deperibili, mentre vi è una giacenza media di 15, 20 giorni per gli altri alimenti, in quanto vengono accumulati secondo qualità e matrice per poi essere analizzati contemporaneamente.
L’altro grave problema nell’ambito alimentare è rappresentato dai pesticidi. Ditiacarbammati, anti germoglianti, difenilammira. Ne sono pieni mele, uva, pesche e ogni genere di prodotto ortofrutticolo. Ci siamo mai chiesti quanti residui di sostanze attive introduciamo nel nostro organismo, ingerendo un prodotto ortofrutticolo o di origine animale? Non sempre ne siamo consapevoli. E la mancanza di consapevolezza, ci porta spesso a mangiare senza porci troppi perché.