“Per non farci trovare impreparati di fronte all’incedere del Coronavirus, in Sicilia servono almeno 200 posti di terapia intensiva in più.”
E’ questo l’appello della Ugl sanità e medici regionale. Fatto attraverso i rispettivi segretari Carmelo Urzì e Raffaele Lanteri, alla luce degli ultimi dati diffusi sull’aumento dei casi nell’isola. “Su 456 postazioni programmate, allo stato attuale come, risultano 346 quelle attive e 110 da attivare. Se mettiamo in conto quelle già occupate, attivando quelle ancora in itinere, a nostro avviso il numero sarebbe ancora basso. E andrebbe subito implementato con almeno altri 100 posti.
Riapriamo le strutture dismesse
Questo, a nostro avviso, andrebbe fatto riaprendo le strutture dismesse (ad esempio a Catania c’è il presidio “Vittorio Emanuele” da poco in disuso). Oppure riconvertendo i reparti interrompendo le prestazioni non urgenti e non indispensabili.
Lo chiediamo all’assessore regionale Ruggero Razza – aggiungono i due sindacalisti -. Sottolineando la necessità di disporre a tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere regionali la chiusura degli ambulatori per le visite. Anche per il differimento di interventi chirurgici per patologia minore e in condizione di non urgenza (che attualmente potrebbero gravare anche sulle terapie intensive). Infine, anche allo scopo di trasferire temporaneamente il personale alle attività di gestione di questa emergenza.
Incrementiamo i dispositivi di protezione individuale degli operatori sanitari
Chiediamo anche un ulteriore sforzo finalizzato all’incremento dei dispositivi di protezione individuale degli operatori sanitari. Ci risultano essere tutt’ oggi centellinati, ed una maggiore vigilanza nelle aziende per una rigida applicazione delle misure di prevenzione. Apprezziamo lo sforzo, anche comunicativo, che ha già messo in atto la Regione. Ma siamo sempre disponibili e pronti a collaborare perché si aumenti il livello di attenzione e risposta in tempi brevi. Ciò per farci trovare preparati ed ancor più efficienti davanti ad eventuali evenienze.”