Costituito il coordinamento sulla contrattazione sociale e territoriale della Camera del Lavoro di Palermo. Il coordinamento è costituito da 25 componenti e mette insieme la segreteria della Cgil Palermo, un rappresentante di ciascuna delle 14 categorie del sindacato più l’Auser e i segretari delle Camere del lavoro zonali.
“Il coordinamento sarà luogo di confronto e di elaborazione sulla base delle esigenze delle varie zone, strumento attraverso cui condividere le informazioni e coordinare la contrattazione sociale e territoriale – spiegano il responsabile del coordinamento per la Cgil Palermo Giuseppe Guarcello e il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – Il suo compito sarà di definire le linee di indirizzo generale per la stesura di piattaforme rivendicative comunali, identificare le modalità attraverso cui effettuare l’analisi dei bisogni e aprire la contrattazione con i comuni, con l’Asp, con i distretti socio sanitari sui servizi per la cittadinanza e anche rispetto agli interventi del Pnrr”.
In pratica, fissati gli obiettivi, il coordinamento vigilerà sul lavoro di amministrazioni comunali, Asp e distretti socio sanitari, così come per l’attuazione delle missioni previste dal Pnrr.
“E’ in arrivo, ad esempio, una grande quantità di risorse che dovrebbe cambiare il volto dell’assistenza sanitaria e socio sanitaria in Sicilia -proseguono Guarcello e Ridulfo – La progettazione ha tempi di realizzazione molto ristretti. Per i finanziamenti del Pnrr relativi alla Missione 6 per ospedali di comunità, case di comunità e centri operativi territoriali la scadenza è il 28 febbraio. L’obiettivo è il rafforzamento della medicina territoriale. Alla Regione spettano 800 milioni che devono servire per il rafforzamento del sistema sanitario regionale e delle prestazioni erogate sul territorio, per la modernizzazione del parco tecnologico e digitale degli ospedali. Abbiamo inviato una richiesta di incontro all’Asp, per chiedere che i criteri di individuazione e di allocazione di ospedali, case di comunità e centri territoriali siano i più trasparenti possibili e che siano condivisi con i territori, anche attraverso specifici incontri. Ma non abbiamo ancora avuto risposta”.
“La azione di vigilanza del coordinamento, su questa e sulle altre misure – aggiungono Guarcello e Ridulfo – è volta anche ad accertare che gli investimenti siano di supporto e potenziamento. Perché non accada più, come per altri fondi strutturali, che invece di produrre servizi aggiuntivi per la cittadinanza, le risorse in arrivo debbano servire a coprire le mancanze strutturali del sistema sanitario regionale”.