…Sarà ancora vero? Le professioni più gettonate e quelle che scompariranno
di Claudia Ferreri
Una recente ricerca americana ha analizzato quali competenze saranno più appetibili nel futuro lavorativo e quali scompariranno entro un decennio.
L’e-commerce la fa da padrone in quasi tutti i settori ma sui viaggi e assicurazioni la presenza dell’intermediario ormai è praticamente nulla.
Anche in campo automobilistico grazie all’utilizzo di stampanti 3D le case produrranno da soli molti pezzi senza rifarsi ai fornitori.
I settori che tireranno di più saranno quello dell’ hi-tech e della green economy dallo specialista di nano-medicina all’ingegnere che sviluppa mezzi di trasporto alternativi o consulenti specialisti nella riduzione dell’impatto ambientale.
Nuova figura emergente il manager della vita digitale: ovvero sia un esperto che si occuperà di gestire le nostre password e la nostra sicurezza in rete.
E’ chiaro che la tecnologia la farà da padrone in quasi tutti i settori a discapito della figura umana ma è anche vero che le “macchine” sempre macchine sono e negli ambiti in cui sono previsti la creatività, capacità comunicative , istinto, difficilmente riuscirà a sostituire la persona. Quindi spazio ai creativi, agli analisti , ai servizi alla clientela. Ma anche ai mestieri legati alla cura del corpo come fisioterapisti, assistenti sanitari, tecnici medicali.
Sicuramente per “stare sul pezzo” bisognerà essere lungimiranti ma soprattutto duttili, comprendere quali settori più dinamici e in costante crescita, cercando di sviluppare nuove qualità, investendo sulla formazione, continuando ad imparare.
Le statistiche dicono, infatti, che i profili più formati hanno più possibilità di trovare lavoro, anche se spesso non è subito all’altezza delle aspettative.
Essere trasversali, a livello di competenze tecniche e umane. Puoi essere un bravo tecnico ma devi essere in grado di gestire un gruppo di persone.
Essere presenti su Internet. Le società di selezione del personale iniziano a sfogliare i curriculum su siti come Linkedin.
Purtroppo le statistiche hanno fatto emergere un record negativo per quanto riguarda l’Italia : i ragazzi che non lavorano e non studiano sono il 31% nella fascia 20-24 anni. E tra gli adulti purtroppo aumenta la quota di chi non cerca più un posto perché scoraggiato, soprattutto tra le donne del Sud.