Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

L’intervento di cataratta è il più eseguito a Villa Maria Eleonora

L’intervento di cataratta è il più eseguito dagli italiani: operati a Maria Eleonora Hospital 2mila pazienti ogni anno. L’Ospedale palermitano ha eseguito 40mila interventi dall’inizio dell’attività Oculistica

di Redazione

Maria Eleonora Hospital , Ospedale di Alta Specialità, è stato il primo ospedale privato accreditato con il SSN sul territorio. Oltre alla specializzazione in ambito cuore, l’ospedale palermitano è punto di riferimento per la chirurgia Oculistica e dal 1996 ad oggi ha eseguito oltre 40mila interventi di rimozione della cataratta . In Italia, la patologia è estremamente diffusa e porta alla procedura chirurgica tra le 500mila e le 600mila persone ogni anno.

Il dottore Giuseppe Cardella

“Nell’ultimo decennio, sono circa 2000 i pazienti che sottoponiamo annualmente a intervento di cataratta qui a Maria Eleonora Hospital – spiega il dottor Giuseppe Cardella, responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica presso l’ospedale di Palermo –. Il fattore di rischio principale è l’età : con l’avanzare degli anni si innesca infatti il processo fisiologico di invecchiamento dell’occhio che porta all’opacizzazione del cristallino. Possiamo stimare che dopo i 75 anni almeno il 40% della popolazione è colpito da cataratta .

Maggiore incidenza sulle donne

Vi è un’incidenza della patologia lievemente maggiore nel sesso femminile, dovuta ad una variazione degli ormoni con la menopausa”. Ulteriori fattori di rischio sono il diabete, l’abuso di terapie farmacologiche con cortisone, patologie dell’occhio come le uveiti, fumo e traumi localizzati. Esiste anche una predisposizione genetica alla cataratta, una familiarità che si riscontra nei pazienti giovani che sviluppano la patologia. Infine anche le radiazioni luminose, ovvero i raggi ultravioletti, giocano un ruolo fondamentale nell’aumento del rischio di cataratta, un fattore tuttavia controllabile attraverso protezioni come occhiali da sole adatti ed esposizione moderata al sole.

La diagnosi

La diagnosi si ha su due fronti: spesso è il paziente il primo ad accorgersi che qualcosa non va perchè riscontra un calo dell’acutezza visiva, un cambio di refrazione (vede male con gli occhiali), oppure un miglioramento della visione da vicino e un peggioramento da lontano perché la cataratta miopizza l’occhio. Già dall’anamnesi del paziente il medico specialista può sospettare la presenza della patologia, ma è attraverso una visita oculistica che se ne ha la certezza. Durante la visita, già con la lampada a fessura , microscopio ottico per l’ispezione del bulbo oculare, è possibile riscontrare la cataratta. Inoltre, dilatando la pupilla si va ad osservare lo stato del cristallino e si verifica che non vi siano altre patologie associate. “Una volta diagnosticata una cataratta, la preparazione per l’intervento è estremamente semplice: il paziente deve essere senza trucco, con volto e capelli puliti – specifica il dott. Cardella –.

Ricovero ambulatoriale

L’intervento avviene in ricovero ambulatoriale e dura solo 15 minuti ”. La tecnica operatoria utilizzata a Maria Eleonora Hospital è la facoemulsificazione attraverso gli ultrasuoni , un metodo avanzato per la rimozione definitiva della cataratta. Grazie ad un bisturi estremamente piccolo si incide la cornea, si pela la capsula anteriore del cristallino per avere accesso all’interno dello stesso, si inietta un liquido che disseca il cristallino dal resto della capsula e infine il cristallino opacizzato viene frantumato dagli ultrasuoni e aspirato attraverso una sonda. Viene poi iniettato un nuovo cristallino che si posiziona all’interno della capsula.

Niente punti di sutura

Non vengono applicati punti di sutura, l’incisione chirurgica viene​idratata e il medico testa la tenuta dell’occhio. Dopodiché viene iniettato un antibiotico, applicata la medicazione e bendato l’occhio. “Il paziente viene dimesso con alcune prescrizioni da seguire e il giorno seguente verrà visitato, sbendato e gli verrà assegnata la terapia della durata di circa un mese , che consiste in antibiotici, creme topiche al cortisone e antinfiammatori locali. Infine raccomandiamo al paziente di non fare sforzi eccessivi, di non abbassarsi con il capo all’ingiù e di non dormire dal lato operato durante il mese successivo l’intervento”, conclude il dott. Cardella.

Ufficio stampa GVM Care & Research
Elena Sabino
Ilenia Franchi

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