Un fine settimana denso di contenuti, ma soprattutto pronto a dimostrare come l’arte possa essere strumento per riscoprire la nonviolenza, per esempio attraverso l’impegno di tutti e tutti per bandire le armi nucleari a livello mondiale. È quello che si svolgerà al Borgo Danilo Dolci, un tempo Borgo di Dio, in occasione del centenario della nascita di Danilo Dolci, sociologo, attivista della nonviolenza, definito il Gandhi italiano, il cui messaggio è sempre attuale, anzi più che mai va diffuso e fatto conoscere alle nuove generazioni.
Lavoro che fa costantemente e capillarmente il Centro per lo Sviluppo Creativo a lui intestato, presieduto dal figlio Amico, grazie al contributo di quanti conobbero Danilo Dolci e di tutti quelli che ne sono stati toccati attraverso i suoi scritti, le sue parole, le testimonianze di vita che lo ricordano.
Un percorso partecipato di recupero e di rigenerazione
Magico quel che sta accadendo a Trappeto, dove il presente segna la strada per un futuro che vuole dare continuità alla storia di Danilo Dolci, ripartendo dai temi che ne hanno caratterizzato la vicenda personale e professionale, due livelli che in lui convivevano e diventavano pratica quotidiana, esempio per tutti: il lavoro sociale ed educativo, la migrazione e l’integrazione culturale, la comunicazione nonviolenta, l’educazione alla pace, la sociologia, la formazione alla leadership cooperativa e nonviolenta, lo sviluppo territoriale, gli studi urbanistici, la filosofia, la letteratura, la musica, il teatro e la pittura.
Tanti temi, tante le strade da percorrere che si ritroveranno in “Palpitare di nessi”, il festival che si sta svolgendo al Borgo di Trappeto, nel quale sono in corso numerosi momenti di dibattito, confronto, performance artistiche e occasioni per rivedersi e riabbracciarsi, non nascondendo qualche lacrima di nostalgica commozione.
Le immagini mantengono in vita l’esempio di Danilo Dolci
Emozioni che susciterà senza ombra di dubbio Danilo Dolci – Memoria e utopia, il documentario di Alberto Castiglione, giovane regista siciliano, che sarà proiettato alle 11 di oggi, mentre nel pomeriggio si potrà partecipare al talk “Inventiamo il Futuro: azioni e iniziative nel segno di Dolci”, a cura del Centro per lo Sviluppo Creativo “Danilo Dolci” e di CESIE ETS.
Il teatro terrà banco dalle 18 in poi con La ricetta di Danilo, spettacolo di Barbe à Papa Teatro di e con Totò Galati, con la consulenza drammaturgica e la regia di Claudio Zappalà, seguito dalla testimonianza di un’esperienza fatta al Borgo di Mimmo Cuticchio. Chi avrà la possibilità di fermarsi ancora potrà avere il piacere di assistere allo spettacolo teatrale e musicale di Moni Ovadia, dal titolo Senza Confini – Ebrei e Zingari, con la partecipazione dello stesso regista, insieme a Paolo Rocca e Nicu Nelutu.
Alberto Castiglione sarà nuovamente presente alle 11 di sabato con un altro dei suoi lavori che ripercorre la vita di Danilo Dolci attraverso le testimonianze dirette di chi lo ha conosciuto e vissuto, raccolte in Verso un mondo nuovo, mentre sempre alle 11, ma di domenica 30 giugno, il dibattito che Catiglione animerà sarà attorno a Danilo Dolci: un racconto per immagini, selezione di filmati di repertorio provenienti da archivi RAI, Aamod, Istituto Luce, raccolte private.
Anche dove c’è pace, dobbiamo dire no alla guerra
Teatro, cinema, dibattiti, anche workshop come amava Danilo Dolci per dimostrare che la nonviolenza si deve e si può praticare ogni giorno, in qualunque parte del mondo, anche e soprattutto in quei contesti, in quei luoghi, in cui la pace regna sovrana e ciò che accade altrove sembra non toccarci.
Danilo Dolci ci ha insegnato, caso mai non lo avessimo capito da soli, che qualunque cosa accada sul Pianeta ci coinvolge, anche se non tocca il nostro piccolo mondo. Tutto ha ripercussioni, anche se non nell’immediato, in ogni parte del globo terrestre, ecco perchè non possiamo stare a guardare, non possiamo e non dobbiamo rimanere spettatori abbagliati dalle luci intermittenti che ci rimanda la tv, la rete, l’illusorio mondo dei social, buono solo a farci credere di essere belli e bravi, amati da miliardi di follower, ma se non stiamo al gioco è un attimo e diventiamo bersaglio degli stessi nostri seguaci, pronti questa volta a trafiggerci e metterci alla gogna.
Danilo Dolci ci ha insegnato a combattere per gli ideali comuni, quelli buoni, per quelli che fanno il bene degli altri. Danilo Dolci ci ha insegnato che le guerre da combattere sono per il bene del Pianeta. Ecco perchè ha anche un senso il workshop che si svolgerà nell’ambito del festival, alle 19.15 di sabato 29, dal titolo Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari, organizzato nell’ambito della campagna “Senzatomica”, promossa dall’Istituto Buddista Italiano “Soka Gakkai”.
Un laboratorio, quello in programma che si propone di comprendere come le nostre più piccole azioni e parole possano avere un impatto sulle relazioni fra persone e – in una prospettiva di respiro più grande – sull’equilibrio fra nazioni, riscoprendo l’importanza della nonviolenza e dell’impegno di tutte e tutti per raggiungere la messa al bando a livello mondiale delle armi nucleari.
Ulteriore occasione per celebrare la figura di Danilo Dolci, ripercorrendo la sua storia, le tematiche a lui più care, riscoprendo le connessioni e le reti che uniscono e che rappresentano oggi la nostra vera risorsa creativa e rigenerativa in un contesto attuale sempre più difficile.
Reti che in questi giorni a Trappeto, nella casa dove il Gandhi italiano ha nutrito la mente e il cuore di migliaia di persone, pulsa della stessa energia dei giorni più felici di una comunità, nella quale il respiro di Danilo è ancora vivo ed è pronto a tracciare nuove strade.