Dopodomani, giovedì 24, tutte le scuole in Sicilia saranno aperte. Anche quel 40 per cento che nel fine settimana è stato sede di seggio per il referendum. E pure quelle che hanno comunque deciso di spostare al 24 l’inizio delle attività. Ma ancora alla vigilia del via alle lezioni, mancano strumenti di protezione individuale, mascherine, gel igienizzante, guanti. “Questa scuola non sembra più scuola”, annota la Cisl. E non solo per l’incertezza sulle misure anti-pandemia. Perché “tale e tanto è il ginepraio di procedure dentro al quale devono muoversi gli 831 istituti scolastici della regione, che la ripresa sarà a scartamento ridotto. E in un contesto di contagi in crescita”.
A parlare sono Sebastiano Cappuccio e Francesca Bellia, segretario generale della Cisl siciliana il primo, segretaria della Cisl Scuola regionale, l’altra. “Finalmente la riapertura”, scrivono i due sindacalisti. Ma l’impasse è evidente. E “le responsabilità sono di chi governa e amministra le istituzioni”. Sullo sfondo della contrazione che il mondo della scuola registra su più fronti. Nell’Isola, informa il sindacato, calano gli alunni, del 2,08%: da 717 mila 524 dell’anno scolastico 2019-2020 a 702 mila 579 dell’anno che si apre ora. Calano le classi: da 36 mila 128 a 35 mila 865 (-263 cioè -0,73%). E diminuiscono gli iscritti ai licei e agli istituti tecnici e professionali: di 3550 unità (da 243 mila 978 a 240 mila 428). Così, a ridursi sono pure le cattedre, di 169 unità: da 59 mila 821 a 59 mila 652.
“Unica consolazione” per così dire, osservano alla Cisl, sono l’aumento dei posti per il sostegno, che passano dai 20 mila 587 del 2019-2020 ai 21 mila 824 dell’anno 2020-2021; e l’incremento del personale Ata, che dal 2019-2020 al 2020-2021 passa da 20 mila 385 a 22 mila 193 addetti. Insomma, un saliscendi. Che “preoccupa – sottolineano Cappuccio e Bellia – sia per il trend delle iscrizioni che per il caos da Covid”. Al riguardo la nota Cisl squaderna una serie di questioni: dai banchi monoposto che non ci sono ancora, “solo un centinaio quelli arrivati finora”, alla copertura dei posti vacanti per la farraginosità del sistema informatico e le operazioni viziate da errori. Mancano aule perché si possa dare corso al distanziamento, ritardi si accumulano pure nei lavori di edilizia leggera per l’ampliamento dei locali. E a mezz’aria, rimarcano i due sindacalisti, c’è anche la questione dei mezzi di trasporto, “nonostante i protocolli finora sottoscritti”: un problema grande come una casa per quel 20 per cento di studenti siciliani, pendolari e fuori sede, che si sposta quotidianamente per arrivare a scuola.