Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Dirigenti scolastici fuorisede: rivedere la mobilità

Necessario rivedere i parametri della mobilità, ma anche adeguare gli stipendi, insufficienti a mantenersi dignitosamente se fuorisede

di CNDDU

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, visto il Decreto Sport e Scuola (Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, recante disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell’anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca) recentemente approvato alla Camera dei Deputati, ritiene opportuno fare alcune osservazioni, soprattutto in merito ai fuorisede.

Si apprende dagli organi di stampa e dal testo di riferimento che il decreto per l’anno scolastico 2024/2025 renderà disponibili per i dirigenti scolastici fuorisede il 100% dei posti vacanti in ogni Regione.

Riteniamo doveroso segnalare che i docenti di ruolo fuorisede nella III fase relativa alla mobilità territoriale interprovinciale e mobilità professionale avevano a disposizione solo il 50% delle disponibilità residue al termine delle prime due fasi (I fase: Trasferimenti all’interno del comune; II fase: Trasferimenti tra comuni della stessa provincia), percentuale a sua volta suddivisa fra trasferimenti interprovinciali (25%) e passaggi di ruolo/cattedra (25%). Il restante 50% di posti, residuato dalle prime due fasi, è destinato alle immissioni in ruolo.

Rivedere le percentuali relative alla mobilità

Viste le condizioni economiche degli insegnanti fuorisede, in particolare quelli appartenenti alla classe di concorso A046 – discipline giuridiche ed economiche, è opportuno riformulare anche per i docenti le percentuali relative alla mobilità. Con uno stipendio pari a 1500 euro e con dieci anni di attesa per il trasferimento (legge 107/2015) oggi sarebbe giusto che i trasferimenti interprovinciali venissero effettuati sul 100% dei posti disponibili e vacanti.

Pertanto sollecitiamo il ministro del MIM, prof. Giuseppe Valditara, a considerare un piano di rientro effettivo a quote crescenti per il personale in questione basato su tali condizioni.
Se i dirigenti scolastici rivendicano il rientro nei loro luoghi di residenza anche per motivi economici e affettivi, necessariamente il personale educativo, che da anni affronta sacrifici, meriterebbe un trattamento analogo.

Inoltre considerato che gli insegnanti di ruolo, in particolar modo quelli fuorisede, notoriamente dispongono delle proprie ferie solo durante il periodo luglio / agosto, bimestre in cui i costi per godere dei pacchetti turistici o villeggiatura con le proprie famiglie sono incrementati in funzione del fattore alta stagione, tanti hanno difficoltà a godere del proprio tempo libero in un simile contesto di forti rincari.

Opportuno adeguare gli stipendi

Occorrerebbe un adeguamento degli stipendi per ovviare a tale inconveniente: sarebbe un provvedimento auspicabile per chi vive in condizioni precarie e dispone di pochi giorni all’anno per ritrovarsi con i familiari. Si potrebbe pensare addirittura a una sorta di Carta vacanze docenti connessa al reddito e alla distanza dal luogo di residenza, oppure si dovrebbe consentire ai docenti di utilizzare le proprie ferie durante tutto l’anno scolastico, mediante una rimodulazione delle attività didattiche e di un’effettiva innovazione e rivoluzione del settore. Maggiori investimenti, scuola competitiva e al passo con i tempi sono i presupposti per cambiare radicalmente il concetto di scuola e di benessere psico-fisico per tutti coloro che operano e vivono nei nostri istituti. Un organico di potenziamento strutturato e predisposto realmente al miglioramento dell’offerta formativa durante tutto l’anno scolastico diventerebbe un ottimo strumento per migliorare le attività.
prof. Romano Pesaventopresidente CNDDU

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