Sapete che si può donare il sangue cordonale, ovvero il sangue contenuto nel cordone che collega feto e placenta e che questo come quello del midollo osseo, cellule capaci di generare globuli bianchi, rossi e piastrine? Ma non solo: è una fonte preziosa di cellule staminali emopoietiche, in grado, cioè, di autoriprodursi e dare vita ad altre linee cellulari dalle quali derivano tutte le cellule del sangue.
Donazioni insufficienti
Il numero dei trapianti di cellule staminali emopoietiche da donatore non familiare effettuati in tutto il mondo ha subito un aumento esponenziale negli ultimi anni, ma la donazione di cordone registra ancora numeri molto bassi. Solo il 2,5% delle coppie di neo-genitori, infatti, stando ai dati raccolti dalla Fondazione Veronesi, decide di donare il sangue cordonale. Una percentuale che stenta a tornare ai livelli pre-Covid quando si era raggiunto quasi il 4%.
La possibilità di eseguire un trapianto di cellule staminali emopoietiche è legata all’identificazione di un donatore geneticamente compatibile con il paziente. Solitamente la ricerca parte dall’ambiente familiare ma solo nel 25% circa dei casi questa ha successo, molto spesso bisogna ricorrere ad alternative come i registri internazionali dei donatori di cordone.

Una risorsa preziosa e salvavita
Il sangue cordonale rappresenta una risorsa preziosa, essendo una fonte ricca di cellule staminali pluripotenti, fondamentali, come dicevamo, per il trattamento di numerose malattie del sangue e del sistema immunitario. Nonostante il suo straordinario potenziale, il cordone ombelicale viene spesso scartato, perdendo le opportunità terapeutiche che offre. “L’importanza della donazione del sangue cordonale: prospettive e sensibilizzazione”, è stato il tema dell’incontro promosso dalla Commissione Associazionismo e Volontariato dell’OMCeO di Catania, composta da Pino Liberti, Carlo Sciacchitano, Vincenzo Caruso, Carla Giansiracusa, Orazio Antonio Romeo, Giorgio Battaglia, Gaetano Angemi.
L’evento, svoltosi nei giorni scorsi presso la sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Catania, ha riunito esperti del settore per discutere le potenzialità della donazione, gli aspetti normativi e le possibilità offerte dalla collaborazione tra strutture ospedaliere e centri di raccolta.
«Donare il sangue cordonale è un modo meraviglioso per celebrare l’inizio di una nuova vita – ha dichiarato Giusi Tancredi, referente per la qualità dell’Unità di Medicina Trasfusionale dell’Ospedale di Sciacca – La donazione avviene in totale sicurezza, senza alcun rischio per la madre o per il neonato. Il sangue cordonale contiene cellule dalle caratteristiche uniche capaci di salvare migliaia di vite (ad oggi oltre 55mila persone nel mondo sono sopravvissute grazie al trapianto di sangue cordonale)».
Servono campagne di sensibilizzazione
«Il tema della donazione del sangue cordonale è ancora poco noto, ma di estrema importanza – ha affermato Giuseppe Liberti, coordinatore della Commissione Associazionismo e Volontariato dell’OMCeO di Catania e vice presidente dell’Ordine – Le cellule staminali contenute nel sangue cordonale hanno la capacità di svilupparsi nel tempo e persino di riparare organi danneggiati. Il nostro obiettivo è sensibilizzare i direttori sanitari e i responsabili delle Unità Operative, affinché diventino apostoli di un messaggio chiaro: donare non costa nulla, ma può salvare vite. Nel 2024 la Banca di Sciacca ha ricevuto circa 2mila donazioni, e auspichiamo che questo numero possa raddoppiare grazie a una maggiore consapevolezza».

Intervenendo all’evento, Pasquale Gallerano, responsabile della Banca Cordonale di Sciacca, ha illustrato l’importanza della rete di raccolta istituita nel corso degli anni.
«Le Banche Cordonali sono nate con l’obiettivo di offrire una soluzione ai pazienti che non trovano donatori compatibili all’interno della propria famiglia. Sin dagli anni 80, il progetto di raccolta del sangue cordonale si è evoluto costantemente. Oggi, la Banca di Sciacca è collegata a 35 Punti Nascita in tutto il territorio siciliano e, negli ultimi cinque anni, ha raggiunto il primo posto in Italia per numero di donazioni».
All’incontro hanno partecipato i direttori sanitari delle Aziende Ospedaliere di Catania e dell’ASP Etnea, i responsabili delle Unità Operative di Neonatologia, Ostetricia e Ginecologia della provincia di Catania e la dott.ssa Elisabetta Battaglia, consigliere tesoriere dell’OMCeO di Catania.
L’evento ha rappresentato un’importante occasione per promuovere la cultura della donazione del sangue cordonale, un gesto di grande valore etico e scientifico, capace di offrire nuove speranze a migliaia di pazienti in tutto il mondo.