Economia circolare. Posso senz’altro tirare tutto l’inverno con lo scarponcino dello scorso anno; in fondo è un modello classico, mai demodé. E se il buco dei vecchi calzini lo rammendassi? Ma sììììì, dentro le scarpe chi lo vede che sono rammendati? Riadattare il vecchio cappotto? Certo quella è già più un’impresa, ma, in fondo, cambiando i bottoni e aggiungendo il vecchio collo, tolto dal soprabito di due anni fa, non è poi così male. La bistecca avanzata dalla cena? Buttarla sarebbe un vero peccato. La trito, aggiungo due uova, un po’ di formaggio ed ecco due polpettine da friggere e mettere in tavola calde calde. Una piccola astuzia culinaria mi consentirà di rimediare il pranzo di oggi con gli avanzi della cena di ieri.
Ragionare con la mentalità dell’economia circolare
Quante volte hai fatto questi ragionamenti nella tua testa?
A volte, basta un po’ di buon senso e…. crisi, famiglia in aumento, risorse che si impoveriscono diventano problemi facilmente risolvibili e alla portata di tutti. Questo, in parole povere, è, né più né meno, la logica che ci propone il nuovo modello di economia circolare.
Un’economia priva di scarti
Un’economia priva di scarti, dove il concetto di sostenibilità del sistema produttivo è al centro di ogni prospettiva. In fondo, il modello di economia circolare, è un modello al quale l’umanità è costretta a ricorrere, ‘gioco forza’. A spingere verso questo nuovo sistema economico, infatti, concorre un insieme di cause concomitanti come il depauperamento delle risorse, la crescita esponenziale della popolazione mondiale, l’eccesso di rimanenze. Fattori che creano una situazione di emergenza dalla quale si innesca l’economia circolare.
Produttività Sostenibile
La produttività sostenibile si fonda su logiche che riconducono a concetti come ridurre, riutilizzare, riciclare, riusare, rigenerare. Concetti che con il modello di economia lineare si sono persi.
L’economia circolare non è solo una teoria di un nuovo sistema produttivo, ma è, soprattutto, applicazione pratica. Un’applicazione che si fonda su due tipi di materiali: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati a essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.
Alternativa al modello lineare
Ponendosi come alternativa al classico modello lineare, l’economia circolare promuove una concezione diversa della produzione e del consumo di beni e servizi, che passa ad esempio per l’impiego di fonti energetiche rinnovabili, e mette al centro la diversità, in contrasto con l’omologazione e il consumismo cieco.
I principali obiettivi dell’economia circolare sono l’estensione della vita dei prodotti, la produzione di beni di lunga durata, le attività di ricondizionamento e la riduzione della produzione di rifiuti. Né più né meno di quello che facevano i nostri nonni, i nostri genitori e che, in fondo, facciamo un po’ tutti: tirare più a lungo con quello che abbiamo.
In un mondo in cui regna l’economia circolare si ragiona privilegiando logiche di modularità, versatilità e adattabilità, perché ciascun prodotto sia di più lunga durata, realizzato e ancora prima pensato per poter essere aggiornato, aggiustato, riparato.
Insomma, alla fine, l’economia circolare favorisce la produttività delle risorse.
Economia circolare in Sicilia
Economia circolare in Sicilia. Nell’ambito dell’economia circolare, la Sicilia si distingue per il ciclo virtuoso degli imballaggi in acciaio, dove barattoli, scatolette e latte per olio, dopo che vengono prodotti, utilizzati, trasformati, tornano a nuova vita sotto forma di nuovi riprodotti pronti per essere impiegati in settori diversi di mercato quali l’edilizia, la meccanica o la tecnologia.
Questo esempio di Economia circolare si svolge all’interno dei confini regionali grazie ad aziende ed Enti Locali, che la rendono possibile.
Secondo dati forniti da Ricrea, il Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio, in Sicilia, la filiera è corta e il recupero degli imballaggi è efficiente e rispettoso dell’ambiente. Infatti, la Sicilia, in passato, ha ricevuto il premio, riconosciuto nell’ambito dell’iniziativa di Legambiente ‘Comuni Ricicloni’.
La Sicilia dovrebbe dare il maggiore input
Stiamo vivendo un periodo straordinariamente importante. Tutti i paesi, preso atto dell’insostenibilità ambientale dell’attuale modello di sviluppo, si sono impegnati ad apportare importanti modifiche. Cosa potrà e cosa dovrà fare la Sicilia? La partecipazione del mondo della politica, unito a quello tecnico-scientifico e degli addetti ai lavori, dovrebbero dare l’input maggiore, spingendo l’economia verso un confronto aperto e diretto nel quale si tenterà di tracciare un percorso per il futuro industriale nella nostra Isola.
Ma perché all’industria conviene seguire il modello di economia circolare?
L’economia circolare deve garantire ai soggetti economici una certa redditività attraverso due sistemi di incentivi: il risparmio sui costi di produzione e l’acquisizione di un vantaggio competitivo. Esistono già delle forze endogene che spingono alla circolarità dell’economia. Intanto, il vantaggio per le imprese di sottrarsi alla volatilità dei prezzi delle materie prime, al quale si aggiunge il taglio dei costi derivante dal risparmio energetico.