“Facciamo squadra” è il nuovo slogan di Leoluca Orlando, che nella sala del cine teatro Golden (stessa location di quando è stato eletto sindaco nel 2012) gremita di sostenitori, potenziali candidati al Consiglio comunale e semplici “curiosi”, ha aperto la campagna elettorale per le elezioni a sindaco, allo scopo di tentare la riconferma a sindaco di Palermo per un’ultima volta, (la quinta)
di Salvo Messina
“Il mio partito si chiama Palermo” – ha detto Orlando – chi vuole aggregarsi è il benvenuto” (basta che non porti i simboli dei partiti aggiungiamo noi interpretando il suo pensiero). “Highlander Orlando”, in fondo, è sempre rimasto un democristiano “doc” in grado di dialogare con la borghesia palermitana ma anche con il proletariato delle periferie, forse è anche questo il segreto della sua lunga vita politica ai vertici di Palazzo delle Aquile.
Ora la palla passa al Pd cittadino che ha tre opzioni: accettare di non presentare il simbolo del partito e sostenere Orlando, puntare sul vice presidente vicario del Consiglio comunale Nadia Spallitta (iscritta al gruppo del Pd a Sala delle Lapidi) promotrice di diverse iniziative contro l’amministrazione Orlando o fare scendere in campo il segretario di Palermo Carmelo Miceli. Il tempo stringe ma questa estenuante trattativa sul simbolo sta creando altre spaccature all’interno del Pd che non promettono niente di buono.
Se il Pd “piange” Forza Italia e tutto il centrodestra non “ride”. Infatti, dopo il ritiro della candidatura dell’avvocato Francesco Greco che aveva incassato il sostegno di Fratelli d’Italia, Noi con Salvini e “Diventerà Bellissima” di Nello Musumeci che sta scaldando i motori per le primarie finalizzate alla scelta del candidato alla presidenza della Regione. In sintesi, “Molto rumore per nulla”. Gianfranco Miccichè si trova tra l’incudine e il martello, ovvero quella di subire la scelta fatta da altri di appoggiare Fabrizio Ferrandelli e la conseguente rinuncia al simbolo di Forza Italia a sostegno del candidato sindaco. Miccichè comprende bene che se dovesse saltare l’accordo sul candidato a sindaco da sostenere a Palermo si potrebbero resettare tutte le alleanze in vista delle prossime elezioni regionali.
“Ferrandelli sì”, “Ferrandelli no”, Miccichè continua a sfogliare la margherita mentre incominciano a irritarsi le altre componenti della coalizione. Infatti, non è passata inosservata la dichiarazione al vetriolo di Raoul Russo, portavoce provinciale di Palermo di Fratelli d’Italia Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale che “nella assoluta chiarezza, non sosterrà Fabrizio Ferrandelli come candidato sindaco, né nessun altro candidato incompatibile con il quadro dei valori della destra sovranista o peggio transfuga del centrosinistra renziano”. “Siamo già al lavoro con tutte quelle realtà politiche disponibili a individuare e sostenere un candidato che sia omogeneo e coerente con i valori del centrodestra e che sia disponibile a mettersi al servizio della città piuttosto che alle esigenze di chi è unicamente interessato a ricoprire piccoli o grandi spazi politici per fini esclusivamente personale. Prendiamo atto che altri, in particolare Forza Italia per bocca del suo coordinatore regionale Gianfranco Miccichè intendono perseguire strade estranee alle tradizionali alleanze del centrodestra. Evidenziamo soltanto – ha concluso Russo – che questo percorso è già stato seguito a Roma con la scelta di Marchini, mentore e ispiratore di Ferrandelli. I risultati disastrosi si commentano da soli”. Da ciò si evince che il centrodestra a Palermo si ritrova diviso, e senza un candidato dopo il ritiro di Francesco Greco. Nei prossimi giorni si vedrà se le varie anime del centrodestra riusciranno a esprimere un candidato comune a sindaco. Intanto, il fatto che Miccichè abbia ritirato l’appoggio a Ferrandelli che non accetta di essere sostenuto da simboli di partito potrebbe riaprire il dialogo all’interno del centrodestra. Alla fine il profilo del candidato a sindaco di Palermo per il centrodestra potrebbe essere quello del senatore di Forza Italia Francesco Scoma, ex vice sindaco di Palermo ai tempi di Diego Cammarata. Infine, auspicando un cambio di prospettiva, sembra lavorare sotto traccia Ugo Forello candidato del Movimento 5 stelle a sindaco di Palermo.