Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Elezioni amministrative – La febbre del civismo e la notte dei partiti

Un dato su tutti: nessuno dei partiti tradizionali si appresta ad affrontare le prossime elezioni amministrative comunali con il proprio simbolo...

di Redazione

Un dato su tutti: nessuno dei partiti tradizionali si appresta ad affrontare le prossime elezioni amministrative comunali con il proprio simbolo. I grafici, designers, esperti di comunicazione, sono fervidamente al lavoro per garantire l’istinto di sopravvivenza dei vecchi simboli

 

di  Mario Guglielmino*

Ciascun candidato rimarca differenze di visione, preferendo spesso prendere le distanze dal vecchio sistema. L’insofferenza e la diffidenza dell’elettorato verso  consunte icone di apparati di potere politico  induce i leaders e le segreterie a tentare questa strada, per cercare un rapporto nuovo con i cittadini. La domanda, ovvia e doverosa, è se questa operazione di lifting sia sincera o se invece preluda all’ennesima operazione di facciata, destinata a far smarrire ulteriormente gli animi già incerti dei cittadini. Un dato positivo, effetto di questa corsa ad accaparrarsi l’etichetta partecipativa e civica per scacciare i fantasmi della partitocrazia e della vecchia politica, è la presenza notevole, all’interno dei diversi schieramenti, di candidature provenienti  dal mondo del civismo, dell’attivismo, del volontariato, dell’impegno sociale.
Forse per la prima volta, dopo anni, è in atto una sorta di formazione di un doppio binario, lungo il quale, accanto alle candidature più politiche e  rappresentative di gruppi di interesse tradizionalmente connotati, si affacciano e si propongono in pari misura molti nuovi profili. In alcuni casi è proprio la lista e il candidato sindaco a rappresentare in modo radicale questa esigenza di rappresentanza che viene spesso definita di “democrazia  dal basso”. Se destra e sinistra, infatti, non sembrano ormai trovare giustificazione e forza nelle ideologie, la vera differenza sarà data dalla qualità della partecipazione dei diretti interessati, dalla possibilità e dalle idee che i cittadini potranno offrire direttamente per la formazione di un programma e per la gestione  del bene comune.
Ecco  così la corsa  di ciascuno schieramento a definire programmi che si tende a definire come partecipati, a chiamare i cittadini  più volte qui e là a riunioni e assemblee consultive e propositive.
Questo gradito vento della partecipazione e questa attenzione alla base, a dire il vero, sarebbe stato ancora più gradito come modus operandi abituale nel tempo dell’ordinaria amministrazione, e non invece come panacea alla fine di un percorso e all’inizio di una nuova chiamata alle urne.
Da questo punto di vista, per molti  sarà necessario uno sforzo notevole per fare in modo che il nuovo approccio sia vissuto dall’elettorato come proposta di sostanza, e non invece strumentale all’acquisto o conferma  del consenso. Da altre parti, però, l’istanza pare davvero sostenuta da una  storia, spesso silenziosa e dietro le quinte ,fatta  di  conoscenza del territorio e delle sue problematiche ,grazie  alla  passione che semplici  cittadini,magari col sostegno di  formazioni sociali, gruppi di volontariato, di sensibilizzazione e azione su determinati temi, portano avanti da diversi anni, e spesso senza  riconoscimento alcuno.
La soluzione partecipativa, civica, appare come l’unica strada da preferire per fare in modo che i due sistemi ormai autoreferenziali della politica e della burocrazia siano rimessi in grado di lavorare proficuamente ed  efficacemente per il bene comune. L’impegno civico, rinnovando la politica, può imprimere dal basso quel movimento critico e  propositivo che sia motore attivo di un vero cambiamento, e costituendo da pungolo e anello di congiunzione col sistema dell’apparato burocratico (altra  grave palla al piede per la ripresa ) costituisce l’unica  strada per rendere nuovamente funzionali, e non sterili conflitti di  attribuzioni e di poteri, i rapporti dei soggetti politico  istituzionali tra loro e con i cittadini.

Il cambiamento culturale  sembra comunque avviato.

 * Voci Attive- Palermo

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