Energia. Piuttosto che procrastinare è necessario stralciare questo provvedimento che causerà solo danni ai cittadini. 13^ Indagine sull’andamento delle tariffe dell’energia elettrica e del gas
di Federconsumatori
Il Governo nazionale rispolvera l’arte di procrastinare e fa slittare l’abolizione del mercato tutelato nei settori dell’energia e del gas dal 1 luglio 2018 al 1 luglio 2019. Uno slittamento che senza dubbio desta in noi sollievo e soddisfazione, ma di fatto non risolve il problema.
La scelta più saggia ed equa che il Governo possa assumere è quella di eliminare del tutto l’abolizione del mercato tutelato, che rappresenta ad oggi l’ultima frontiera contro i soprusi e le pratiche commerciali scorrette delle aziende che operano sul mercato libero.
Come da sempre sostenuto, Federconsumatori non è contraria alla concorrenza, anzi, una vera concorrenza è quanto di meglio ci si possa augurare per offrire ai cittadini un servizio più competitivo dal punto di vista della qualità e della spesa. Purché si tratti di una reale concorrenza.
Se, ad oggi, a distanza di quasi 10 anni dall’apertura del mercato libero dell’energia, solo 1 milione di utenze (su circa 23 milioni) ha abbandonato il mercato di maggior tutela, vuol dire che non vi sono abbastanza vantaggi: il risparmio si annulla quasi sempre dopo il primo anno ed i disagi sono all’ordine del giorno.
È sufficiente sfogliare la cronaca quotidiana per leggere di contratti non richiesti ed abusi da parte delle compagnie di energia che operano sul mercato libero. Abolire il mercato tutelato significa lasciare i cittadini in balia a difficoltà, scorrettezze e vere e proprie truffe.
Per questo, insieme alle altre Associazioni dei Consumatori, abbiamo scritto al Presidente del Consiglio rivolgendo un appello affinché venga definitivamente stralciato gli articoli relativi alla soppressione del mercato tutelato.
Altro intervento, a nostro parere urgente ed improcrastinabile, è quello sulle componenti che contribuiscono a far lievitare le bollette energetiche, a partire da accise datate e contributi ormai desueti, quali quelli per la dismissione delle centrali nucleari: è necessario ripulire le bollette da tali oneri, che risultano insopportabili ed ingiustificati agli occhi dei cittadini.
Federconsumatori ha presentato, lo scorso 11 aprile a Roma, la 13^ Indagine nazionale sull’andamento delle tariffe dell’energia elettrica e del gas, sia sul mercato libero che su quello tutelato.
L’evoluzione della spesa ha fatto registrare per il gas un aumento del 52,44% dal 1996 al 2016, per l’energia elettrica del 74,5% dal 1996 al 2016.
Nel dettaglio, nel 2016, la spesa di una famiglia media è stata di 1124 Euro annui per il gas (con un consumo di 1400 mc) e di 498 Euro per l’energia elettrica (per un consumo di 2700 Kwh).
Le maggiori evidenze riguardano l’onerosità delle imposte, in particolare gli oneri di sistema, che ammontano al 38% dell’importo della bolletta del gas e del 19% per la bolletta dell’energia.
A fronte di tale andamento si rivela ancora marginale il ricorso al bonus gas e bonus energia, di cui beneficiano ancora poche famiglie rispetto a quelle che ne avrebbero diritto, a causa della scarsa informazione e della complessità dell’iter per presentare domanda.
Inoltre, dalla comparazione tra il mercato tutelato e quello libero, emerge la scarsa, scarsissima convenienza di quest’ultimo.
Le offerte variabili sul mercato libero, a condizioni economiche aggiornate al 23 gennaio 2017, (per un consumo di 2700 Kwh annuali) consentono un risparmio medio dal 2,62% al 5,73%.
Leggermente meglio va per le offerte a prezzo bloccato, il cui risparmio va dal 9,76% al 14,4%. Analizzando l’andamento di tali risparmi, complessivamente, per le offerte variabili, in 7 anni il risparmio si è ridotto del 5%, per quelle a prezzo bloccato, del -0,07%.
Oltre allo scarso risparmio, ad ostacolare il decollo del mercato libero vi è la complessità dei contratti e delle bollette.
Da tali dati emerge, in vista dell’abolizione del mercato tutelato, un quadro desolante.
La convenienza delle offerte è praticamente inesistente, o comunque tende ad annullarsi nel tempo.
Un grave sintomo della mancanza di concorrenza… in un mercato in cui operano oltre 400 aziende!
Oltre alla mancata convenienza, sul mercato libero fioccano contratti non richiesti, pratiche commerciali scorrette e abusi.
In sostanza: il mercato libero c’è, ma è molto carente sul versante della competitività. Per questo riteniamo urgente capire il motivo per cui non funziona: monitorando tariffe, comportamenti e modalità di vendita, al fine di disporre regole più severe, che consentano finalmente ai cittadini un reale risparmio, attraverso una vera concorrenza e un servizio sempre migliore.