Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Enrico Somma: la mia controstoria della Sicilia

“La Sicilia vera non si trova nei libri di storia”. Nella sua ultima opera letteraria 4 Racconti Siciliani, stampata in proprio, il giornalista e  scrittore Enrico Somma ci da un esempio virtuoso di quello che deve essere la narrazione, al di là della storiografia ufficiale

di Patrizia Romano

Pippo La Barba

Enrico Somma. In un’epoca di comunicazione sui social pilotata da algoritmi funzionali al mercato bisogna, secondo Enrico Somma, uscire dai desueti modelli accademici della narrazione e dar luogo a rappresentazioni veritiere dei contesti ambientali nei territori.
Intellettuali animati dalla ricerca della verità come lo stesso Somma o il compianto Giuseppe Casarrubea, entrambi nati e vissuti a Partinico, lo hanno fatto con risultati tangibili.

Il primo racconto

Nel primo dei quattro racconti di Enrico Somma, intitolato “Prestai il cavallo a Turiddu Giuliano”, l’autore, attingendo a memorie inedite della sua famiglia, ci fornisce un ritratto non stereotipato del bandito identificandolo come comprimario nel groviglio politico dell’ultimo dopoguerra.

Il secondo racconto

Il secondo racconto “La mafia non uccide bambini”  è un’amara riflessione sul falso mito di una vecchia mafia che rispettava un suo codice d’onore, mentre di fatto si è macchiata (come la nuova) di orrendi delitti.

Il terzo racconto

Il terzo racconto, dedicato alla vicenda di Franca Viola, la prima donna siciliana che si ribellò ad una società patriarcale e maschilista rifiutando il matrimonio “riparatore” con un uomo che l’aveva presa con la forza, focalizza un costume che, sia pure lentamente, va cambiando, considerando la donna un soggetto che va tutelato nella sua dignità.

Il quarto e ultimo racconto

L’ultimo racconto è una descrizione di diversi personaggi  della zona del partinicese che a vario titolo possono considerarsi prototipi di una esigenza avvertita del cambiamento di mentalità nei  riguardi di una pseudocultura mafiosa.
Si va dal senatore Santi Savarino, grande giornalista e critico teatrale che, pur tra contraddizioni a cavallo tra fascismo, antifascismo e leggi razziali, ebbe il coraggio in pieno fascismo di scrivere contro Mussolini, alla preside Gigia Cannizzo, figura emblematica di un’antimafia autentica, che per prima scoprì il peso criminale di Frank Coppola, un mafioso italo americano che aprì in anticipo una trattativa tra Stato e mafia. Per concludere con Peppino e Felicia Impastato, due personaggi che ebbero il merito di andare con coraggio controcorrente in un contesto familiare e ambientale tutt’altro che rassicurante.

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Una risposta

  1. Un libro da leggere e sicuramente da tenere tra i propri libri più cari
    Dalle mie origini siciliane mi porto sempre appresso il cuore per la mia terra

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