Quella di Luca Tumminia è una storia che parte da lontano. Con la sua associazione, legata al mondo dell’artigianato e non solo, in tanti anni di attività, ha realizzato numerosi eventi per la città di Palermo.
Ed è stata proprio l’associazione e l’impegno profuso al suo interno a renderlo noto e popolare tra i cittadini e gli abitanti palermitani.
L’associazione, concepita in un’ottica di cooperazione, integrazione e intraprendenza, ha saputo porsi sul territorio come una valida alternativa lavorativa rispetto alla crisi sempre più dilagante.
Adesso, Luca Tumminia si candida al Consiglio comunale di Palermo nelle file del Pd, sostenendo il candidato sindaco Franco Miceli.
Lo sforzo per farsi conoscere all’elettorato palermitano è, dunque, minimo. Luca Tumminia gode già di popolarità e apprezzamento tra le frange sociali operative della città. Soprattutto, tra i cittadini che hanno sempre saputo rimboccarsi le maniche. Così come tra quelli dotati di intraprendenza e autonomia, rispetto alle istituzioni.
E a questi palermitani, Luca Tumminia si rivolge con uno slogan, dal titolo FacciAMO comunità, che sintetizza un progetto comunitario ed inclusivo, fatto di persone, di storie e di passioni.
Un progetto, di cui ci parla lo stesso candidato in questa intervista.
Allargare il settore delle Attività Produttive
L’Inchiesta Sicilia – Uno dei suoi obiettivi principali è quello di allargare la propria attività al settore delle Attività Produttive, dopo tanti anni spesi nel settore dell’artigianato. In che termini intende ampliare il proprio campo di visione?
Luca Tumminia – La mia attività di organizzatore di mercati, fiere ed eventi a Palermo, mi ha portato spesso a vivere in pieno il territorio e con esso tutte le attività commerciali e produttive. Le difficoltà maggiori che ho riscontrato sono una lentezza di quegli uffici preposti al rilascio delle autorizzazioni e pareri per l’utilizzo del suolo pubblico. Serve una ristrutturazione amministrativa che permetta di poter agevolare gli adempimenti e semplificare i regolamenti. Non possiamo più permetterci dei ritardi che bloccano l’apparato produttivo cittadino. Metterò in campo una serie di proposte che mirano a rendere più efficienti gli uffici e soprattutto distribuire in maniera efficiente il personale spesso sotto staffato e anche di istruirlo al meglio sulle pratiche da gestire in modo da poter accelerare i vari iter autorizzativi.
Artigianato
L’Inchiesta Sicilia – La sua attenzione sulle attività produttive, sino ad ora, è stata concentrata sull’artigianato, facendo a meno, egregiamente (è giusto sottolinearlo) delle istituzioni. Adesso intende coniugare questo importante settore dell’economia con la politica?
Luca Tumminia – Il settore artigianale è il cuore pulsante di ogni città in quanto la manualità produce ricchezza, oltre che rappresentare culturalmente e socialmente un territorio. Porterò in seno al consiglio comunale, se verrò eletto, delle proposte che possono servire ad avvicinare le istituzioni a questo settore, il rilancio degli spazi in disuso in città, con formule di comodato gratuito in cambio della cura della suddetta area , e finalmente istituire un regolamento che possa tutelare le arti cittadine attraverso delle agevolazioni sull’ utilizzo e le richieste dei suoli pubblici.
Processo di interazione
L’Inchiesta Sicilia – Il bene pubblico passa attraverso un lavoro di interazione territoriale e, quindi, di rilancio di tutti i quartieri della città.
Come intende promuovere questo processo di interazione?
Luca Tumminia – Per prima cosa intendo puntualizzare un concetto che spesso, a chi si occupa di proporre un progetto per la città, non è chiaro: tutti i quartieri di una città hanno pari dignità amministrativa e organizzativa. Proporrò quindi interventi di decentramento amministrativo che possano portare il governo cittadino ad interagire con i propri cittadini spesso carenti di servizi adeguati, un rilancio dell’ immagine degli stessi quartieri, dobbiamo far conoscere meglio il proprio territorio ai residenti che vi abitano e spesso si ignorano i servizi che i quartieri offrono anche a livello sociale e culturale; la riscoperta e cura degli spazi comuni, vanno coinvolti i cittadini in un processo partecipativo. Proporrò, inoltre, la possibilità di far diventare ogni singolo quartiere un vero e proprio brand da far conoscere, che possa creare attrazione verso i turisti che spesso si fermano a visitare soltanto il centro storico ignorando tutto il resto che li circonda.
Interazione territoriale in tutti i campi
L’Inchiesta Sicilia – Nei suoi piani programmatici, l’interazione territoriale è rivolta soltanto all’aspetto commerciale o prevede, soprattutto, un’estensione prevalentemente sociale?
Luca Tumminia – Palermo ha tantissime realtà che si occupano, attraverso vari progetti spesso autofinanziati, di aiutare aspetti di disagio del nostro territorio. Non possiamo ignorarle, dobbiamo garantire un proficuo confronto e aiuto con le suddette cosi da poterle aiutare attraverso misure che possono anche essere a costo zero nel loro processo di aiuto a quelle fasce di popolazione spesso in difficolta. Il ruolo che svolgono è fondamentale soprattutto in una città come la nostra piena di difficoltà.
Commercio di prossimità
L’Inchiesta Sicilia – Cos’è il commercio di prossimità?
Luca Tumminia – Il commercio di prossimità è tutto quello che riguarda il rilancio – e qui mi inserisco col mio progetto sui quartieri – di tutte quelle attività commerciali che svolgono un ruolo primario nelle singole zone della città. Dobbiamo tornare ad incentivare la gente a comprare “ sotto casa “, attraverso misure territoriali. Penso ai cosiddetti “ centri commerciali naturali“ ( un altro punto fondamentale del mio programma ) che possano realizzare zone franche cittadine con agevolazioni dal punto di vista fiscale, misure che realizzino progetti di marketing, eventi, attività culturali e tanto altro. In questo può vernici incontro anche il processo di digitalizzazione che può permetterci di mettere in rete queste realtà. Basta con i centri commerciali, vere e proprie cattedrali di cemento consumistiche, sono progetti superati. Oggi il commercio di prossimità deve essere una priorità per il rilancio commerciale della città.
“FacciAMO comunità”
L’Inchiesta Sicilia – Il suo slogan “FacciAMO comunità” lancia un progetto comunitario ed inclusivo, fatto di persone, di storie e di passioni. Cosa ingloba esattamente al suo interno questo progetto?
Luca Tumminia – Questo progetto ingloba una RETE fatta da persone che in dodici anni di lavoro ho incontrato e con la quale ho collaborato. All’interno di questa rete troviamo associazionismo sotto varie forme: ambientale, culturale, legato al volontariato, artigiani e creativi, commercianti, operatori turistici e operatori culturali. Una grande comunità che rappresenta le fondamenta della nostra città. La mia proposta per il comune non è dunque solo mia, intesa come Luca Tumminia, ma di tutte queste persone e realtà che ho incontrato e con le quali collaboro.
L’eredità di Orlando: l’inclusione etnica
L’Inchiesta Sicilia – Una delle eredità più importanti che lascerà Orlando è proprio l’inclusione. Inclusione sociale e inclusione etnica.
Come pensa di proseguire questo concetto che sembra sposarsi bene con i vostri programmi?
Luca Tumminia – Si sposa benissimo, in quanto “includere” – nel senso di sentirsi accolti e appartenere ad un gruppo di persone – è un percorso che negli anni ho fatto mio attraverso il lavoro svolto. Dico sempre che il mio compito è lasciare un’impronta sociale del mio passaggio, quindi inclusione è un concetto che appartiene, in maniera imprescindibile, al mio background passato, presente e futuro.
L’artigianato come trait d’union
L’Inchiesta Sicilia – L’artigianato, inteso come espressione artistica, è un trait d’union sociale ed etnico.
Che progetti avete in cantiere per sfruttare?
Luca Tumminia – I progetti per l’artigianato in città sono molteplici e sono frutto della mia esperienza: il recupero, attraverso cessioni a titolo gratuito, di spazi cittadini in disuso, la creazione di veri e propri hub di aggregazione artistica che possano mettere insieme varie realtà territoriali e farli collaborare per la crescita degli stessi, agevolazioni nella concessione di spazi di uso pubblico per la vendita occasionale dei prodotti realizzati, il recupero dei vecchi mestieri con la possibilità di cofinanziare progetti di rilancio degli stessi, rigenerazione urbana delle aree pedonali con interventi volti a creare mercati stabili con all’interno vari spazi artigiani come si usa in varie città europee.
Perché Miceli?
L’Inchiesta Sicilia – Al di là delle sue posizioni da sempre dichiaratamente a sinistra, come mai questo schieramento con il candidato Miceli, dopo i balletti che hanno preceduto la sua candidatura?
Luca Tumminia – Il progetto è sempre stato quello di trovare una figura che rappresentasse la forze progressiste in contrapposizione alle destre. Non era facile soprattutto mettere insieme gli schieramenti che oggi condividono questo percorso. Ci sono stati confronti vivaci ma costruttivi e che oggi, possiamo dire, hanno prodotto un risultato che direi essere un ottimo punto di partenza.
Quanto è rappresentativo il Pd
L’Inchiesta Sicilia – Il Pd è ancora una garanzia rappresentativa della sinistra o l’unico ripiego nel vuoto più assoluto?
Luca Tumminia – Il Pd ad oggi rimane un partito che sicuramente ha una forte componente di sinistra, di programmi e proposte di sinistra. Voglio ricordare le battaglie recenti. Il Pd è ancora oggi presente su vari temi: diritti civili, parità di genere, integrazione, uguaglianza economica, quindi non è un ripiego, anche perché non mi sembra che ci sia intorno il nulla assoluto, ma rimane ancora, anche con le sue contraddizioni, normali, un punto di riferimento per chi vuole vedere un futuro diverso.
Aurora Ferreri
L’Inchiesta Sicilia – Lei ha deciso di condividere questo percorso con Aurora Ferreri, una persona che ha speso il suo impegno all’estero. Non potrebbe rivelarsi una scelta un po’ azzardata? Dopo tutto ha vissuto una vita fuori dalla propria realtà.
Luca Tumminia – Aurora Ferreri ha vissuto una piccola parte della sua vita all’estero. Vorrei ricordare che il confronto con altre realtà arricchisce il proprio bagaglio di conoscenze che possono poi servire per migliorare la propria città. Aurora rappresenta proprio questo, è una coraggiosa che ha deciso di mettersi in gioco lasciando un futuro certo. La sua attività degli ultimi tre anni in città è stata preziosa, con battaglie sulla parità di genere, manifestazioni per di diritti civili di tutti e tutte, le proposte legate al miglioramento della propria vita quotidiana, su chi è portatore di handicap. Io e Aurora ci integriamo benissimo, siamo due storie che rappresentano una discontinuità legata alla retorica delle solite proposte che ci circondano. Le nostre sono storie vere fatte di esperienze vissute, quindi importanti per lo sviluppo della nostra Palermo.