Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Favignana inquinata dal gasolio della centrale elettrica?

La deputata Palmeri ricostruisce la storia delle perdite di combustibile dalla centrale elettrica dell’isola. Sembrerebbe che le bonifiche finora non siano andate a buon fine. Il 26 febbraio decisione sul rinvio al giudizio dei vertici della Sea, che gestisce l’impianto.

di Redazione

“Nella meravigliosa isola di Favignana potrebbero esserci dei pericoli per la salute dei cittadini e dei turisti. Il governo regionale faccia ogni possibile verifica sull’inquinamento che potrebbe derivare dalla centrale elettrica gestita dalla Sea e riferisca immediatamente in aula”: lo chiede la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Valentina Palmeri, che ha presentato un’interrogazione all’Ars, partendo dall’impianto che produce energia per l’isola delle Egadi e che viene alimentato con gasolio trasportato con navi-cisterna. 

“Sembrerebbe – dice Palmeri riferendosi a fonti giornalistiche – che nelle case limitrofe alla centrale, da circa 15 anni  fuoriesca acqua giallastra, che emana un odore di petrolio. Una perdita fu verificata negli anni ‘80 in un serbatoio interrato per lo stoccaggio del combustibile e ogni bonifica sembra sia stata finora inefficace, compreso l’ultimo intervento che doveva essere completato nel 2008, basato sul piano di caratterizzazione presentato dalla Sea. I monitoraggi effettuati fino al 2014, avrebbero rilevato una significativa presenza di elementi inquinanti penetrati nelle rocce permeabili fino alla falda acquifera. Un fatto gravissimo, soprattutto se consideriamo che si tratta di un’area marina protetta. Tanto grave che ha portato, in seguito a esposti e indagini, alla richiesta di rinvio a giudizio, da parte della Procura di Trapani, dell’amministratore e del procuratore speciale della Sea, accusati di inquinamento ambientale. Il 26 febbraio il Gup deciderà sulla richiesta del Pubblico ministero”. 

“In questo scenario preoccupante – dice Palmeri – abbiamo chiesto al governo regionale, attraverso l’interrogazione, quali azioni siano state prese rispetto alla mancata bonifica e se l’assessorato sia a conoscenza dell’estensione e del livello di contaminazione del suolo e delle acque, se sia stato autorizzato un nuovo progetto di bonifica, se la Regione intenda provvedere a realizzare gli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale, se sia stato coinvolto il ministero dell’Ambiente e infine se vi sia richiesta di revisione, da parte del Comune di Favignana dell’Aia – Autorizzazione integrata ambientale” o se intenda provvedere la Regione stessa.

Ufficio Stampa: Agostino Laudani

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