In politica la visibilità è tutto o quasi, soprattutto in relazione ai grandi movimenti che ci sono in questo periodo su scala nazionale
di Salvo Messina
Il simboli dei partiti non sono più di “moda” tra i candidati a sindaco che non vogliono essere “etichettati” formalmente anche se poi nella sostanza le liste che li appoggiano parlano chiaro per quanto riguarda i connotati politici. In quest’ottica si inserisce a pieno titolo la “telenovela” in atto tra i vertici regionali di Forza Italia e il candidato a sindaco di Palermo Fabrizio Ferrandelli. Il commissario regionale degli azzurri Gianfranco Miccichè, in prima battuta, forse convinto dagli alleati del Pid Cantiere popolare, si era ammorbidito su questo versante a tal punto di pensare poter fare a meno del simbolo di Forza Italia non “gradito” a Ferrandelli per la sua corsa a Palazzo delle Aquile.
In politica la visibilità è tutto o quasi, soprattutto in relazione ai grandi movimenti che ci sono in questo periodo su scala nazionale (come la recente nascita di Alternativa popolare di Angelino Alfano). A questo punto non ci sono molte alternative: o prevarrà la coerenza di Ferrandelli, ovvero la rinuncia del simbolo di Forza Italia con il rischio di perdere l’appoggio elettorale degli azzurri o della serie “il fine giustifica i mezzi” il candidato a sindaco accetterà questo diktat che secondo alcune indiscrezioni proviene direttamente da Arcore.
Se poi aggiungiamo che “Fratelli d’Italia” e i Salviniani sono alla ricerca di un candidato sindaco anche se è stato individuato nell’avvocato Mario Bellavista (che in modo tattico prende tempo) le cose per Ferrandelli si potrebbero complicare. Infatti Forza Italia potrebbe unire le varie componenti del centrodestra puntando su Bellavista gradito anche agli alleati del Pid Cantiere popolare.
Basta ricordare che le fibrillazioni sono iniziate dopo l’uscita dei manifesti di Antonio Purpura (considerato da molti “il candidato di Gianfranco Miccichè” al Consiglio comunale). Adesso tutto viene rimesso in discussione e mentre il puzzle delle alleanze di Ferrandelli sembra scomporsi sull’altra sponda a sostegno di Leoluca Orlando sta prendendo forma il simbolo “Democratici e progressisti” che dovrebbe includere il Pd, Alternativa popolare (solo la componente vicina a Dore Misuraca) e i centristi di Gianpiero D’Alia. In sintesi, si profila un nuovo scenario politico che potrebbe spingere Ferrandelli ad accettare il simbolo di Forza Italia.