Ferrovie in Sicilia: il nuovo orario invernale annunciato come un piano di ammodernamento dell’offerta, in realtà si tratta di tagli ai treni che ancora una volta colpiscono cittadini e pendolari siciliani. Non si può più stare a guardare! Servono investimenti sulla rete regionale
di Alfio La Rosa *
Il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, nel corso dell’inaugurazione della linea dell’Alta Velocità Milano-Brescia svoltasi il 10 dicembre scorso, ha affermato che il governo vuole spostare le merci e i passeggeri su ferro. I vertici di Ferrovie dello Stato hanno sottolineato come l’Alta Velocità sulla tratta, una delle più utilizzate e trafficate d’Italia, “cambierà le abitudini dei cittadini”. Sempre il Ministro ha plaudito al piano decennale di Ferrovie dello Stato, che prevede 73 miliardi di investimenti per le infrastrutture, di cui quelli dedicati alle linee tradizionali locali, superano quelli sull’Alta Velocità per i grandi corridoi europei. In Sicilia, invece, ciò che sembra prospettarsi è l’abbandono del sistema ferroviario regionale e del collegamento con il resto dell’Italia e dell’Europa.
Il 12 dicembre scorso, a Palermo, presso l’Assessorato regionale Infrastrutture e Mobilità e Trasporti si è svolto un incontro per trattare due punti all’ordine del giorno: il nuovo orario invernale dei treni ed il nuovo Contratto di Servizio su una nostra specifica richiesta del 21 novembre scorso, in vista della prossima scadenza del Contratto biennale (31 dicembre 2016) e della necessità di stipulare un nuovo ed efficace accordo di lunga durata.
La Direzione Regionale della Sicilia di Trenitalia ha affermato che il nuovo orario invernale rappresenta un piano pensato per ammodernare l’offerta e migliorare l’organizzazione e la distribuzione dei treni. In realtà, si tratta di una politica incentrata sui tagli alle corse ed alle fermate dei treni che ancora una volta colpiscono cittadini e pendolari siciliani. Nel corso dell’incontro sono state formulate richieste di modifica, parzialmente e successivamente recepite. Inoltre, occorrerà effettuare una serie di monitoraggi sui tempi di attesa e di percorrenza, sugli orari modificati e sul numero delle fermate, tesi a verificare le ricadute dei cambiamenti disposti dall’azienda che gestisce il traffico ferroviario.
Sul nuovo Contratto di Servizio, ci è stato detto che è in corso una costante interlocuzione tra la Regione e Trenitalia, ma che ancora non è possibile avviare un confronto con le Associazioni e i Comitati. Invece di puntare sulla strategicità del trasporto su ferro per lo sviluppo sociale e sostenibile del territorio attraverso la stipula del Contratto con la previsione di notevoli investimenti, la Sicilia accumula ritardo infrastrutturale su ritardo, sia sulla rete regionale che sui treni a lunga percorrenza.
La rete delle ferrovie siciliane è prevalentemente a binario unico. Solo poco più del 13% (190 Km) della rete ferroviaria ha il doppio binario; 578 Km sono su linee non elettrificate, producendo più lentezza e meno sicurezza. Il materiale rotabile è tra i più vetusti nel Paese ed i treni in servizio tra i più vecchi per età media. Il dossier “Pendolaria” di Legambiente conferma quanto da noi già denunciato in passato. Nell’Isola ci sono 429 corse giornaliere, in confronto alle 2.300 della Lombardia, la metà rispetto a quelle effettuate in Puglia o in Toscana. In sei anni, dal 2010 al 2016, i servizi hanno subito un taglio del 12,1 %, a fronte di un aumento delle tariffe pagate dai viaggiatori del 7,7 %. La Sicilia è la terza regione, dopo l’Abruzzo e la Basilicata, per vetustà delle vetture: i mezzi che circolano nell’Isola hanno mediamente 23,2 anni. La tratta Messina-Catania-Siracusa è al quarto posto nella classifica delle peggiori d’Italia: la velocità media è di 64 chilometri orari e negli ultimi quindici anni i treni si sono ridotti addirittura del 41 % e viaggiano meno veloci. A peggiorare il quadro generale regionale, assistiamo a tariffe che aumentano, stazioni degradate, disservizi causati dai lavori di ammodernamento e, recentemente, la mancata approvazione del Parlamento siciliano dell’articolo dell’assestamento di bilancio che prevedeva, in base al vigente Contratto, il pagamento di 8,3 milioni di euro dell’IVA spettante a Trenitalia per i servizi già erogati nel 2016. Sul fronte del quadro infrastrutturale, assistiamo alla staticità dei cantieri presenti nella Regione, a forti ritardi sui tempi di consegna delle opere e al mancato avvio dei cantieri del raddoppio di binario e dell’alta velocità sulla Catania-Palermo.
Da anni i treni a lunga percorrenza non arrivano in 5 province (Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Trapani). Inoltre, è scattato un ulteriore allarme dovuto al nuovo Contratto per il “servizio universale” per i treni finanziati e decisi dallo Stato e effettuati da Trenitalia, dove è previsto il taglio del treno Siracusa-Roma assottigliando ancor di più il numero di treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia. Non si può più stare a guardare!
Chiediamo di avviare in tempi celeri il confronto per la stipula di un Contratto di Servizio efficiente e attento ai bisogni di chi viaggia con un reale e serio intervento della Regione e il coinvolgimento di tutte le Istituzioni nazionali e locali. Su questo obiettivo intraprenderemo iniziative specifiche, nel corso del prossimo anno, sia con i Comitati dei pendolari sia con le altre forze economiche, sociali, le associazioni ambientaliste e dei cittadini.
* Presidente Federconsumatori Sicilia