Definire il suo genere è cosa assai complicata. La sua musica è poliedrica, così come lo è lui.
Filippo Cannino: un cantautore siciliano dalle mille sfaccettature musicali.
Il suo, in un primo approccio con la sua musica, è un sound pop raffinato. Ma, ascoltando i suoi brani, si rintraccia pure qualche vena Funky. Il tutto, condito da un po’ di Reggae, un tocco di Soul e qualche traccia di jazz.
Il mix armonico di generi musicali consumato nelle sue interpretazioni, fanno di Filippo Cannino un cantautore unico nel suo genere, anzi, con un genere tutto suo. Un genere che ti porta dove vuoi farti portare.
Riuscire a suscitare questi effetti nel pubblico è frutto soltanto di tanta esperienza, di tanta gavetta, ma, soprattutto, di tanta passione. Ed è proprio la passione, l’elemento costante nella musica di Filippo Cannino. Il comune denominatore di tutti i generi in cui si cimenta.
Tutta roba che si acquisisce con gli anni, specialmente, si ci accosta alla musica ancora pre-adolescente.
Ma facciamoci raccontare da lui, quando inizia il suo percorso musicale.
L’inizio della carriera
Quando e come inizia la sua carriera artistica?
Sin da ragazzino ho sempre avvertito una specie di tensione interiore,
un’esigenza e voglia di focalizzare tutto più da vicino. Emozioni, persone,
cose, luoghi, sono stati per me come scrigni che, una volta aperti, hanno
rivelato quasi tesori nascosti, ma anche cianfrusaglie di poco conto. Forse
tutto ciò riconduce alla sete di esplorare l’anima del mondo e di riflesso
anche la mia, cercando di trarne risposte o considerazioni più o meno
azzeccate.Dal
1988, dopo qualche anno di studio sullo strumento, mi sono accorto di avere una
predisposizione anche verso il canto. Iniziai a scrivere i primi brani inediti
e da lì a poco formai gli SKYLAND Band, con cui proponevo un repertorio di
Covers Pop e qualche brano inedito, appunto. Nel tempo si susseguirono altre
formazioni come i Bottom Line ed i Serio Positivo, i Qasba, i Ku ccè ccè, gli
Acoustical jam, i That’s All band (la mia cover Band di punta) cui iniziai ad
esibirmi nei Clubs di musica dal vivo palermitani e della provincia.
Iniziò così un naturale percorso musicale e compositivo che non si è mai
interrotto.
Incontri determinanti
C’è stato qualche incontro o qualche esperienza importanti che hanno segnato il passaggio nella sua vita artistica, trasformando la passione in qualcosa di più?
Ci sono state molte esperienze ed aneddoti che
potrei raccontare e per cui ringrazio di aver vissuto. Tra le più belle, la
Tournée nazionale con i Dasvidania per Arezzo Wave nel 199, che mi portò a
suonare in tutta la Penisola, più una data a Lugano in Svizzera. Oppure,
l’incontro nel 2007, con John Giblin, bassista di Claudio Baglioni, grande
persona e musicista eccelso di fama internazionale sul palco di O scià a
Lampedusa, dove ritornai anche nel 2008 e 2009. John mi ha trasmesso tanto
senso di dedizione e l’insegnamento che se si ama quel che si fa, si è sulla
strada giusta.
Potrei raccontare anche dell’incontro con un signore napoletano, canuto e di
mezza età, ben vestito, giacca cappotto e cappello, baffo curato, sciarpa,
sembrava un attore. Lo incontrai all’uscita di un supermercato durante gli
studi superiori. Mi vide e mi chiese: Salve. Lei è un musicista? Si, risposi
(anche se dentro di me, la risposta assumeva ancora toni dubbiosi). Ah che
bella cosa la Musica, mi rispose. E’capace di cambiare il cuore delle persone!
Quello fu un motivo in più per continuare a suonare e scrivere.
Un mix sonoro
Il suo genere spazia dalla musica etnica al Rock, dall’Etno-Rock al Pop, passando dal sound, con qualche sfumatura di jazz. Insomma, una miscela, ben composta, di generi. Cosa c’è dietro questo mix sonoro dai tratti fascinosamente ibridi?
Ho sempre avuto una mia personale visione della musica che non
corrisponde a quella del mercato attuale. Mercato, al quale, per quanto
proponga sempre nuova musica, lo stesso, ne tradisce la qualità e la bellezza.Tutto,
con l’obbiettivo di numero sempre maggiore di vendite o download.
Preferisco seguire i miei moti e lasciare uscire ciò che vivo e mi ispira in un
determinato momento, ammesso che poi diventi una canzone. Quindi, è questo il
mio modo di comporre! Attingo dal mio pozzo interiore. Di certo ho delle mie
preferenze che mi lasciano libero di spaziare per fortuna. Poi è chiaro che si
può lavorare con un approccio differente, più limitato, nel caso in cui mi
chiedono di scrivere un brano con un’idea chiara di partenza, commerciale. In
quel momento scattano dinamiche differenti. Scrivere non è facile, ma è facile
se ti piace scrivere.
L’amore
Ha scelto il giorno di San Valentino per l’esordio del suo brano pop, ‘Scelte’. Un brano che parla di amore. Quanto c’entra l’amore nei suoi brani?
C’entra tantissimo! Per me è il motore di tutto. Non è casuale che Scelte sia uscita a San Valentino, il giorno degli innamorati. Scelte è una riflessione cantata ed intima tra due amanti. E’ una sfida a sostenere gli sguardi uno di fronte all’altra, dopo un periodo di distacco fisico. E’ pure una richiesta di sincerità dopo essersi fatti male. Parla di possibili strade che forse l’Universo ci fa intravedere e della nostra capacità non sempre cosciente di saper scegliere o meno quella giusta. Ognuno fa le sue scelte nel bene e nel male. A volte, bisognerebbe riflettere a fondo prima di muovere le pedine nella scacchiera della nostra vita!
L’incontro artistico con i Dasvidania
Nel 1995, entra a far parte dei Dasvidania, una band etno rock, già nota nell’ambiente musicale. Quanto è stato importante per lei questo incontro?
Avevo 19 anni quando entrai a far parte dei Dasvidania, Band Etno – Rock di musica inedita, già nota nell’ambiente isolano e nazionale. E’ con loro che avvenne il mio vero battesimo nel mondo del professionismo musicale nelle vesti di chitarrista corista. Fu una grande esperienza che ricordo con affetto. Era e continua ad essere un bel progetto siciliano tra i più alti da annoverare. Imparai veramente tanto e mi misi parecchio in discussione. Mi incontrarono nella villa comunale di Monreale, mentre stavo facendo un concerto live con la mia prima cover Band. Gli piacqui, aspettarono la fine del concerto per parlarmi del loro progetto e mi diedero una musicassetta con 15 brani, chiedendomi di ascoltarli e di fare una prova appena li avessi studiati tutti. Mi lasciarono 2 o tre mese per prepararmi.
I debutto con i Dasvidania
Ricordo che dopo una settimana li chiamai, dicendo che ero pronto! Incisi con loro due dischi: il primo con la CLEVERHEAD PRODUCTION, album promozionale dal titolo “Trentamila leghe sotto i mari” e “Highlander”, distribuito dalla CASA DEL SOLE.
Nel Febbraio del 1997, dopo una prima fase di selezioni i Dasvidania passarono al concorso nazionale Arezzo Wave celebre fucina musicale italiana, trampolino di lancio di molti artisti tra cui in passato i DIROTTA SU CUBA, IRENE GRANDI, LITFIBA, e molte altre realtà.
Partimmo in Tournée per tutta l’Italia nelle maggiori città ed a Lugano in Svizzera al termine della quale ci aggiudicammo il 2° posto su tutte le formazioni del circuito. Avemmo parecchi ed importanti appuntamenti. Finita la mia esperienza in questo progetto, è anche capitato di suonare insieme a loro come session man.
L’ultima produzione
“Scelte”, è il brano che ha fatto da apri pista ad un Ep la cui pubblicazione era prevista per la primavera con il nome tratto dal singolo. Come sono andati i progetti in questo contesto turbolento di pandemia?
Lo Tsunami Covid 19 ci ha tutti
ibernati nelle nostre case per 2 mesi, buttandoci in uno stato di insicurezza e
paura direi totalizzante, che ha condizionato quindi anche la Musica, i
progetti ed affini. Ho sentito tanti colleghi, partecipato a gruppi spontanei
per trovare idee che sapessero di ripartenza. Nel frattempo, il lavoro si è
fatto aiutare dalla tecnologia, traslocando per lo più “on line”.
Ho dato lezioni di strumento su Skype, ho scritto nuove cose, ho cercato di
tenermi impegnato insomma. In questi mesi, ho pertanto lavorato maggiormente
alla promozione del mio progetto inedito, gestendo personalmente le mie pagine
Social e rendendomi presente alla memoria delle persone che mi seguono e che
ringrazio per questo, perché mi hanno scritto messaggi di solidarietà, chiesto
di step futuri con la mia musica ed esortato a non mollare.
La Sicilia
Quanto c’è di siciliano nella sua musica? Qual è il legame che la lega alla sua terra nella ideazione e progettazione dei suoi brani?
Sono nato con la musica straniera, potrei dire di essere più esterofilo che nazionalista in ambito musicale, non per cattiveria, ma semplicemente per gusti personali. Riconosco chiaramente grandi artisti in Italia, ma parlo del grande Pino Daniele, Modugno, Raf, Daniele Silvestri, De Andrè e pochi altri. Di siciliano ritengo di possedere sicuramente un profondo legame ed un approccio passionale ai miei progetti, che mi ricorda il mio amore per la mia terra.
Terra madre o matrigna
La Sicilia è, senz’altro, la musa ispiratrice di molti artisti. Addirittura, alcuni non siciliani. Molto spesso, però, la stessa rigetta i propri figli e rende difficile affermarsi. In realtà, come ci si afferma artisticamente in Sicilia. Si fatica di più?
Si, sicuramente si fa più fatica. Siamo sempre stati geograficamente lontani dai centri nevralgici di Produzioni e dai Riferimenti importanti del settore.
Le difficoltà sono tante, soprattutto per chi come me, da solo, s’imbarca in questo mare senza carte nautiche e da tempo aguzza lo sguardo all’orizzonte in cerca di terra ferma. Condivido con molti l’idea che dopo l’avvento di Internet, dei Social e della Musica da download, tutto è peggiorato. In genere e non solo per la Sicilia, è svanito il profumo di un disco tra le mani appena acquistato, la voglia di soffermarsi a leggere i testi, di mantenere una dignità artistica piuttosto che diventare una specie di saltimbanco mediatico che le sperimenta tutte per farsi notare. Il mercato è incredibilmente inflazionato e le Major sono diventate fortezze inespugnabili. Meglio puntare su etichette indipendenti, anche lì con non poche difficoltà. Tutto è diventato veloce! Leggo di guide on line su come inventarsi percorsi alternativi, di manuali su come raggiungere l’isola del tesoro.
Lasciare la propria terra per crescere
Lasciare la propria terra è diventato quasi uno step obbligato per chi cerca di farsi notare in questa giungla moderna. In passato, probabilmente, ci sono state maggiori possibilità di riuscita e riferimenti importanti soprattutto nella Sicilia Orientale. Parlo di Battiato, Mario Venuti, Carmen Consoli e pochi altri. Personalmente sono ancora del parere che se qualcosa è bello, funziona o vale, non dovrebbe incontrare grossi ostacoli per emergere in superficie, ma sono tante le varianti, le forze in gioco e la fortuna, perché no!
Questo Singolo, fortemente voluto, come tutto l’EP che uscirà a breve e per me è già un successo, è costato tempo, fatica, denaro, rinunce, senza grandi aiuti di sorta se non attestati di stima ed incoraggiamenti a continuare questo mio percorso artistico.
Il ruolo degli affetti
Ringrazio di cuore la mia famiglia e tutti quelli che mi hanno regalato il loro tempo prezioso e la loro professionalità come gli amici/musicisti ed eccellenze siciliane che hanno suonato in questo lavoro ed hanno creduto in me, come Emanuele Rinella, Massimo Calì, Manfredi Tumminello, Michele Mazzola, Samuele Davì, Fulvio Scaminaci, Massimo Scalici che insieme a Felipe Prefetti ha arrangiato e mixato il disco.
I talent show
Cosa pensa dei talent show?
Domanda scomoda, ma attuale. Penso che
attualmente siano tra i pochi modi rimasti per farsi notare da qualcuno nel
settore musicale.
Personalmente li trovo contenitori che di talenti che celano lo scopo di usare
i partecipanti per imbastire una trasmissione, gettando spesso nell’anonimato,
nella frustrazione e depressione gli stessi partecipanti eliminati.
E’ anche vero che ci sono casi in cui il talento incontra l’occasione giusta e
lì solitamente nasce una stella.
La chiave del cuore
Qual è la vera chiave che apre il cuore del suo pubblico?
In genere è il pubblico che può
rispondere a questa domanda.
Credo, comunque, che ci siano modi di scrivere e di comporre diversi ed il mio
è volutamente semplice ed al contempo visionario in sé e sincero.
E’ probabile che arrivi questo alla gente che si ritrova nelle mie canzoni,
almeno mi auguro che sia così.
Progetti in cantiere
Cosa ha in cantiere come nuova produzione?
In cantiere ho un nuovo Disco che contenga almeno 10/12 tracce e che definisca e giustifichi il percorso iniziato dall’EP SCELTE.
Da tempo, ho accumulo materiale nuovo a cui sto lavorando da casa, in attesa di poter tornare a suonare dal vivo e poter lavorare ai nuovi brani con la Band in sala d’incisione.
Ascolta Filippo Cannino:
Spotify https://open.spotify.com/album/5rEWx7lqQzCHaX3u7UgUgz
Apple Music https://music.apple.com/us/album/scelte-single/1498140474
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