“Una legge che mancava in Sicilia e che siamo certi sarà accolta con grande piacere da tantissime famiglie, che a causa del gioco d’azzardo e delle macchinette mangiasoldi si sono sfasciate o ridotte sul lastrico. È una grande vittoria per il Movimento, che storicamente è stato impegnato nel contrasto al gioco d’azzardo e alle patologie che ne derivano. Siamo lieti che su questo importante tema ci sia stata unanime condivisione di tutte le altre forze politiche, prima in commissione Salute e poi in aula”.
È questo il commento dei deputati dl M5S all’Ars, componenti della commissione Salute, Antonio De Luca, Giorgio Pasqua, Francesco Cappello e Salvatore Siragusa, all’approvazione della legge, basata sul testo base del M5S, per la prevenzione e il trattamento del disturbo da gioco d’azzardo”.
“Con questa legge, che aveva depositato il nostro collega Cancelleri – dice De Luca, che è stato relatore in aula del testo assieme alla deputata La Rocca Ruvolo – mettiamo a segno uno dei punti del nostro programma. I numeri del gioco d’azzardo in Sicilia sono impietosi, non potevamo stare ad osservare senza fare qualcosa. Nel 2016 le macchinette hanno bruciato nell’isola qualcosa come 854 milioni di euro, mentre nel 2019 si sono giocati in Sicilia 4,5 miliardi di euro in tutti i tipi di gioco, tranne quelli on line”.
La nuova legge mette un freno alla dislocazione arbitraria delle macchinette mangiasoldi nell’isola e prevede sanzioni per chi non si atterrà alle nuove normative.
“Nei Comuni con più di 50 mila abitanti – spiega De Luca – queste macchinette non potranno trovarsi ad una distanza inferiore ai 500 metri dai luoghi sensibili, come strutture sanitarie e ospedaliere, scuole di ogni ordine e grado, luoghi di culto, centri di aggregazione giovanile, compresi gli impianti sportivi, caserme, centri di aggregazione di anziani, cimiteri e camere mortuarie. Nei Comuni con meno di 50 mila abitanti la distanza dai luoghi sensibili scende a 300 metri”.
Per i trasgressori sono previste sanzioni da 2.000 a 10.000 euro, che salgono fino a 50 mila euro in caso di reiterazione della trasgressione.
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Addetto Stampa
Tony Gaudesi