La Fiom Palermo interviene sulla riunione che si è tenuta presso lo stabilimento Fincantieri tra l’azienda, le strutture territoriali di Fiom, Fim, e Uilm e le Rsu. L’incontro è stato convocato d’urgenza dalla stessa Fincantieri per discutere della produttività del sito di Palermo. “Ci sono stati presentati dei dati che, a loro dire, dimostrano che lo stabilimento di Palermo non è in grado di competere sul mercato a causa della mancata produttività, che attribuiscono unicamente ai lavoratori – dichiara il segretario generale della Fiom Cgil Palermo Angela Biondi – Abbiamo chiaramente respinto questa idea, ribadendo quanto da tempo diciamo: il cantiere di Palermo ha serissimi problemi di organizzazione industriale delle lavorazioni”.
La responsabile della Fiom di Palermo elenca ciò che non funziona nell’organizzazione delle attività: “Le ore assegnate per le lavorazioni sono calcolate sulla base dei cicli produttivi degli altri stabilimenti, differenti per infrastrutture, e le lavorazioni devono essere ripetute più volte per errori di progettazione. Anche le attrezzature sono obsolete e i continui guasti o la mancanza di strumenti adeguati contribuiscono a rallentare la produttività. Tutto ciò porta il cantiere di Palermo a stare fuori dai parametri dei tempi di lavorazione. Ma di tutto ciò, non sono di certo responsabili i lavoratori, quegli stessi lavoratori che, in passato, a detta della stessa Fincantieri, hanno sempre raggiunto ottimali livelli di produttività”. “È la direzione – conclude pertanto Angela Biondi – l’unica responsabile del crollo produttivo di questo stabilimento”.
All’incontro, l’azienda ha sottoposto ai sindacati un verbale di riunione attraverso il quale, da un lato, ne chiedeva la condivisione, e dall’altro dichiarava che, in caso di mancata inversione dell’andamento produttivo, non sarebbero state garantite nuove commesse. “Con un semplice verbale di incontro, l’azienda ha tentato di far condividere al sindacato che il problema dello stabilimento di Palermo sono i lavoratori, non ammettendo esplicitamente anche le reali responsabilità gestionali – continua la Biondi – A fronte di ciò Fincantieri non ha messo sul tavolo alcun investimento. Anzi anzi si è dichiarata disponibile unicamente a valutare la ‘possibilità’ di ricercare nuovi carichi di lavoro per Palermo. In sostanza, nulla. Nessuna azione o dichiarazione concreta che, a partire dalla stessa Fincantieri, dimostri l’effettiva volontà di cambiare le cose”.
La segretaria Fiom chiede a questo punto quale sia stata l’urgenza di convocare un incontro che ha solo rimandato a ulteriori tavoli “già previsti e concordati”. “Non abbiamo sottoscritto il verbale della riunione – aggiunge il segretario Fiom Palermo – perché conteneva non solo lo scarico di responsabilità sui lavoratori ma, peggio, tentava pericolosamente di introdurre una condizione di legittimazione nel continuare ad allocare in altri siti anche i futuri carichi di lavoro ad alto valore aggiunto. Col risultato di proseguire nella direzione di assegnare a Palermo solo lavorazioni di supporto, rendendolo nei fatti un’officina a servizio degli altri cantieri”.
“Siamo rimasti responsabilmente al tavolo fino all’ultimo, per spiegare le ragioni del sindacato, chiedendo la modifica del documento”, dichiara Francesco Foti, della segreteria Fiom Cgil Palermo. Ma l’azienda è rimasta sorda alle richieste del sindacato. E intanto al Cantiere Navale continua la protesta per il riconoscimento di una sosta aggiuntiva di dieci minuti durante l’orario di lavoro, per i lavoratori dell’officina OSA-A. “Da tredici giorni i lavoratori di quest’officina sono in sciopero chiedendo una piccola pausa in più, per l’indispensabile ripresa psico-fisica che consentirebbe, in un’officina dove si effettuano pesanti lavorazioni di saldatura, proprio di migliorare la produttività – aggiunge Francesco Foti – Queste sono le basi su cui vuole trovare una soluzione? In assenza di risposte, lo sciopero continua”.