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G7 Agricoltura: AIC, “Un reddito equo per le PMI, la priorità”

In occasione del G7 Agricoltura di Ortigia, è stata sottolineata l'importanza di rafforzare la posizione dei piccoli e medi agricoltori nella filiera alimentare

di Redazione

G7 Agricoltura. In occasione del confronto sul futuro dell’agricoltura e della pesca tra le istituzioni italiane durante il G7 Agricoltura di Ortigia, Giuseppino Santoianni, presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori (AIC), ha sottolineato l’importanza di rafforzare la posizione dei piccoli e medi agricoltori nella filiera alimentare.
Già aveva sottolineato l’importanza dell’agricoltura delle aree interne, come risorsa vitale per la valorizzazione del nostro paese. Nelle aree interne, infatti, sottolineava, si trovano metà dei comuni italiani, corrispondenti al 90% del territorio nazionale. Quindi mettere in campo una strategia efficace per questi territori, semore secondo l’Aic, significa incidere sulle problematiche del 90% del territorio italiano.
Adesso, è la volta di rafforzare la posizione dei piccoli e medi agricoltori nella filiera alimentare.

La necessità di una legge europea proposta nell’ambito del G7 Agricoltura

“La protezione del loro reddito è essenziale per garantire le loro imprese”, ha affermato Santoianni, evidenziando la necessità di una legge europea che tuteli le PMI contro la pressione al ribasso della grande distribuzione. “È fondamentale che gli agricoltori siano in grado di lavorare in modo più efficace, riducendo i costi, migliorando l’efficienza e ottenendo un reddito equo”.-

Aumentare la competitività

Santoianni ha continuato- “È necessaria una legislazione europea proattiva per aumentare la competitività degli agricoltori, promuovere la trasparenza nella filiera alimentare e combattere le pratiche commerciali sleali, in particolare quelle che minacciano le produzioni agricole di qualità che hanno un valore, a livello europeo, di 80 miliardi di euro” Santoianni avverte che questo non è sufficiente: “È necessario garantire coerenza tra la politica commerciale e quella di sostenibilità dell’UE. L’attuale approccio ai negoziati agroalimentari deve essere rivisto, richiedendo una leadership più forte nella riforma delle politiche commerciali globali, a partire dalla tutela delle produzioni biologiche e delle Indicazioni Geografiche” conclude il presidente di AIC.

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