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Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Gioco d’azzardo online: la gestione dell’emergenza Coronavirus

Coronavirus: come si può gestire la dipendenza per chi resta a casa ed è impossibilitato a giocare online

di Redazione

Disturbo da Gioco d’Azzardo: una patologia psichica vera e propria, un disturbo non correlato all’uso di sostanze, come indicato dalla più recente classificazione nosografica del DSM V, ma altresì un problema severo per la spesa pubblica. Nel solo 2019, infatti, ammonterebbe a centosette miliardi di euro la spesa per il gioco d’azzardo, secondo i dati rilevati dai Monopoli di Stato. A questo sfugge il sommerso, talvolta gestito dalle associazioni mafiose. Una situazione seria, anche in Sicilia, visto che a Siracusa si registra allo stato attuale una spesa superiore a mille euro a testa di giocate annue. Ciò con impoverimento dell’economia del territorio, a cui si cerca tuttora di ottemperare attraverso leggi Regionali in grado di limitare il numero delle offerte di giochi disponibili nelle singole sale giochi.

Il dr. Guido Faillace

Queste le dichiarazioni iniziali di Guido Faillace, Presidente Nazionale FeDerSerd, Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze, al fine di inquadrare la situazione storica del Disturbo da Gioco d’Azzardo e prospettare consigli utili ai soggetti colpiti e alle famiglie.
Una situazione che potremmo definire di schiavitù psichica, di dipendenza e mancata libertà di smettere, che, soprattutto a fronte dell’emergenza Coronavirus, che ha categoricamente posto il divieto del gioco online, diviene ancora più drammatica. Come si può quindi gestire la dipendenza per chi resta a casa ed è impossibilitato a giocare online?

Il ruolo dei servizi

“Premetto che in realtà in questo periodo è vietato il gioco online legale, anche se è possibile comunque accedere a siti non legali, per cui in realtà non si può parlare di un vero e proprio divieto – esordisce Faillace –. E’ poi altamente probabile una prosecuzione dei sintomi di dipendenza, con la previsione di un boom di ripresa alla fine dell’emergenza. Questa, infatti, è una patologia della memoria, che non può essere sconfitta da qualche mese di divieto. In ogni caso, in caso di sintomi da astinenza da gioco quali ansia, attacco di panico o depressione, in questo periodo di emergenza, sono disponibili servizi territoriali di sostegno psicologico telefonico o via Skype, messi a disposizione dalla Federserd anche nelle fasce serali”.

“In caso di gravità sintomatica, come aggressività o tentato suicidio, è possibile contattare il 118 e le Forze dell’Ordine, Autorità Competenti, sempre attive non solo per l’emergenza Coronavirus. Il sostegno psicologico è fondamentale per non abbandonare i soggetti, continuare il percorso iniziato prima dell’emergenza Coronavirus. Ma anche sostenere la persona nel senso di una ristrutturazione della propria vita, senza improvvisarsi specialisti e complicare il decorso della patologia. Un sostegno terapeutico a cui gioverebbe, a mio avviso, l’ausilio di strumenti di avanguardia come gli stimolatori elettrici transcranici, già utilizzati con successo per la cura della depressione”.

Quali alternative per le dipendenze in emergenza?

“Ritengo importante imparare a gestire il tempo libero, per riscoprire parti di Sé e attività che forniscano un’alternativa ai comportamenti problematici. Aspetti piacevoli, che compensino l’urgenza del gioco, recuperando parti mentali funzionanti prima della patologia – conclude Faillace –. Innanzitutto la lettura. Ma anche dedicarsi a un animale domestico, ricostruendo una dimensione del Sé da cogliere come opportunità Altra rispetto alle catene della dipendenza, attorniati dalla famiglia e dal suo sostegno emotivo”.

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