Una data istituita per sensibilizzare le coscienze su uno dei crimini più efferati. Ma perché proprio il 25 novembre diventa istituzionalmente la giornata contro la violenza sulle donne? Un excursus storico sulla sua genesi.
di Patrizia Romano
Oggi, 25 novembre, per il diciassettesimo anno, è la Giornata contro la violenza sulle donne. A istituire questa ricorrenza è stata l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre del 1999, accogliendo una proposta fatta da un gruppo di donne attiviste. Tutto inizia nel 1981, quando le ‘ribelli’ si riuniscono a Bogotá in occasione dell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi. Il gruppo è guidato dalle sorelle Mirabal, tre donne rivoluzionare che si oppongono da anni al regime del dittatore della Repubblica Dominicana Rafael Leonidas Trujillo e che pagano con la vita la propria ribellione; proprio per questo, infatti, vengono brutalmente assassinate. Inizialmente, si pensa a un delitto politico. In realtà, dietro al brutale assassinio, apparentemente di Stato, si nasconde un delitto con una precisa connotazione di genere, perché il confronto tra Trujillo e una delle tre donne uccise, Minerva, inizia molti anni prima del delitto, quando lui tenta in tutti i modi di sedurla e circuirla. Minerva ha 23 anni, un carattere forte ed è bellissima. Il dittatore fa di tutto per averla. Arrogante e megalomane, in quegli anni Trujillo si comporta da padrone e quando desidera una cosa, deve essere sua. Donne incluse. Manda i propri collaboratori a cercare le più belle per soddisfare i suoi viscidi piaceri.
Proprio la stessa arroganza, prevaricazione, tracotanza, prepotenza, aggressività delle decina, centinaia, migliaia di energumeni che, ogni giorno, perpetrano il peggiore tra i delitti che possano essere commessi: la violenza sulle donne.
Si è istituito il 25 novembre, come Giornata contro la violenza sulle donne per far prendere coscienza al mondo intero l’entità della violenza che si perpetua contro il genere femminile, senza confini geografici, storici, culturali e sociali, dopo anni di tabù attorno all’argomento. In realtà, gli abusi fisici e psicologici sono sempre esistiti. Prima, però, erano considerate faccende private, di cui non era opportuno parlare. Oggi, la violenza di genere sembra in aumento, ma in realtà è che prima non veniva considerata tale. Era un crimine di cui non si aveva piena coscienza e una reale percezione e, quindi, da nascondere. Pertanto, tutto quello che viene nascosto, viene ignorato. Per questo è stato importante istituire una Giornata contro la violenza di genere, che diventasse ‘La Giornata’.
Qualsiasi forma di violenza di genere è il frutto di una cultura maschilista e patriarcale che si perde nella notte dei tempi e che è dura a morire. Una cultura che considera la donna come un oggetto di cui l’uomo-padrone può disporre come meglio crede, arrivando, se è il caso, pure a ucciderla.
Il maschilismo, però, non è una perversa corrente di pensiero diffusa soltanto tra gli uomini, ma, in molti casi, si genera anche nella donna.
E’ necessario eliminare queste costruzioni culturali che, soprattutto in alcuni contesti socio-culturali, si insinuano nella mente della donna ogni giorno dalla sua nascita, in un crescendo continuo che porta all’accettazione spontanea, come se fosse la cosa più naturale del mondo o alla rassegnazione, impedendo alla nostra anima femminile di ribellarsi. La rivoluzione parte da noi, dal credere nelle nostre potenzialità e nella capacità di liberarci dai vecchi stereotipi che ci accompagnano da generazioni e generazioni.