Un talento che spazia dalla scultura alla pittura, dalla scrittura alla poesia, fino alla regia teatrale, Giuseppe Messina può definirsi un artista poliedrico.
Nato nel 1947, nella frazione di Gala a Barcellona Pozzo di Gotto, Giuseppe Messina già in giovane età, a dimostra un notevole talento artistico.
A soli tredici anni, scolpisce il volto di Giuseppe Garibaldi su un gradino in pietra arenaria della sua casa. Un’opera che gli vale iniziali rimproveri, ma anche ammirazione. Questa esperienza segna l’inizio di un percorso artistico che lo vede protagonista in diverse discipline.
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Il trasferimento a Roma
A vent’anni, mosso dal desiderio di confrontarsi con il mondo culturale romano, si trasferisce nella capitale. Qui frequenta la “Casa della cultura” di via Arenula, frequentata da artisti di grosso spessore. Tra questi, Pierpaolo Pasolini, Nanni Loi, Melo Freni, Alberto Moravia e altri. Qui partecipa attivamente alla scena artistica romana, esponendo le sue opere accanto a rinomati artisti come Salvatore Fiume, Ennio Calabria, Renato Guttuso e Remo Brindisi.
Giuseppe Messina è un artista versatile, noto per la sua capacità di eccellere in numerose discipline artistiche. Le sue opere riflettono un profondo legame con la mitologia classica e con la terra di Sicilia.
Il ritorno in Sicilia di Giuseppe Messina
Nel 1981, il suo ritorno in Sicilia segna l’inizio di un periodo fecondo e ricco di iniziative culturali. Tra queste, la fondazione del “Movimento per la Divulgazione Culturale” e la creazione del periodico “La molla”.
Riceve numerosi riconoscimenti, tra cui la medaglia d’oro del Senato della Repubblica per la sua trilogia omerica. Nonché, la targa d’argento del Presidente della Repubblica nel 2006.
La sua mostra antologica del 2017 e i film prodotti testimoniano il suo impegno nel denunciare le ingiustizie sociali e nel celebrare la cultura siciliana.
La casa museo “Oikos Museion
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Giuseppe Messina trasforma la sua residenza in un autentico tempio dell’arte, la casa museo “Oikos Museion”. Questo spazio non solo raccoglie una vasta collezione delle sue opere, ma funge anche da punto di incontro e ispirazione per artisti e appassionati. Accoglie anche opere di altri artisti come del ben noto autore di “Cristo si è fermato ad Eboli”, Carlo Levi. Tra le opere, anche un ritratto di Giuseppe Messina, realizzato dalla pittrice russa Irina Riabinova. La casa museo è un simbolo del legame profondo tra Messina e la sua terra natale. Un luogo dove storia, cultura e arte si intrecciano armoniosamente.
Le sculture di Demetra e Proserpina
Tra le opere più significative dell’Artista vi sono le sculture di Demetra e Proserpina. Due opere, che incarnano perfettamente la mitologia classica e il profondo legame di questa con la Sicilia.
La leggenda di Demetra
Demetra, dea della fertilità e dell’agricoltura, è rappresentata tra i rami di un ulivo vivo. La scultura, realizzata in materiale cementizio su una armatura in zinco, è dotata di un impianto idrico. Impianto, che fa sgorgare acqua dal seno della dea, simbolizzando la vita che fluisce dalla terra fertile. Messina impiega sette anni per concepire l’imponente opera, realizzandola materialmente in solo sette mesi di lavoro intenso.
La leggenda di Proserpina
Proserpina, figlia di Demetra e regina degli inferi, è rappresentata in tutta la sua maestosità. Alta cinque metri e quaranta centimetri, con una grande sfera luminosa in mano. Realizzata anch’essa in materiale cementizio su armatura in zinco. La scultura è dotata di un impianto elettrico che illumina la sfera, simbolo della rigenerazione e del rinnovamento perpetuo. Definita dallo stesso artista, “Sorgente di luce, di calore, colore e speranza”. Secondo la mitologia, Proserpina fu rapita da Plutone presso il Lago di Pergusa in Sicilia. La madre, disperata, dopo avere cercato la figlia, non avendola trovata, fa inaridire la terra. Zeus, implorato da Demetra, interviene presso Plutone, affinché faccia ritornare Proserpina sulla terra. Ed ecco che, ogni anno, Proserpina trascorre sei mesi sulla terra con sua madre, durante la primavera e l’estate, e sei mesi negli inferi con Plutone, durante l’autunno e l’inverno. Ciclo che simbolizza la rinascita della natura e l’alternarsi delle stagioni, un tema caro a Messina e splendidamente rappresentato nelle sue opere.