Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

I CAPITOLI DELLA CITTA’ DI PALERMO

di Redazione

 Tra i più antichi culti della città di Palermo la celebrazione della Santuzza Rosalia rimane tra tutti il più suggestivo e acclamato.

 

Un evento straordinario, capace di emozionare e accogliere il desiderio di rinnovamento e riscatto sociale proprio attraverso un antico rituale, che si attende per un intero anno, capace di attirare la cittadinanza e numerosissimi turisti.

L’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, in occasione proprio dei festeggiamenti, propone una rassegna divisa in due momenti topici: il festino di S. Rosalia a luglio e la ricorrenza del giorno della Santa a settembre. Un progetto culturale denominato “I capitoli della città di Palermo”  incentrato sul recupero delle tradizioni popolari, affidata al cunto di Salvo Piparo che rappresenterà la città in capitoli, suddividendo riti, storie e leggende in 6 serate dalla liberazione della peste agli eroi, dai poeti Schiera e Fudduni fino alle leggende del mare siciliano, passando per gli antichi mestieri e le vastasate popolari. Una sorta di fiction teatrale che propone alla gente 30minuti di storia lasciando il gusto di ritrovarsi all’indomani per continuare il viaggio dentro il racconto. Sei spettacoli diversi, allestiti da Salvo Piparo e Costanza Licata accompagnata dalla pianista Rosemary Enea. Si comincia il 4 settembre giorno della Santa per raccontarne in un’unica serata l’intera storia dalla nascita alla morte, un trionfo concentrato che onorerà la Patrona. Le serate poi avranno un titolo per capitolo dopo S. Rosalia ci sarà Eroi; Poeti; Vastasate; Mestieri; Mare.

 La rassegna inserita nell’ambito delle celebrazioni della Santa, si pone come uno strumento di aggregazione culturale di grande interesse turistico, ma prima ancora di grande divulgazione storico-popolare alla cittadinanza stessa, spesso immemore delle straordinarie tradizioni che intessono gli angoli di questa nostra Palermo.

Un sotterraneo dentro la memoria che porta fino alle più antiche usanze, quelle dei cuntisti, che in piazza declamavano le mirabili gesta dei paladini di Francia o le più drammatiche vicende popolari. L’intera manifestazione prende vita all’interno della piazzetta Pasqualino adiacente al Museo Internazionale delle Marionette, che disporrà un allestimento con palco e sedie. Più repliche ogni sera; dal 4 settembre giorno della Santa fino al 9, anche questa parte con 2 o 3 repliche ogni sera.

 

Compagnia di Salvo Piparo.  Salvo Piparo è custode della memoria della città da anni racconta la storia di Palermo e delle sue mirabili storie di vita e leggende popolari. Ricercatore attento delle tradizioni popolari rievoca la storia attraverso la tecnica del cuntu accompagnata dalla voce di Costanza Licata. Ha messo più volte in scena spettacoli di Salvo Licata, oltre ad essere stato egli stesso autori di numerosi spettacoli quali Crollalanza, Shakespeare era siciliano, una produzione sul 150° della venuta di Garibaldi in Sicilia Focuranni, rappresentata in occasione della inaugurazione del Museo della Mafia a Salemi in omaggio al Presidente Giorgio Napolitano. Testimonial per Unicef, da anni è impegnato contro la lotta al pizzo con la sua attività teatrale, rivolgendo inoltre un attenzione particolare per tutte le manifestazioni in beneficenza a favore dei bisognosi. Appassionato alla città scrive di Palermo e dei suoi palermitani sentendosi esso stesso il primo ad amarla con devozione. 

 

Spettacoli 

4 settembre ore 21,30 – 22,30 – 23,30

S. Rosalia 

La leggenda di Rosalia Sinibaldi, comincia al tempo dei Normanni, al tempo di Re Ruggero e del principe di Mazara, Baldovino, valente spadaccino. La leggenda si tesse al sentimento popolare, fin dentro la storia e le viscere maleodoranti della città-vecchia, quando secoli dopo, arrivo’ la peste; in quell’anno del Signore molti popolani cominciarono a invocare le piu’ lacrimose madonne della città…le altissime del cielo, ma nell’anno di grazia 1624, al terribile morbo trionfo’ Rosalia ,sepolta in quel sacro monte che venne definito dal Ghoete il piu’ bel promontorio: “il Pellegrino”. Vuole tradizione antica, che i devoti percorrendo la “Scala Vecchia” giungano dinnanzi a magnifiche arcate, colonne tortili, alabastro barocco, angeli, acque santiere, in omaggio alla regale vergine patrona, distesa e ricoperta di gemme e di oro tra le roccie nere e gli ex-voto d’argento. Le narrazioni e i canti interpretati da Costanza Licata e Rosemari Enea (pianoforte) sono tratti dal “Trionfo di Rosalia” di Salvo Licata, summa di vecchi canovacci settecenteschi e della tradizione orale dei trionfisti orbi. La tecnica narrativa è un personalissimo cunto di Salvo Piparo, ritmato a mani nude, a rievocare i fuochi maschi del giochi pirotecnici. 

5 settembre 21,30 – 22,30

Eroi 

Dentro il chiostro di un teatro, sotto il cielo della Kalsa, lo stesso cielo che vide giocare a pallone Giovanni Falcone e Paolo Borsellino si ricama una trama ardita , una combinazione di cassaforte dove prendono vita epiche battaglie di paladini Orlando e Rinaldo coi loro pennacchi sgargianti pittati dal sole, e poi aneddoti sul valente Peppino Garibaldi ascoltati attorno ad un braciere, e ancora un cunto che scandisce le “pitruliate” dei bambini di Brancaccio sotto gli occhi di Don Pino Puglisi.

Da quello stesso chiostro, infine, nel mandamento “Tribunali” come in una corsa  dentro una macchina del tempo si arriva tra cielo e mare: il tratto d’autostrada Punta Raisi-Capaci con altri eroi, quelli uccisi dalla mafia.  

“Gli eroi che incontreremo in questo nostro viaggio, saltano in aria, ridotti a brandelli, irriconoscibili, sventrati…ma sempre vivi!!”  

6 settembre 21,30 – 22,30 – 23,30

Poeti 

Il nostro omaggio devozionale ai padri della poetica  del novecento palermitano: Ignazio Buttitta, Salvo Licata,Gaspare Cucinella, Giovanni Alamia, mentre raffiora un antico canto chiamato “vicariota” il canto dei carcerati al tempo della “Vicaria” ossia di quelle  terribili galere borboniche che si affacciarono sul “Cassaro”.

Il genio di Pietro Fudduni e del suo rivale, l’abate Meli nella Palermo del ‘600. Il ricordo vivido di quelle strofanelle disfattiste di Giuseppe Schiera negli anni del fascismo, fiore all’occhiello della maschera palermitana Giorgio Li Bassi.  

7 settembre 21,30 – 22,30 – 23,30

Vastasate 

Canovacci, smorfie, aneddoti, poesiuole, siparietti giullareschi, la farsa di Nofrio e Virticchio, metafore della vita e doppi sensi “alla carlona”, versi sboccati di un tempo lontano, sono le Vastasate, dei guitti: Salvo Piparo & Costanza Licata, ora venditori di fumo, ora  il poeta e la sua Chantosa, di sicuro: “due quadri ca un ponnu stari appizzati a nudda banna”. 

8 settembre ore 21,30 – 22,30

Mestieri

Come nello stile dei tamburinari-banditori  vengono presentate le antiche maestranze, da cui nacquero le confraternite, inesorabilmente  falciate dall’avanguardia.

Il Genio di Palermo di Piazza Rivoluzione che al tempo fu Fieravecchia, autentico simbolo della città, del quale gruppi scultorei se ne contano un numero indefinito incastonati dentro i quattro mandamenti, porta una scritta ai piedi: “Palermo divora i suoi figli per nutrire gli stranieri” ecco che le maestranze vennero sacrificate e fatti grassi i lordoni, gli industriali del nord che qui vennero a impiantare fiorenti attività commerciali.

Ma un altro male si nasconde dietro la desertificazione: l’invidia.

All’interno delle maestranze, molti mestieranti cominciarono a farsi le scarpe, anziché essere uniti. Il non voler tramandare l’arte, la scienza e i trucchi del mestiere ai giovani apprendisti fu la serpe in seno che sentenziò l’inizio della fine dei maestri. 

9 settembre 21,30 – 22,30

Mare 

Palermo che fu “Tutto porto” venne infestata dai topi, roditori  di bellezza e  saccheggiatori di fasti, la città in mano ai pirati divenne una “varca” che comincio’ a fare acqua da tutte le parti, ma Palermo “avi na vutti”: Montepellegrino e il suo mare “pari sciampagna”.

In questoscorcio” che bagna i piedi alla città vi sono i canti tratti dalla storica “Ballata del sale” di Salvo Licata, con le musiche scritte da Mario Modestini per il Teatro Biondo, recuperati e rimessi in scena dopo molti anni di buio.

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