Nell’era della tecnologia, riscopriamo i cavallucci di Pietro Boscia, veri capolavori artigianali, giocattoli fatti a mano che ci riportano indietro nel tempo e regalano tanta magia
di Clara Di Palermo
La prima volta che ci ci si imbatte nei cavallucci di Pietro Boscia, la sensazione comune è quella di un balzo indietro nel tempo…..lo sguardo si addolcisce, la memoria torna a momenti di un’infanzia dimenticata, quando i giocattoli erano semplici e avevano bisogno di tutta la nostra fantasia per animarsi. Questi cavallucci, realizzati uno per uno a mano, hanno la capacità di farci dimenticare il mondo circostante e trasportarci in una dimensione quasi irreale.
“In affetti devo dire che succede tante volte che le persone, appena ne prendono uno in mano per guardarlo bene – confessa Boscia -, cambino repentinamente la loro espressione del viso. Gli occhi si perdono”.
Nato e cresciuto in una famiglia che a Palermo si identifica con la nobile arte del restauro, Pietro Boscia ha realizzato il suo primo cavalluccio solo due anni fa, in età adulta, grazie a un maestro d’eccezione, quel Nunzio La Venuta nel cui laboratorio vicino alla Chiesa della Gancia trascorse giorni e giorni, fino al giorno in cui il maestro scomparve prematuramente a 56 anni.
“Mi innamorai di quei cavallucci – racconta Boscia – e mi ricordai di tutte quelle volte in cui, da bambino, dato che non eravamo ricchi, i giocattoli dovevo industriarmi a realizzarli con le mie mani perché non potevamo acquistarli”.
Come sono realizzati questi cavallucci?
“Interamente a mano, in cartapesta. E proprio perché realizzati a mano è impossibile che ce ne siano due perfettamente identici. Il supporto, la parte del dondolo, è fatta in legno o cartapesta, a seconda dei materiali che ho a disposizione. Il corpo del cavalluccio è tutto in cartapesta. La colla che utilizzo, non è la colla chimica, ma la realizzo come si faceva una volta: miscelando farina e acqua. Allo stesso modo, i colori con cui dipingo non sono tossici, ma esclusivamente colori all’acqua. Mi piace fare le cose per bene, del resto sono abituato al restauro, quindi a rispettare le cose d’altri tempi”.
Alcuni dei cavallucci hanno un decoro particolare nella parte del dondolo.
“Sì, ci sono i paesaggi medievali che sono un’idea della mia compagna, e sono stati molto apprezzati. Una amica, poi, mi ha chiesto un decoro legato alla sicilianità e così sono nati quelli con dipinte scene che ricordano i carretti siciliani. Adesso ne sto realizzando alcuni più grandi, che siano cavalcabili dai bambini a cui sono destinati”.
E se si volesse regalarli per Natale? Dove si possono acquistare?
“A Palermo sono in esposizione al Bookshop del Caffè del teatro Massimo, alla Libreria del Corso in corso Vittorio Emanuele e alla Libreria del Mare. E poi mi si può contattare al cell: 333 9364262 o via FB alla mia pagina Il mondo dei Balocchi di Pietro Boscia”.
Boscia è stato contattato per esposizioni sia in città del nord Italia, come Torino, che all’estero, tra Stati Uniti, Germania, Inghilterra. A lui dispiacerebbe portare la sua arte fuori dalla Sicilia, vorrebbe riuscire a organizzare dei corsi per insegnarla ai bambini, per poterla tramandare. Noi aggiungiamo che, forse, servirebbe una politica di vera valorizzazione del nostro artigianato, con iniziative supportate da una forte promozione, come avviene in altre città.