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I giovani del Pd siciliano: una risorsa che fa la differenza

Tra vecchi tromboni accentratori che parlano al singolare, emergono loro. Ma quanto spazio trovano? I giovani del Pd siciliano raccontati da Antonio Ferrante, dimissionario alla presidenza della direzione del Partito

di Patrizia Romano

In un momento in cui la crisi dei valori sta caratterizzando la politica italiana, i giovani potrebbero rappresentare la fonte privilegiata dalla quale attingere le risorse necessarie per un rilancio della politica. Giovani svegli, dinamici, attivi, preparati.
Molto spesso, sono proprio loro a fare la differenza. Come nel caso del Pd, in cui, dopo anni di guerra fredda che hanno portato alle dimissioni dalla presidenza della direzione del Partito democratico siciliano, Antonio Ferrante, i giovani sono scesi in campo dalla parte di quest’ultimo. Mettendosi, senza esitazione, contro la vecchia guardia del Pd.
Ma quanto si è investito su di loro? Che ruolo gli si consente all’interno dei quei partiti composti solo da vecchi tromboni?
Ne parliamo proprio con Antonio Ferrante, che nel corso della lunga diatriba con i vertici del partito, ha trovato nei giovani i migliori alleati.

I giovani del Pd siciliano

La guerra interna che ha portato il Pd al collasso, si è consumata nel silenzio assordante di tutto il Partito. Ma a squarciare questo silenzio sono intervenuti i giovani del Pd siciliano.
Cosa rappresentano questi ultimi per l’intero sistema del Partito?

Nel corso dell’ultima direzione ho ringraziato i giovani. Coloro che si sono esposti pubblicamente, per il sostegno e l’affetto che mi hanno dimostrato in questi giorni difficili. Posso dirle cosa dovrebbero rappresentare per un partito di sinistra degno di questo nome: il presente prima che il futuro. Cosa che, fatti alla mano, ad oggi non è. Al netto delle frasi di circostanza.

Rapporto umano

Lei si è speso tanto per i giovani del Pd siciliano. E loro l’hanno ricambiata, schierandosi nettamente dalla sua parte nell’ambito delle diatribe interne al Partito. 
Che rapporto c’è, dunque?

Per chi vive la politica come servizio, da volontario, i giovani sono i primi destinatari. Non solo dell’impegno quotidiano ma, soprattutto, dell’esperienza che deve servire innanzitutto per non commettere i nostri stessi errori. Ed è bello ad un certo punto passare dal campo alla panchina, fare loro da guida e vederli crescere nel partito e nelle istituzioni. Quale che sia il mio futuro, avere ottenuto questo riconoscimento pubblico da loro resterà la soddisfazione più grande. E mi dispiace per chi, nonostante ruoli e corti appresso, non la proverà mai.

Quanto gli è consentito spendersi

Quanto si sono spesi i giovani del Pd siciliano per il partito e quanto possono farlo o pensa che vengano boicottati in partenza?
Il PD ha un debito politico enorme verso le nostre e i nostri ragazzi. Giovani, che, con le loro forze, avevano organizzato il proprio congresso nel disinteresse, se non l’ostruzionismo, dei soliti sommi censori romani. Abbiamo assistito a riunioni di giovani in tutte le province e comuni. Anche quelli che vivono un’emigrazione giovanile drammatica, penso alle Madonie come ad ogni angolo della Sicilia. Hanno eletto come segretario un giovane amministratore, premiato per avere denunciato la siccità in provincia di Enna. Riuscendo, attraverso i social, a fare molta più opposizione dei soliti fiumi di parole che non legge mai nessuno. Un congresso regionale a Caltanissetta, centinaia di ragazzi come non si sono mai visti nel Pd, e per giunta a spese loro. Alla fine da Roma hanno annullato tutto, motivazioni formalmente ineccepibili in questo caso quando, in altre circostanze, gli stessi sono risultati decisamente più “distratti”. Quindi, per risponderle, le dico che ad oggi qualcuno a Roma non vuole neanche farli partire. E spero che, con le mie dimissioni, il Pd siciliano faccia sentire la propria voce, anche se onestamente ne dubito.

I giovani del Pd siciliano e la vecchia guardia del Partito

Cosa ha fatto la vecchia guardia del Partito per dare spazio ai giovani del Pd siciliano e creare una classe dirigente futura?
Ma se il motto della “vecchia guardia” è “finché morte non ci separi”, che occasioni vuole che gli diano? La rappresentazione plastica è stata una festa dell’Unità tra le più tristi della storia. Calata con la solita arroganza sopra una tre giorni di formazione politica precedentemente organizzata e comunicata. Il tutto per dare il palchetto a questo o a quella. E potersi beare nell’ascolto della propria voce, visto che di gente sotto al palco a sentire ce n’era decisamente pochina.

Un partito che parla al singolare

Pensa che ci sia stata la volontà di accentrare tutto su sé stesso?
Non è che lo penso. Guardi lei stessa la pagina del Pd Palermo. Ormai addirittura si scrivono i post in prima persona singolare, “il verbo si fece carne” ha ironizzato qualcuno. Ma, alla fine, è lo specchio di un partito che si definisce plurale ma parla al singolare. Un po’ come la vecchia pubblicità di una caramella: un buco con gli eletti intorno.

Nomi che spiccano tra i giovani del Pd siciliano

Ci sono dei nomi papabili tra i giovani del Pd siciliano in grado di cogliere l’eredità del vecchio Partito?Depurandola di tutte le negatività della vecchia classe dirigente e portare a uno svecchiamento?
Abbiamo ragazze e ragazzi straordinari, molti amministratori locali, che hanno provato a dare un colpo di reni venendo stoppati bruscamente. A loro dico di non arrendersi e battere i pugni, hanno molto più da perdere quelli che continuano ostinatamente a nascondergli il pallone.
A breve si celebrerà il congresso. Voglio credere che si metteranno in gioco pensandosi leader prima che posizionarsi appresso a questo o a quella sperando di fare loro da scudieri.

Come svecchiare il Partito

Qual è la formula per svecchiare e portare una ventata di aria nuova? Pensa sia possibile e in che modo?
I congressi dovrebbero servire a questo, non tanto a svecchiare a livello anagrafico ma nelle idee e nei modelli. Oggi un partito all’apparenza novecentesco, ma nel quale tutti coloro che sono non eletti, o loro aventi causa, rappresentano una mera foglia di fico. Peraltro, ogni giorno più sottile, è destinato a consegnare tutto alle destre per i prossimi decenni.

Il peggior nemico del Pd

Chi è in realtà il peggior nemico del Pd, il Centrodestra o lo stesso Pd, che si è trasformato nel nemico di sé stesso?
Il peggior nemico del Pd è quella classe dirigente eterna e immutabile. La stessa classe che ha come unico obiettivo la ricerca di consensi per la propria sopravvivenza politica. Il tutto a danno delle e dei volontari. Che spendono tempo e risorse economiche proprie in nome di un’idea o della passione per la bella politica. E che spesso, come è capitato a me, non solo vengono ignorati ma addirittura pubblicamente derisi ed emarginati affinché se ne vadano. Il “meglio pochi ma noi” è il primo, e temo a breve mortale, nemico del Pd.

Crisi regionale o nazionale

Ma la crisi del Pd è una crisi che possiamo circoscrivere strettamente regionale o è una crisi che scorre lungo tutta la Penisola?
In questi giorni, attraverso i social, mi hanno scritto in tanti da tutto il Paese. Voglio continuare a credere che Elly Schlein, dopo aver tracciato una strada che tutti condividiamo, si concentri sulla macchina che dovrebbe percorrerla. A partire dal congresso dei giovani che è bloccato anche a livello nazione. Probabilmente in attesa che le correnti a tavolino stabiliscano chi può fare meglio da scudiero. Se i ragazzi, in Sicilia come nel Paese, decideranno finalmente di ribellarsi a tutto questo, mi troveranno accanto a loro, come ogni fratello maggiore. Anche se solamente politico, dovrebbe fare.

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