Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

“I Siculi”, il valore di una danza

di Redazione

Radici forti come  una danza. Nasce dalle memorie degli emigrati il gruppo folk “I Siculi”, unione e celebrazione di una delle principali culture mediterranee con un grande sogno: dopo Buenos Aires e Cordoba, potersi esibire anche in Sicilia

 Di Salvatore Agusta

È risaputo come la cultura di un popolo rappresenti un elemento essenziale per la propria sopravvivenza. Se essa non venisse celebrata, oltre che tutelata, rischierebbe verosimilmente di  affondare dentro le impervie sabbie mobili di una struttura sociale più ampia, con il concreto rischio di scomparire nel nulla.

Con ciò s’intende dire che il processo di contaminazione culturale rappresenta qualcosa di più sottile della sottomissione di un popolo ad una nuova cultura, e noi siciliani ne siamo il chiaro esempio, visto che  le diverse dominazioni che si sono susseguite nel tempo ci hanno sempre arricchito e mai cancellato.

Una delle forme più espressive della cultura di un popolo è certamente la danza, che in sé mantiene il vantaggio della connaturale aggregazione sociale e della comunione d’intenti. In una terra lontana nello spazio ma estremamente vicina nei volti e nei sorrisi della gente, esiste un gruppo di donne e uomini che si riuniscono sotto un unico comune denominatore, la bedda Sicilia.

Da questo forte attaccamento alla propria terra d’origine nasce l’associazione “Casa Famiglia Siciliana di Rosario”, in Argentina, all’interno della provincia di Santa Fe.

Fondata agli inizi del secondo dopoguerra da un gruppo di emigranti siciliani, la ‘Familia’ nasce dall’intuizione di alcuni nostri conterranei i quali pensarono bene di riunirsi sotto il comune spirito della Trinacria per rendere più sopportabile il distacco dalla propria terra natia. Proprio all’interno di questa associazione è sorto un caratteristico gruppo folk di danze e musiche tradizionali siciliane.“I Siculi”, questo è il nome del gruppo, da circa 47 anni celebrano le nostre danze tipiche, donando allegria ai discendenti dei siciliani presenti nella provincia di Santa Fe e dintorni. Attraverso i loro balli mantengono vive le tradizionali danze dei paesi di origine, rievocando nel comune immaginario di chi assiste alle loro esibizioni la bellezza di un’isola fatta di sole, lussureggianti vigneti ed incantevoli spiagge che degradano nell’azzurro del mar Mediterraneo.

Il  gruppo, ben diretto dalla Professoressa e coreografa Cecilia Sara Olivero, è composto sia da giovani che da adulti. Sara Cotro, docente di lingua italiana, in qualità di la portavoce racconta come le loro danze rendano omaggio alla Sicilia ed, in particolare, alle città di Messina, Siracusa ed Agrigento: il primo obiettivo «è trasmettere la cultura siciliana

Il  gruppo, ben diretto dalla coreografa Cecilia Sara Olivero, è composto sia da giovani che da adulti. Sara Cotro, docente di lingua italiana che ne è invece la portavoce, racconta come le loro danze rendano omaggio alla Sicilia ed, in particolare, alle città di Messina, Siracusa ed Agrigento: il primo obiettivo «è trasmettere la cultura siciliana».

Ed ancora, tra i vari componenti ritroviamo “Georgina” che, nonostante la sua giovane età,  si dedica alle attività dei “Siculi” da circa tredici anni. Ed, infatti, ciò che più colpisce è certamente la  grande dedizione che taluni di questi ballerini ripongono nelle performance del gruppo. La cifra di questa passione è talmente alta che sorprendentemente scopriamo non solo un gran numero di presenze giovanili, ma anche una discreta presenza di componenti che, pur non avendo discendenza siciliana, hanno ugualmente deciso di dedicarsi alla celebrazione di una cultura capace di avvolgerli nelle spire del proprio  fascino mediterraneo. 

Alcuni di loro conservano nel cuore un amore talmente pieno e forte per la Sicilia che porta inevitabilmente a riflettere. È il caso di Martin Orefice, che con tanta emozione in passato ha affrontato un lungo viaggio per venire a visitare i luoghi che diedero i natali al proprio nonno paterno. Tra i più giovani ritroviamo invece Alejandra e Milagros, rispettivamente 17 e 18 anni, che con tanto orgoglio hanno intrapreso già da tempo la danza dei loro nonni.

“I Siculi” partecipano ogni anno a diversi eventi culturali italiani nelle province di Santa Fe, Córdoba e Buenos Aires, e prendono parte a programmi televisivi e spettacoli teatrali. Ma il loro sogno è facile da intuire: venire ad esibirsi in Sicilia per dimostrare, attraverso le loro danze, quanto sia viva la cultura della nostra isola in Argentina. Chissà se un giorno non riusciranno a coronarlo.

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