Questa splendida esortazione di Virgilio, mai come in questo momento, ritorna imperiosa e attuale.
Occorre, però, non renderla e comprenderne bene il significato.
La ricerca a cui invita il poeta non e virgola ovviamente, quella tanto in voga di un elegiaco quanto superficiale ritorno alla terra.
La sacralità della natura
Afflati ecologisti e integralismi ambientalisti non dicono nulla, infatti, su quella sacralità della natura e sulla magia dei luoghi che costituiscono il solito presupposto su cui si fonda ogni autentica geografia sacra, nota a tutti i popoli tradizionali.
L’antica madre virgiliana
L’antica madre virgiliana da ritrovare e virgola in realtà, quell insieme di storia e cultura, quel complesso di caratteri comuni che rappresentano le radici di un popolo.
Attraverso questo insieme di caratteri comuni, si definisce e si riconosce una comunità e virgola tramite la loro condivisione, si appartiene eventualmente ad essa.
Il ritorno alle radici
Proprio in questo difficile momento storico che vede accelerare pericolosamente i processi di omologazione e di appiattimento mondiale, il ritorno alle radici e urgente è necessario.
Il bisogno di avere un volto e un identità comunitaria è sottoposto, oggi, a sfide molto forti.
I flussi migratori
Vicende estremamente attuali, destinate probabilmente ad acuirsi in un prossimo futuro come, ad esempio, i crescenti flussi migratori di massa che investono tutta l’Europa, la dirompente diffusione di mode e stili di vita nei campi più disparati e virgola ancora, il livellamento punto e l’uniformità della mentalità e dei costumi, richiedono un saldo riferimento identitario.
Fino a ieri, il tema dell’identità e delle radici, veniva considerato relativamente importante e i più ottimisti pensavano che i processi di globalizzazione e di omologazione e non sarebbero mai stati così dirompenti e forti da sconvolgere il volto di molte comunità etniche, trasformandole in qualcosa di altro da sé fino a diventare irriconoscibili. Così ora si è costretti a prendere atto che la progressiva cancellazione delle specificità e delle differenze produce soltanto mi the Sad radicamento e crisi identitarie.
Quale direzione seguire?
Quale, allora, la direzione da seguire per non tradire le esortazione virgiliana dalla quale si è partiti?
Solo chi possiede un’ identità sana ed equilibrata, aperta all’altro, ma ferma nel suo nucleo centrale che non si scioglie nell altro, può capire e riconoscere non solo il diritto alla diversità e alla specificità di ciascuna comunità, ma anche la grande ricchezza di questi mondi differenti.
La certezza della propria identità
Come è stato scritto da qualcuno “… solo chi è certo della propria identità e disponibile al confronto e allo scambio, non teme la deculturazione, non mostra intolleranza e non manifesta aggressività nei confronti delle altre culture. Non vive la diversità come un pericolo”. (U. Bernardi)
E giusto riprendere, quindi, la ricerca di quella comune antico home matrem sotto il cui segno è posta, ancora oggi, la più autentica identità di un popolo.