Non si può parlare di calcio femminile a Palermo senza parlare di Pamela Conti, nata proprio nel Capoluogo siciliano ed ex calciatrice della nazionale italiana
di Roberto Pelos
Si dice che il calcio sia uno sport per uomini e in effetti per decenni è stato così; Carolina Morace, negli anni ’90 è stata per molto tempo forse l’unico esempio di donna che si è distinta in un gioco da sempre appannaggio quasi esclusivamente maschile. Da qualche tempo le cose stanno cominciando, seppur molto lentamente a cambiare e anche nel territorio palermitano tante realtà “prendono piede”, così da eliminare, seppur per piccoli passi, un tabù che fino a poco tempo fa sembrava impossibile da sfatare.
“Il calcio femminile sta vivendo una fase di grande espansione, con nuove società che nascono ogni anno nelle diverse città coinvolgendo sempre più appassionati amatori e spettatori”. Questo si legge sul sito Internet della Ludos, tra le squadre palermitane più note, nata addirittura nel 1987. “Assistiamo già, dietro pressioni della Federcalcio (si pensi alla Lazio), a dei sodalizi tra i grossi Club di calcio maschile con quelli femminili, per incentivare e rendere più visibile il calcio al femminile. Proprio in tale ottica sia la Fifa che la Uefa hanno investito e raddoppiato gli investimenti, in termini economici verso tutte le Federazioni Europee, per lo sviluppo di questo sport al femminile. Questa crescita, senza dubbio positiva, richiede nel frattempo alle Società Sportive degli sforzi ulteriori rispetto a quelli enormi che già si stanno facendo”.
Non si può parlare di calcio femminile a Palermo senza parlare di Pamela Conti, nata proprio nel Capoluogo siciliano ed ex calciatrice della nazionale italiana.
Pamela Conti ha esordito nella storica squadra delle Aquile Palermo e, nella sua città natale, ha fondato la “Football Academy”. “Un’icona del calcio femminile e modello positivo per tanti bambini e bambine conquistate dal suo modo di giocare”, così si definisce l’ex calciatrice palermitana nel portale della scuola calcio a lei intitolata.
Com’è nata la sua passione per il calcio?
“La mia passione è nata grazie ad una famiglia di calciatori. Sia mio padre, mio zio e i miei fratelli sono stati calciatori professionisti, quindi per me è stato naturale trovare questa strada”.
Quali sono gli ostacoli che secondo lei può incontrare una calciatrice in un contesto come quello palermitano?
“Penso che adesso stia cambiando qualcosa qui a Palermo. Non c’è più quel maschilismo di una volta, ma rispetto ai paesi europei ed oltreoceano siamo almeno 30 anni indietro, ed è un grande dispiacere per tutte le ragazze palermitane. Spero possano avere un futuro all’estero o nelle grandi squadre italiane”.
Quali iniziative si potrebbero portare avanti, a suo avviso, per una maggiore diffusione del calcio femminile a Palermo?
“Pubblicità, giornali, televisioni. Qualsiasi cosa che tratti di calcio femminile. Riviste che parlino non solo di calciatrici, ma anche delle donne. Siamo prima di tutto donne prima che giocatrici! Tutto deve partire anche dalla federazione che dovrebbe investire in questo settore”.