Con le sue maschere tradizionali e meravigliosi costumi, arriva il Carnevale di Sicilia. Una kermesse dei carnevali più belli dell’Isola
di Patrizia Romano
E’ la festa del divertimento, dell’allegria, del travestimento, della trasgressione. Con le sue maschere tradizionali e meravigliosi costumi, arriva il Carnevale.
Di origini antichissime, 1500 circa, che affondano le proprie radici, probabilmente, nelle feste ellenistiche e ateniesi che si svolgevano in onore di Iside e di Dionisio, questa festa pagana viene celebrata nella settimana che precede l’inizio della Quaresima. Nasce, infatti, proprio dal bisogno di evasione in vista del periodo di penitenza e digiuno che ad essa segue, appunto, la Quaresima.
Con la maschera tipica locale, che sfila sul carro funebre, simboleggia anche la fine dell’anno passato che, morendo, porta via tutti i mali.
In tutto il mondo, le strade diventano location di suggestive sfilate di maschere e carri allegorici.In Sicilia, le origini del carnevale risalgono al 1600. Le maschere tipiche dell’Isola sono quelle dei Jardinara (giardinieri) e dei Varca note soprattutto nella provincia di Palermo, quelle dei briganti e quella del cavallacciu tipiche del catanese. Altre maschere rappresentano varie classi sociali come quella dei Dutturi, dei Barun e degli Abbati. Tra le più tipiche del nostro Paese, rimane quella della Vecchia di li fusa, presente anticamente nella Contea di Modica. Le città che in Sicilia vantano carnevali noti, ormai, in tutto il resto del mondo sono tante. A Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, si balla in piazza e nei locali notturni, durante le sagre di salsiccia, trote e cavatieddi.
In provincia di Catania, i carnevali più suggestivi sono quello di Bronte, dove, ogni anno, ritroviamo per le vie della città i carri e i gruppi mascherati e quello di Paternò, dove un tempo si vedevano le donne invitare gli uomini a ballare, vestite con mantelli neri e maschere. Oggi, non più. Anche durante il carnevale di Taormina, si svolgono festeggiamenti in maschera per le splendide vie della città e sfilate di carri allegorici. Durante il carnevale di Belpasso, invece, assistiamo alla consueta sfilata dei carri, preceduta dal recital dei poeti dialettali locali. Dulcis in fundo, in provincia di Catania, il carnevale di Acireale, ricco di maschere, coriandoli, luci, fiori, musica e soprattutto tanti carri allegorici.
In provincia di Palermo, il carnevale più antico è quello di Termini Imerese, dove oltre ai balli vari si può assistere al rogo dei due fantocci del “nannu” e della “nanna“, che concludono simbolicamente la festa. Sempre in provincia di Palermo, abbiamo il carnevale di Mezzojuso, durante il quale possiamo assistere ad una manifestazione, le cui origini risalgono al XVII secolo, che si svolge nella pubblica piazza, Il Mastro di Campo, interpretata da circa 90 personaggi. A Corleone, sempre in provincia di Palermo, oltre al consueto corteo dei carri allegorici, il Martedì Grasso si svolge il rogo del fantoccio nannu, agghindato con una collana di salsiccia.
Tra i più noti di tutta la Sicilia, il carnevale di Sciacca in provincia di Agrigento. Di origini antiche, risalenti al 1800. Oggi, per la realizzazione dei carri e delle maschere allegoriche sono coinvolti artigiani, scultori ed architetti. In provincia di Ragusa, il lunedì sera si effettua la sagra della salsiccia.
In provincia di Messina, si distingue il Carnevale di Saponara, nel corso del quale, assistiamo a sfilate di gruppi mascherati in cui si può ammirare la tipica figura dell’Orso, realizzata utilizzando pelli di capra. A Novara di Sicilia, sempre in provincia di Messina, si svolge Il Gioco del Maiorchino, durante il quale delle squadre lanciano lungo un percorso , “a maiurchèa“, tipico formaggio pecorino stagionato.
Non manca naturalmente la tradizione gastronomica legata al Carnevale. Tra i dolci tipici, le Chiacchiere una sfoglia sottile con tanto zucchero a velo, le Castagnole e le Zeppole frittelle rotonde ripiene di crema, le Teste di Turco che contengono anche uva passa e sono prodotte nelle zone di Modica, e la tradizionale Pignoccata, che si prepara con farina, zucchero, tuorli, ed un pizzico di sale.
Tra i primi Maccheroni al ragù o maccarruna di sdirrimarti, tipici della contea di Modica, o i più comuni maccarruna ca sasizza conditi con ragù di cotenna di maiale o salsa di pomodoro, il Minestrone del giovedì grasso, una zuppa con patate, fave secche sgusciate, cipolla, prezzemolo, lardo di maiale a cubetti, pepe e sale e lo stufato con il sugo di carne di maiale e la salsiccia, che viene preparato il martedì grasso.