A carnevale, la possibilità di travisare il proprio volto e di farsi beffe dei potenti veniva concesso a tutti in occasione delle giornate destinate alla festa della Gioia e dei Colori, durante il breve periodo in cui ancora oggi si svolgono le grottesche manifestazioni dell’immaginario “mondo all’incontrario”. Dopotutto è vero che … semel in anno licet insanire!
di Andrea di Napoli
Maschere, vino, maiale … e ogni scherzo vale!
La possibilità di travisare il proprio volto e di farsi beffe dei potenti veniva concesso a tutti in occasione delle giornate destinate alla festa della Gioia e dei Colori, durante il breve periodo in cui ancora oggi si svolgono le grottesche manifestazioni dell’immaginario “mondo all’incontrario”. Dopotutto è vero che … semel in anno licet insanire!
Le 33 stampe a colori esposte presso lo Store della Mondadori sono state selezionate da Pietro Longo, che ne è l’autore, tra le fotografie realizzate in diversi comuni siciliani nel corso di varie edizioni dei cortei carnascialeschi e delle caratteristiche sfilate dei carri allegorici.
Sarà sufficiente limitarci ad accennare che già nella società dell’Antica Grecia si celebravano gli sfrenati riti dionisiaci e che presso i romani si tenevano i Saturnali, considerate le tradizioni, in qualche modo, anticipatrici del nostro attuale Carnevale. La partecipazione è sempre piuttosto chiassosa e coinvolgente, sebbene possa avvenire in modi e forme assai differenti. Esistono, infatti, le maschere tradizionali, legate al territorio ed al Teatro, ma ormai relegate agli spettacoli, e quelle presenti quasi esclusivamente al celebre Carnevale di Venezia, affascinanti e misteriose completate da costumi preziosi e raffinati. Abitualmente sfoggiano un trucco che le rende provocanti e maliziose con un enigmatico sorriso inquietante dipinto sul viso. Intendono riportare indietro nel passato o, piuttosto, proiettare sui ponti di una laguna posta fuori dal tempo e dallo spazio?
Oltre agli abitanti del luogo, un pubblico vivace e numeroso proveniente “da ogni dove” si riversa per le strade dei paesi, tuttavia, probabilmente a torto, quelle siciliane sono considerate manifestazioni minori. Eppure, le immagini scattate da Longo rappresentano davvero il Carnevale più semplice e autentico, intorno al quale girano, in fondo, pochi interessi economici, ma tanta fantasia ed una enorme quantità di cartapesta.
Il Carnevale a Mezzojuso costituisce il pretesto per mettere in scena una caratteristica rievocazione storica (il Mastro di Campo), ma anche lì, come d’altronde a Sciacca, a Cinisi e a Termini Imerese, nell’arco di quasi dieci anni, Pietro Longo non si è limitato a fotografare i variopinti carri allegorici mentre sfilano tra due ali di folla, ma ha realizzato anche incredibili ritratti di gente comune alla quale è bastato un velo, una parrucca, un cappello o un naso finto per camuffarsi, diventando per un giorno prete, suora, sceriffo o pagliaccio utilizzando quello che ha trovato in casa e rispettando così il vero spirito della gioviale circostanza specifica senza bisogno di affittare le preziose redingote dalla foggia settecentesca tenute scrupolosamente per undici mesi in naftalina. Sorprende piacevolmente che in qualche caso la maschera venga indossata candidamente per puro divertimento e non come strumento di seduzione o, riprendendo una ancestrale valenza apotropaica, per compiere azioni criminali.
Tuttavia, tra banchetti, danze, scherzi e lazzi, anche per quest’anno termineranno rapidamente i giorni concessi all’allegria e al divertimento che precedono una mesta e lunga Quaresima di penitenza e astinenza dalla carne (per l’appunto “carnem levare”).
La mostra fotografica di Pietro Longo dal titolo “Maschere”, patrocinata dalla U.I.F. ed allestita a Palermo, presso la sala lettura, al quarto piano del Mondadori Megastore, in via Ruggero Settimo n. 18, sarà visitabile fino al 28 febbraio 2017, tutti i giorni feriali dalle ore 09,30 alle ore 20,30 e domenica dalle ore 10,00 fino alle ore 20,00. L’ingresso è libero.