Il Carnevale si festeggia in tutto il mondo. Tutte le città diventano teatro di manifestazioni ed eventi, sfilate di carri allegorici e maschere tipiche. Qualche succulenta indicazione sui carnevali più famosi della Sicilia. Un pretesto per una bella vacanza evasiva.
A cura della Redazione
E’ la festa simbolo del divertimento, dell’allegria, del travestimento, della trasgressione. E’ la festa che nasce da un fisiologico bisogno di evasione e di leggerezza, soprattutto, in vista del periodo di penitenza e digiuno che ad essa segue, il periodo della Quaresima. Il carnevale si festeggia in tutto il mondo. Tutte le città diventano teatro di manifestazioni ed eventi, sfilate di carri allegorici e maschere tipiche.
Anche in Sicilia, le cui origini di questa festa risalgono al 1600, molte città vantano noti e famosi carnevali. In alcune di queste, il carnevale diventa un pretesto per brevi ma intense escursioni in queste città. In molti casi, infatti, le cittadine siciliane che ospitano i carnevali più famosi dell’Isola rappresentano uno splendido scenario che fa da sfondo alla manifestazione. Uno scenario da scoprire, da esplorare, da scrutare e, soprattutto, da godere.
E allora? Siete pronti per il vostro tour tra gli itinerari carnascialeschi più belli della Sicilia?
Noi vi forniremo alcune indicazioni sulle città in cui si svolgono le manifestazioni più interessanti e coinvolgenti. Voi deciderete la meta.
Uno dei carnevali più noti è quello di Palazzolo Acreide in provincia di Siracusa, la cui tradizione si perde nella notte dei tempi. Fino agli anni Sessanta, i veglioni (i vagliuna) si svolgevano nelle due piazze principali. Oggi, durante il Carnevale si balla in piazza e nei locali notturni, nel corso della sagra della salsiccia, delle trote e dei cavatieddi e, soprattutto, durante le grandi sfilate di carri allegorici e di gruppi mascherati.
Anche a Bronte, in provincia di Catania, ogni anno ritroviamo per le strade della città i carri e i gruppi mascherati, nonché le maschere locali che rappresentano le classi più povere della città.
A Paternò, in provincia di Catania, il carnevale si svolge in tutto il suo sfarzo, anche se, negli anni, è andata persa la tradizionale usanza in base alla quale erano le donne, coperte da mantelli neri e maschere, che invitavano gli uomini a danzare.
Durante il carnevale di Belpasso, sempre in provincia di Catania, la consueta sfilata dei carri è preceduta dal recital dei poeti dialettali locali.
Anche durante il carnevale di Taormina, si svolgono festeggiamenti in maschera per le strade della splendida cittadina che, grazie al carnevale, rientra tra le mete turistiche preferite anche in inverno. Per tutta la domenica e il martedì grasso si alternano sfilate di carri allegorici nella piazza del centro turistico.
A Saponara, in provincia di Messina, nel corso della sfilata di gruppi mascherati, possiamo ammirare la tipica figura dell’Orso, realizzata, utilizzando pelli di capra.
A Novara di Sicilia, sempre in provincia di Messina, si svolge Il Gioco del Maiorchino, durante il quale delle squadre lanciano lungo un percorso “a maiurchèa“, tipico formaggio pecorino stagionato. Il martedì grasso, durante la Sagra del Maiorchino si possono gustare ricotta, maccheroni di casa conditi con sugo di maiale e cosparsi di maiorchino grattugiato.
Nel palermitano, il carnevale è particolarmente onorato a Termini Imerese, dove, oltre alle consuete manifestazioni, potrete assistere al rogo dei due fantocci del “nannu” e della “nanna“, che concludono simbolicamente la festa.
A Corleone, sempre in provincia di Palermo, oltre al consueto corteo dei carri allegorici, il Martedì Grasso si svolge il rogo del fantoccio nannu, agghindato con una collana di salsiccia e portato a spalle dal simbolo del Carnevale, la maschera del Riavulicchio, che simboleggia la rinascita di questa festa, non celebrata per oltre trenta anni e rinata negli anni 90.
E, ancora in provincia di Palermo, a Mezzojuso, durante il carnevale possiamo assistere ad una manifestazione, le cui origini risalgono al XVII secolo, “Il Mastro di Campo“, interpretata da circa 90 personaggi che indossano costumi del XV secolo e che racconta la storia d’amore fra il Mastro di Campo e la Regina.
Spostandoci sulla provincia di Agrigento, tra i carnevali più noti di tutta la Sicilia, abbiamo il carnevale di Sciacca. Le sue origini risalgono al 1800. L’importanza è data dalla realizzazione dei carri e delle maschere allegoriche in cui sono coinvolti artigiani, scultori e architetti di tutta la città. Durante la festa, si possono inoltre gustare le pietanze tipiche preparate durante questa manifestazione, vino, salsiccia, maccheroni al sugo e cannoli di ricotta.
A Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, il lunedì sera si effettua la sagra della salsiccia.
Senza togliere nulla a nessuno, il teatro delle meraviglie in Sicilia è rappresentato dal carnevale di Acireale, in provincia di Catania. Maschere, coriandoli, luci, fiori, musica e tanta allegria. Le vie e le piazze del centro storico fanno da cornice alle sfilate dei carri, capolavori, questi ultimi, dell’artigianato acese.
Maschere tradizionali del Carnevale in Sicilia
Facendo una carrellata velocissima delle maschere più caratteristiche della Sicilia, emergono quelle dei Jardinara (giardinieri) e dei Varca note soprattutto nella provincia di Palermo, quelle dei briganti e quella del cavallacciu, note soprattutto nel catanese. Altre maschere, parodia ai maggiori esponenti delle classi sociali cittadine, sono le rappresentazioni dei “Dutturi“, dei “Baruni” e degli “Abbati” e ancora, la vecchia maschera della “Vecchia di li fusa” presente anticamente nella Contea di Modica, simbolo della morte del carnevale.
Tradizione gastronomica del carnevale in Sicilia
In questa kermesse carnascialesca, non può mancare la tradizione gastronomica legata a questa ricorrenza. Tra i dolci, le Chiacchiere, diffuse, indistintamente, in tutta la Sicilia. Si tratta di un dolce semplice, realizzato da una sfoglia sottile con tanto zucchero a velo. Famose pure le Castagnole e le Zeppole, che consistono in frittelle rotonde ripiene di crema. Poi, abbiamo le Teste di Turco che contengono anche uva passa e sono prodotte nelle zone di Modica. Buonissima, la tradizionale Pignoccata, che si prepara con farina, zucchero, tuorli, ed un pizzico di sale.
Tra i primi, ricordiamo, invece, i Maccheroni al ragù o maccarruna di sdirrimarti, tipici della contea di Modica, o i più comuni maccarruna ca sasizza conditi con ragù di cotenna di maiale o salsa di pomodoro. A questi, si aggiunge il Minestrone del giovedì grasso, una zuppa con patate, fave secche sgusciate, cipolla, prezzemolo, lardo di maiale a cubetti, pepe e sale. E, poi, non dimentichiamo lo stufato con il sugo di carne di maiale e la salsiccia, che viene preparato il martedì grasso.