Un clima con cambiamenti improvvisi, con eventi atmosferici anche violenti a cui non eravamo abituati: esiti dell’effetto serra che hanno, a loro volta, effetti anche sulla mente e sullo stile di vita dell’uomo. Perché così come il caldo eccessivo rende irascibili e aumenta l’aggressività, l’intolleranza, allo stesso modo in molte persone l’inverno sollecita l’insorgere di atteggiamenti depressivi conosciuti proprio come “winter depression”, ossia depressione invernale.
Ma si tratta di fenomeni adeguatamente considerati a livello clinico o sottovalutati? Ne abbiamo parlato con il dottor Calogero Lo Piccolo, psicologo, psicoterapeuta e consigliere dell’Ordine degli psicologi della Regione Siciliana.
Cambiamenti repentini del clima, caldo estremo in estate e freddo già in autunno, con improvvise bufere. Gli effetti sul fisico sono ormai noti ma studi recenti hanno evidenziato come tutto ciò influisca anche sulla salute mentale. Solo ansia e depressione o c’è di più?
“La mente è un sistema complesso, iper complesso, connesso con sistemi complessi, il corpo fisico e il corpo relazionale – sociale. Di conseguenza tutto ciò che attraversa questi sistemi ha dirette ricadute sul proprio funzionamento. I cambiamenti climatici già drammaticamente in atto, non possono che costituire l’ennesima perturbazione che altera a vari livelli il funzionamento del sistema nel breve, nel medio e nel lungo periodo”.
Spesso sentiamo dire “meteoropatico”, quali sono i disturbi che accusa chi ne è soggetto?
“Quello che comunemente viene chiamato meteoropatia ha a che fare con le perturbazioni del sistema emotivo e fisico nel breve periodo. Il più percepibile riguarda l’influenza sull’umore, che non a caso viene spesso definito attraverso metafore meteorologiche anche nel linguaggio comune. Ma non è solo questo in gioco. I livelli di tolleranza soggettiva alle frustrazioni quotidiane spesso sono strettamente connessi con le condizioni fisiche determinate anche dalle condizioni climatiche.
Clima e comportamento
“Ve ne è traccia, una volta di più, nel nostro linguaggio. Il termine sciroccato, ad esempio. Lo scirocco spesso connota uno stato mentale, che non è solo svagatezza e pensieri confusi, poco lucidi, ma anche un aumento esponenziale dell’insofferenza complessivo. Con conseguente incremento di risposte e comportamenti aggressivi. Tutto ciò è ben presente nella sintomatologia clinica, ma poco pensato e pensabile ancora anche in ambito scientifico”.
Gli eventi estremi come esser sopravvissuti a un uragano o a un’alluvione (cosa sempre più frequente negli ultimi anni nel nostro paese), può causare un disturbo da stress post-traumatico? Se sì,quali i rimedi?
“Sul medio e lungo termine, la questione si gioca più sul piano del sentimento di precarietà e incertezza, entrando direttamente in un ambito identitario. Questo ha una conseguenza diretta immediata sul vissuto apprensivo, che costituisce uno tratti dominanti dell’essere e del sentire, del malessere contemporaneo”.